mercoledì 31 dicembre 2008

niente

Non farò nessun bilancio di quest'anno.
Non è il momento, ho una dolorosissima morsa di cervicale che mi affonda nel collo e nella testa e devo anche spremermi le meningi per inventare pagine e pagine di una relazione totalmente inutile.
Per cui, rimando il bilancio, alla fine del 2009.
Gli anni dispari mi sono sempre stati più simpatici, per cui per favore, signor 2009, veda di non farmi cambiare idea.
e poi 9 per me significa chiusura di una decade, per cui cazzarola, cerchiamo di fare una cosetta dignitosa, che io me ne possa ricordare come di un periodo persino piacevole, grazie.
Poi vediamo..cosa manca?
L'anno scorso avevo fatto qualche buon proposito?
Mumble. Il guaio dei propositi è che poi non sono un fulmine di guerra, a ricordarmeli nel dettaglio.
Mumble.
Comunque sia...spero quest'anno di indirizzare bene le mie energie, di non sprecarle con sanguisughe e paludi varie. Spero di imparare un po' di cose, di sentirmi finalmente crescere e non solo di età.
E poi basta.

lunedì 29 dicembre 2008

15 anni

Mi piacerebbe sapere come ti immagini, tu che stai leggendo, tra 15 anni.
Io ci stavo pensando, qualche ora fa.

Chissà se tra 15 anni...chissà come sarò io.
Posto di arrivarci, avrò 44 anni
Guardavo quegli occhi che cambiano sfumatura a seconda della luce, e pensavo..chissà io, chissà.
chissà se anch'io sarò mai così. Mi piacerebbe davvero.
Ma chissà come sarò, io, tra 15 anni.
Da ragazzina pensavo che a 30 anni avrei avuto perlomeno una famiglia, dei figli, immaginavo un lavoro fisso.
mai fidarsi di quello che si pensa a 15 anni!!!
Ora non so...tra 15 anni...dunque...come immagino...ho paura di immaginarmi poco diversa da ora, ancora precaria, solo più stanca, più arrabbiata, e ancora sola. magari però avrò imparato ad essere completamente felice, da sola.
Chissà cosa avrò fatto ai miei poveri capelli, magari mi sarò decisa per un bel taglio corto secco, e poi avrò finito di pagare il mutuo.
Avrò un gatto, o un cane, o conoscendomi, entrambi.


E tu...chiunque tu sia, capitato qui per caso o per voglia, tra 15 anni, come sarai?

domenica 28 dicembre 2008

stamattina

Nevica un pochino, fuori dalle mie finestre.
Pulivo la cucina, e ogni tanto sollevavo il tendino e guardavo fuori.
Come al solito, in questi momenti, avrei voluto voltarmi verso qualcuno e dire "guarda, nevica", oppure" svegliati svegliati nevica".
Già.
E' domenica, anche. Domenica, neve.
Tutto ciò mi fa presagire che tu non verrai.
La domenica passerà com'è iniziata, con le pulizie, con le ricerche su internet (ho trovato un sacco di modi per usare i collant smagliati, wow), con il silenzio rotto solo dalla radio.
La neve. E io. A che scopo, senza nessuno con cui condividerci?

la notte

è il momento peggiore.
Mi sento una volpe braccata dai miei pensieri come cani affamati.
Una volpina rossa persa in mezzo a un paesaggio artico e bianco.
Non ho dove nascondermi, e mi balzano tutti addosso mordendomi e io non so come difendermi.
Occhi sbarrati nel letto, cambio posizione finchè le coperte non formano un unico enorme grumo.
Non c'è verso di riaddormentarsi.
Le preoccupazioni che di giorno riesco a scansare mi hanno teso un agguato.
Che schifo di nottata.

sabato 27 dicembre 2008

one shot one kill.

"e, quest'altra cosa volevo dirti; tu che di anni non ne hai ancora trenta, 
non farti affossare dai finti amori, dai porci e dagli idioti."

Cosa posso risponderti.
Non è facile. Ma ci proverò.
Grazie. sul serio.

giovedì 25 dicembre 2008

citazionismo. Ovvero: a natale la mente vaga, ma mai a caso (e mi si perdoni se, forse, qualche parola è inesatta)

Che dire di meglio, per descrivere questa giornata.
Qualcuno ebbe a dire, parlando d'altro, che " fumò via senza festeggiamenti e nessuno gli ebbe offerto neppure un cinzano."
Esattamente.
Fuma via senza festeggiamenti, e nessuno mi ebbe offerto neppure un cinzano.
Tanto, a me, il cinzano non piace. ecco.
E anch'io, ora, qui, riavvio i capelli, effusi dalla fronte senza carezze come quelli di Re Lear.

Vagava, nella casa, come cercando il sentiero misterioso che l’avrebbe condotta ad incontrare qualcuno: o forse una solitudine soltanto, priva d’ogni pietà e d’ogni imagine.
(Carlo Emilio G., 1963)

mercoledì 24 dicembre 2008

mi deseo

Quello che vorrei stasera non si può dire.
O meglio, non si può esprimere ad alta voce.
Si dovrebbero aprire parentesi dare spiegazioni fornire dettagli districare incomprensioni.
E cosa resterebbe di questo mio desiderio?
Niente di più di una poltiglia fangosa, come la neve dopo che troppe auto le sono passate sopra.
E' un desiderio che muore su se stesso, troppo semplice per essere realizzabile.
Le cose non funzionano così.
E' una questione di realtà. E di mente umana, che le cose deve complicarsele sempre.
La realtà ha questo brutto vizio, di irrompere così, senza avvisare, e rovinare le mie sceneggiature di fumo.
Ma non in questo caso.
Perchè adesso io mi avvolgo meglio nel plaid giallo con l'ombra del lupo stampata sopra.
Perchè adesso io chiudo gli occhi.
Perchè adesso io, senza dirlo a nessuno, immagino.

martedì 23 dicembre 2008

sussurri e grida.

Eccoci.
Da oggi pomeriggio iniziano le feste di natale, ufficialmente.
I giorni festivi appunto, i giorni in cui tutti, anche il più fottuto dei criminali nazisti, hanno qualcuno vicino.
Tutti, tranne la sottoscritta.
E, mi lascino parlare, frigide gentildonne della giuria, e non me ne frega un cazzo, in questo momento, se non è vero.
Se magari in Papuasia, o in qualche angolo della tundra, qualcun altro sta maledicendo se stesso e la sua gente perchè si sente così solo da non essere neanche più sicuro di esisere.
In questo momento, sissignore e sissignori, non me ne frega un beato e ciondolante cazzo.
Mi sono rotta. Oggi è una giornata di merda, le uniche cose luminose sono stati i baci e gli abbracci degli studenti.
Cari, loro. quei 9-10 anni che ci separano me li fanno vedere dorati e lucenti di una giovinezza ancora incartata.
Non so. come se io fossi già andata a male.
Oggi va così. Oggi iniziano le cazzo di feste, e vorrei solo che fossero finite.
Questo sdrucciolio di ore vuote, senza una voce (come diceva quell'altro? Non odo parole che dici umane... Qua non si ode proprio niente, caro lei!!!!), senza un incontro, senza un bel niente di niente.
Vorrei urlare.
Il brindisi coi ragazzi lascia il cervello un po' intontito, appena smaltisco quelle due gocce d'alcol prendo i guantoni e festeggio.
Il mio sacco è rosso, posso immaginare di pestare il vecchiaccio portatore di regali? Perchè no.
Almeno faccio qualcosa.
Vorrei anestetizzarmi finchè non è passato tutto.
Oppure non so, trovare qualcosa da fare, ogni minuto della giornata.
Riscopro l'utilità di questa troiata di seconda laurea: se recupero qualche libro, magari studio per gli esami. scrivo tesine. Relazioni. Appunti.
Qualsiasi cosa che ovatti le sensazioni dal mondo.
Perchè sì, perchè odio essere qui in queste cazzo di giornate a guardare le mie occhiaie allo specchio senza mai la speranza di occhi diversi dai miei.
Perchè è così e basta, basta coi discorsi non esci abbastanza esci nei posti sbagliati sei qui e sei lì e sei là.
Oggi sono incazzata. Triste e incazzata.
E comunque, comunque, comunque, vaffanculo al natale al capodanno al santo stefano e alla vigilia.
Si fottano queste cazzo di feste, questi cazzo di giorni di obbligata serenità e abbracci e baci e calore.
Ma per favore. Qui c'è un freddo che se piango mi si fa una stalagmite nell'occhio.
Merdimonio.
M.E.R.D.I.M.O.N.I.O.

lunedì 22 dicembre 2008

feeling this way...



about Christmas

avrei solo voluto

una carezza da parte tua.
E visto che era impossibile, avrei voluto che fosse almeno la tua voce, a farmela.
Sentire che in qualche modo..non lo so...in qualche modo mi pensavi.
Ora mi sento lo stomaco un po' accartocciato, e la bocca prende una piega amare che non vuole sparire.
Forse avrei dovuto chiedere, avrei dovuto sillabare il mio bisogno, canino, di una carezza.
Non sarebbe stata spontanea, ma forse sarebbe stata comunque meglio di questo freddo.
Non so da che parte guardare, in questi giorni, per trovare qualcosa di fermo, di buono.
Sono stanca e ho bisogno di faticare, di lavorare, perchè se mi fermo il silenzio si fa soffocante, doloroso, pungente.
Meglio arrivare a sera stremata, meglio così che avere tanto tempo per pensare.
Le festività mi fanno sempre un effetto urticante, qe poi....uff...tutti a sciorinarmi le loro attività matrimonial-familiari. Non mi è mai piaciuto, tutto ciò. Quest'anno, credo, più del solito.

sabato 20 dicembre 2008

Sarah Kane. Da "Febbre"

Un monologo stupendo. Da leggere tutto d'un fiato. Anche da sola, tra me e me. a voce bassa.

"E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuocollo i tuoi seni il tuo culo il tuo

e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e la’ltro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te."

e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita

e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita

e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita


Fu qualche anno fa, la prima volta che questa frase strisciò dentro di me.
E da allora, da allora, non riesco a dimenticarla. Dolorosamente mia.

giovedì 18 dicembre 2008

si va

ieri 28.
oggi 30.
non riesco neanche a calcolare quanti ne mancano.
So che almeno,ora, posso dire che sono oltre metà. in meno di metà tempo.
dai. su. continuiamo.

martedì 16 dicembre 2008

I regali che non faccio - parte 2

A L.: una boa fucsia di finte piume di struzzo, per quando ti senti anni '80 e un abbraccio, di quelli lunghi e stretti che una volta riempivano i nostri incontri. E un bacio leggero sulle labbra.

A Ilaria: quel viaggio a Parigi.

A Sara: un pugno in faccia. Con la mano destra. Un bel diretto.

A Kuma: il filmato, che purtroppo non esiste, di una notte di fine agosto...con l'augurio di sognartelo anche di notte.

A Federica: un uomo paziente e innamorato di lei.

in ritardo, ma comunque sia


un saluto, inutile ormai, a un uomo che illuminava gli schermi della mia infanzia.
Horst. Beh. che dire. Piacevi tanto anche a nonna. nel caso, fa buon viaggio.

Spunti di riflessione.

"I tesori che raccogli (e questo l'ho detto tante volte a me stesso quando piangevo e mi disperavo; e me lo dico ancor oggi) sono i tuoi tesori. Tu sei lo scrigno che raccoglie se stessa e, pietra preziosa, si chiude nel suo forziere per non farsi calpestare dai porci o dagli idioti. Tu sei quel tesoro!"

Copioincollo.
E sottolineo.
Non farsi calpestare. Anche questo è un piano piuttosto ambizioso.
Ci lavorerò sopra.
E intanto, grazie. Rifletto. Rifletto. Rifletto. Decisamente sì.

le domande di Raffaele

Mi interroghi. Mi proponi, poi, anche una risposta.
E' che "me stessa"...me stessa..."me", come fa una parolina di due lettere ad avere spalle abbastanza larghe da poter reggere tutte queste fatiche motivazioni spinte resistenze dolori?
Non è abbastanza, per me.
Sono stata cresciuta, questo fa ridere sempre gli amici che mi conoscono bene, sono stata cresciuta atea ma nutrita di senso di colpa della più pura distillazione masochistico-cattolica.
Il sacrificio, la fatica, devi devi devi e non per il regno dei cieli che non c'è, ma devi, devi devi..
Devi.
Per chi, per cosa.
non so.
Devi. Se non faccio il mio dovere, se non mi sento a posto con me stessa, sto male, mi punge il fianco il senso di errore e la responsabilità imbastardita con la colpa.
Devi.
Ma in nome di cosa. Di nuovo.
Gli esempi davanti agli occhi dicevano "per te". Tutti i sacrifici che facciamo, tutti i dolori, le fatiche, che noi facciamo e che ti insegnamo a fare, sono per te, per te che sei la cosa più importante, per noi.
Per loro. Io.
Ma per me?
Io non so.
Mi sento a volte, un golem con in testa scritte le parole "devi devi devi, si deve, il dovere, l'impegno", e sotto, più in piccolo, l'aggiunto "per ..." ma non si legge, per chi.
Non c'è nessuno, qui, a parte me.
ma io che sono per me stessa il mezzo, lo strumento di carne e pensieri che deve fare, non riesco ad essere anche il fine.
Ho sempre capito che si doveva, ma non per se stessi, che si doveva per chi, poi, sarebbe stato meglio.
ma con me, forse, la catena si interrompe, e allora per chi tutto questo sudore e lacrime e sforzo?
Non c'è niente e nessuno qui, davanti al quale deporre la sera i miei tesori raccolti durante il giorno.
Questo, lo sa chiunque, no?, confonde moltissimo un povero golem.
E forse, anche una persona come me.

lunedì 15 dicembre 2008

cognizione...?

Ho bisogno di dirlo.
Che ho paura.
Che mi sembra di sprofondare di nuovo, nonostante gli sforzi.
mi sento così.
Che arranco arranco e vado sempre sott'acqua appena mi sembra di aver preso un po' di respiro.
Lo so che le uniche due strade sono: continuare senza perdersi d'animo, ma credendoci sul serio, o lasciare tutto e basta.
non si può stare nel limbo.
ma fosse facile.
Sono un mulo, su certe cose, ho le spalle larghe (sì ho anche fatto nuoto da piccola) e la faccia come il culo (per gentile definizione di mamma), ma a volte mi domando...in nome di cosa.
Sì, quello che faccio...sì...l'idea che ho sempre avuto...sì...andare a dormire la sera sentendo di aver fatto qualcosa.
Ma non so.
Sembra che, dopo un altro intero anno di fatica, io stia sempre affannandomi per tenermi a galla.
E considerato che intorno a me vedo lisce pareti di ceramica bianca...vuoi vedere che sto proprio nuotando in un enorme water?

mi irrito

quando mi sembra di girare a vuoto.
In questi giorni mi sento un po' una tigre in gabbia.
Irrequieta, vago di qua e di là e tento di trovare una strada, un pertugio, una via.
Sbarre ovunque, porte chiuse, muri crollati ad ostruire quello che sembrava un sentiero.
Tu mi dici di non perdermi d'animo, di continuare, di avere sempre uno scopo.
Sono stanca e inquieta.
Come i cani addestrati al soccorso, che quando cercano le vittime delle valanghe, DEVONO trovare qualcuno o cadono in depressione.
E allora ogni tanto è necessario, quando non si trovano superstiti, che qualcuno si finga in pericolo e si faccia trovare, per dare un senso a tutto il loro cercare.
Anch'io, ho bisogno assolutamente di un risultato, o mi esaurirò.

sabato 13 dicembre 2008

stasera

a meno di imprevisti o addormentamenti molesti e improvvisi, stasera esco.
Wow.
Me ne rallegro con me stessa.
Ho tentennato fino a stamattina, quando tu gentilmente, in corridoio, hai ripetuto l'invito a venire, stasera.
Sei sempre così gentile con me.
A parte che vicino a te, nonostante il mio metro e 58, mi sento una specie di orso sgraziato, insomma...tu hai questi modi solleciti e io non posso sempre rispondere "sono stanca scusami devo alzarmi presto domani".
Anche perchè poi mi deprimo e mi sento di sprecare tempo, a starmene sempre sola.
Quindi stasera esco.
Farò anche del mio meglio per non sembrare troppo fuori luogo e fuori fase rispetto a voi.
Vedremo che ne uscirà.
ad ogni modo, intanto sarò uscita di casa.

venerdì 12 dicembre 2008

I regali che non faccio - parte 1

Perchè sono per abolire il natale e le malattie regalifere.
perchè non ho soldi.
perchè non ho la bacchetta magica.
Ma, almeno virtualmente:

A Giovanna. Un braccio nuovo, per fare tutto quello che vuoi.

A Luca. Giornate di 27 ore. Le tre ore in esubero da distribuirsi tra il sonno, me e G. , senza che il resto del mondo abbia nulla a che fare.

A Morten. un biglietto aereo per venire qui. E non quello per ripartire.

A Francesca e Marta. Una lunga e dolorosa cistite. Che magari vi insegna qualcosa. E se non vi insegna, comuque, vi fa sempre bene.

A Chiara. Un po' di destrezza col computer, anche se migliori un casino, per fortuna, se no come facciamo?

giovedì 11 dicembre 2008

fugit irreparabile tempus

Sei il terzo in poco tempo a dirmi che faccio una vita che tu non faresti.
Provo a guardarmi dal di fuori, non so...a me sembra abbastanza normale.
E' diventata ormai la mia omeostasi, questa situazione.
Tutte le cose hanno un termine, per cui anche questo periodo, questo lungo periodo, finirà.
mi domando come mi sentirò, mi domando se un giorno avrò la sensazione di non avere tutto questo peso sulle spalle, o se sarà solo diversamente distribuito.
Tu mi ricordi che sto chiedendo troppo a me stessa.
E intanto è già quasi finita un'altra settimana.
Qualcuno mi ha detto, a proposito di altro, un giorno " Hai presente un ruscello che scorre? Prova a fermare l'acqua con le tue manine."
Già. mi sento esattamente così, ora.
Col tempo che scorre troppo in fretta.
E oggi l'ennesimo imprevisto che io cercavo di frenare con le mie manine.
Lo affronterò, credo, in un altro momento.
Almeno questo te lo prometto. per stasera, di questioni angoscianti, ne ho abbastanza.

"ti ho chiamata perchè

ti pensavo".
davvero? davvero.
Ma sai che anch'io? Anche tu, ma pensa.
Questo pensiero a due, contemporaneo o quasi.
Tu che mi chiami per dirmi "per fortuna che c'eri, quest'anno".
Io che ti penso e mi dico, da sola "come avrei fatto, senza...?"
Che bella sensazione di calore.
Come farei, senza di te?
Non ci conosciamo da una vita, noi, che poi tra una cosa e l'altra, la mia parentesi parmigiana, il tuo momento di casino parentale, questo, quell'altro...
Come farei.
me lo domando alle 9 di sera, e tu mi chiami perchè pensavi la stessa cosa.
Come farei.
non mi domando più come farò.
E' stato bello sentirti ridere, "ho vinto la battaglia contro la tecnologia, questo è il mio contatto...", adesso sappilo sei sul mio computer, in ogni strana applicazione di quelle che permettono di raggiungere persino te.
Lo so che le odi queste cose, che sono io la nerd, tra noi.
Assolutissimamente, per fortuna ci compensiamo un po'.
Tu hai buon gusto, io so farti una ricerca su internet.
Tu sei diplomatica, io ho la battutaccia pronta.
Ma devo dire che è una grande soddisfazione, averti convertito un po' all'inferno del pc.
Anche perchè se no erano cazzi, questa volta.
la cosa bella è stata proprio che ti pensavo anch'io e mi chiedevo come sarebbe stato quest'anno senza di te.
Che poi come dici tu, uno poi ci pensa e alla fine, non ha importanza.
La prossima domanda...quella che aleggiava.
Come sarà il prossimo anno?
Che paura.
Eh..ti ricordi? Che ansia che angoscia che pensieri.
Come sarà il prossimo anno?
Ora me lo chiedo lo stesso.
ma non, non, non, come sarà senza di te, perchè non sarà senza.
Sono stronzate, sicuramente, queste, come skype e tutto il resto. Voglio dire, di cose per me ne hai fatte di più grandi. Lo so.
Però sai. Capisci...tu che parli nelle casse del mio computer, conoscendoti...era fantascienza fino a qualche mese fa.
Ti arriveranno ancora i miei sms delle 7 del mattino, col tuo moroso che ormai non pensa nemmeno più che io sia il fantomatico amante.
E io continuerò a memorizzare sotto mille diciture dementi i numeri strani che mi chiami e dici "conservamelo per favore".
Però adesso potrò parlarti più spesso. e la cosa, non lo nascondo, mi rasserena.
Perchè, diciamocelo onestamente, per quanto tu cerchi le mie psicoconsulenze amichevoli, io necessito del tuo costante appoggio.
In fondo sono un esserino semplice. Mi basta poco, a farmi contenta.
nella fattispecie, un'iconcina che appare e mi dice che sei online.

martedì 9 dicembre 2008

Per C. che non leggerà

Mi mancherai.
Te lo dico anche se non sono sicura che vorrai sentirlo dalla mia bocca.
Ma anche se non vorrai, transiterai, se tutto va bene, da queste parti, per qualche ora, e allora forse dovrai sentire.
Per un ultima qualche ora, per un'ultima volta.
Non fai altro che ripetermi ultimo ultima ultime ultimi.
Te l'ho detto e ridetto, che odio sentirmi dire è l'ultima volta che ci vediamo non ci vedremo più lo sai io me ne vado non ci sarà un altro incontro non mi abbraccerai più non ci vedremo non saremo più insieme a chiacchiere fumerò per l'ultima volta nel tuo terrazzo e per l'ultima volta aprirò e chiuderò le ante della libreria.
mi viene da piangere, e non è da adulti piangere, non è da donne da ragazze cresciute da persone grandi e allora come faccio, se tu continui a ripetermi quella parola?
Mi mancherai.
credo che te lo dirò, comunque sia.
Forse quando sarai assonnato, quando sarai stanco, quando non avrai più voglia di sgridarmi se lo dico, quando non potrai ridere troppo e magari chiuderai un occhio su questa mia umidità oculare che mi prende quando le persone come te mi dicono che non ci sarà mai più mai più mai più.
Tu conosci Gaiman, chissà se ti ricordi nel libro, quando lui che segue il corvo gli chiede, ironico riferimento a quella terribile poesia...ti ricordi che dice...

Il corvo si voltò, piego la testa sospettosamente e lo fissò con i suoi occhi lucidi.
"Dì:-Mai più-"
"Vaffanculo" rispose l'uccello.

Ecco. Vorrei anch'io poter dire così, in un rovesciamento di ruoli, al corvo che imperterrito mi gracchia addosso, con la tua voce, il suo nevermore, nevermore...

domenica 7 dicembre 2008

complicanze

Quando ci avviciniamo a qualcuno, quando qualcuno diventa importante per noi, cerchiamo in lui ciò che abbiamo perso.
Cerchiamo l'affetto dei nostri genitori, cerchiamo i primi amori, cerchiamo gli amici persi per strada.
E insieme chiediamo a questa persona di riparare gli errori dei nostri genitori, dei nostri primi amori, di quegli amici persi per strada.
E ci stupisce, poi, che le cose siano sempre così complicate.

Certificato etico Anti-natale

Appeso sulla mia porta, regolarmente.
Con la speranza che qualcuno passi di qui e se lo voglia scaricare. Ecco link e testo.

http://www.selese.org/wp-content/uploads/2007/11/certificato-etico.pdf

CERTIFICATO ETICO


SI CERTIFICA CHE ………………………………………………………………. PRESENTA I SEGUENTI SINTOMI:

1. sente che il pianeta terra è malato;
2. sostiene che esso non potrà essere salvato senza un cambiamento del nostro stile di vita;
3. sostiene che il consumismo non serva a risolvere i problemi dell'economia, ma al contrario
aggravi lo stato di salute del pianeta di cui sopra, e contribuisca a svilire la spiritualità del
Natale;
4. non apprezza la falsa tradizione, di stampo commerciale, dello scambio di regali tra adulti intale ricorrenza, in quanto la nostra usanza prevedeva che i balocchi fossero donati solo ai bambini, peraltro attribuendone la responsabilità a terzi (Santa Lucia, San Nicola, GesùBambino).

PERTANTO SI PRESCRIVE:
che alla persona sunnominata non siano in ogni caso somministrate sostanze note come “regali di Natale”, in qualsiasi forma, che potrebbero provocare gravi sintomi di insofferenza. Né è opportuno, per gli stessi motivi, aspettarsi regali di Natale dalla stessa.
È sconsigliabile, inoltre,per preservare la salute del soggetto, parlare in sua presenza di articoli acquistati, scambiati,riciclati a scopo dono.

IN FEDE,


Un'iniziativa del “Sélese”
Distretto di Economia Solidale della provincia di Verona

sabato 6 dicembre 2008

imperfetta

Ho questa strisciante sensazione di essere una delusione.
Per mia madre, dopotutto, lo so, lo sono sempre.
per te, che sei la mia praticamente unica vera amica...lo sono anche per te?
Sono io, forse, che ho sentito un'eco di rimprovero nella tua voce, anche se non c'era, forse?
non lo so. ho anche paura di sapere.
Forse sei solo preoccupata che io mi infili dritta come un fuso in un ginepraio.
O forse davvero, mi disapprovi.
Ti deludo.
Con le mie debolezze. Con i miei errori. Col mio perdere di vista quella che è la strada giusta e buona.
La strada più veloce per arrivare a casa della nonna, senza deviare attraverso il bosco.
Ti deludo.
E incontro i lupi, e mi fermo a guardare i fiori.
E faccio sbagli. lo so. ti deludo.
Vorrei non essere così imperfetta.

...I fall upon the thorns of life! I bleed!

giovedì 4 dicembre 2008

riprovare.

Come quando resto per troppo tempo seduta in una posizione. Magari con una gamba piegata.
Mi alzo in piedi, e quasi mi cedono le gambe, una sensazione di dolore e fastidio che mi fa pensare di rimettermi subito seduta, di non provarci nemmeno, a muovemi.
Da qualche mese, soltanto, non mandavo curriculum chiedendo un colloquio per un'eventuale collaborazione e così via.
Eppure...come fossero stati anni, anni di gamba piegata, di seduta in una posizione scomoda, anni di ingessatura.
Che fatica, ripartire. Rimettere in gioco le mie carte, che non mi sembrano mai arricchirsi molto.
E' stato grazie a una chiacchierata, che ho deciso che era il caso di riprovare, per l'ennesima volta, a fare qualcosa di buono.
Non sono di grande ottimismo io, in queste faccende, quasi mai le cose vanno come vorrei, ma è bello avere di nuovo l'energia per riprovare ancora.
Vorrei poterti ringraziare, per aver saputo soffiare dolcemente sulle braci che dormivano dentro di me, per aver saputo risollevare le mie ultime energie, per averle nutrite e curate, per avermi detto che comunque non avrei perso la tua stima.
Vorrei tanto poterti ringraziare... ma è meglio non pensarci ora. già.

domenica 30 novembre 2008

uccellini...chissà....fino a quando.

A volte mi sento così, con te.
Un uccellino infreddolito, che aspetta nel nido...becco spalancato a chiedere ancora carezze ancora baci ancora ancora ancora.
Scaldami per favore stringimi tienimi parlami dai un contorno al mio corpo con le tue mani per favore per favore.
Chissà se si vede, quando inclino il capino verso di te, le mie piccole penne arruffate...chissà se si vede ...
Chissà. Pensiero ozioso. Sono sicura, che tu lo vedi.
Ti diverte, credo, la sensazione di potere quando ti sposti di quel centimetro che basta perchè le mie labbra non possano raggiungerti. Persino questo, mi piace, di te.

venerdì 28 novembre 2008

voglio il Nobel per Lansdale!!!!!!!!!!!

"Il messaggio del libro era che perchè tutto andasse nel migliore dei modi bastava soltanto credere nell'amore, e l'amore avrebbe riempito l'aria.
l'inquinamento riempie l'aria, tesoro, che noi ci crediamo o no. Per credere nell'amore ci vuole uno sforzo maggiore. E a differenza dell'inquinamento, l'amore a volte scompare."

Rumble tumble

E poi qualcuno osi dirmi che non è un genio. i suoi libri, inutile dirlo, mi danno dipendenza.

giovedì 27 novembre 2008

passi

A volte sento un rumore di passi, qui, all'altezza del petto, dietro, più o meno, al seno sinitro.
Dove dicono, ma non ci sono prove sperimentali, ci sia il cuore.
A volte sento un rumore di passi.
Leggeri, pesanti, trascinati o saltellanti.
Dipende dal visitatore, credo.
Ma è sempre piacevole. anche quando poi, allontanandosi, i passi amplificano il vuoto.

mercoledì 26 novembre 2008

vedendomi


Ricordo che l'ho scattata l'anno scorso, la vigilia di natale.
Frugavo in rete, alla ricerca di un'immagine che mi rappresentasse.
bastava guardare nell'archivio della macchina fotografica.

a che scopo

a che scopo partecipare al concorso?
Ci sono 4 posti, 3 decisi già, una sola che non si presenta e quindi lascia e forse l'unica il cui posto neanche è nella rosa delle mie possibilità.
A che scopo perdere un giorno di lavoro?
Andare fino là, sostenere quel cavolo di colloquio, e poi tornare a casa dopo aver fatto anche una figura scema, perchè, come ha detto qualcuno "se devo assumere voglio che abbia esperienza".
Sì,peccato che, pensandola tutti così, io l'esperienza necessaria non la maturerò...mai.
Basta.
Oggi sono triste.
Vorrei infilarmi sotto un sacco di coperte, tirarmele fino sulla testa e cancellare tutto.
Tanto non ce la faccio. E non ho neanche nessuno a cui dirlo, che non ce la faccio.
Potrei alzarmi e andare davanti allo specchio, per confessare a qualcuno i nodi e i grumi di queste giornate.
Di questo ennesimo boccone amaro.

lunedì 24 novembre 2008

una canzone



Devi dirmiiii voglio solo te, voglio solo te
Devi dirmiiii hai ragione te, hai ragione te
Devi dirmi scusami e feriscimi e implorarmi di non ucciderti
Dimmi se lui e' meglio di me lui e' meglio di me
e convincimi che tu pensavi a me tu pensavi a me...


Mi piace troppo questo pezzo, soprattutto queste frasi.

La capisco troppo,davvero, quella sensazione...quel desiderio di una bugia.



sabato 22 novembre 2008

dentro di me

se chiudo gli occhi e provo a scendere dentro di me, sento il rumore dell'acqua.
Come un pozzo profondo, o una palude.
E' freddo, limaccioso e buio, qui dentro.
Non dovrebbe mai entrarci nessuno, a parte me.
Come si può aprire le porte a un'altra persona e dirle "vieni, accomodati, questa sono io".
Che razza di regalo sarebbe?
Ci sono grate e serrature, a chiudere me stessa.
Mi concentro, chiudo a chiave, mi concentro, nascondo, sbarro la strada per il bene di chi si avvicina.
... il tuo più tenue sguardo, basta a far distrarre le mie sentinelle, così naturale che vorrei davvero lasciarmi aprire e guardare, e dirti "vieni, accomodati"...ma c'è l'acqua profonda, nera, io lo so che è solo un pozzo buio, una palude, e allora come faccio cosa faccio?
se mi vedi te ne andrai, o peggio inciamperai nel fango o ti bagnerà la nebbia.
E' faticoso montare la guardia, soprattutto quando mi verrebbe da lasciarmi andare, ma cosa vuol dire voler bene se non proteggere, per quel che si può?
O almeno, cos'è per me se non questo?
Quando mi guardo dentro non vedo quasi nulla, in tutto questo buio, sento l'acqua vicina, e mi ha sempre fatto paura, l'acqua di notte.
Nessuno deve bagnarsi, con questo freddo.
Se solo fossi davvero brava, se non facessi sempre errori.
Se solo fossi più rigorosa. Se solo non avessi così tanta voglia di essere avvicinata.
Vorrei avere da offrire qualcosa di più, un po' di luce, di calore.
Allora sì, che potrei dire "Ecco eccomi io sono questo, accomodati".
Ecco.

Associazioni di idee

....e tu mi domandavi se per caso avevo ancora quella foto in cui tu sorridevi e non guardavi, e quando io senza capire ho detto "si" hai detto "è tutto quel che hai di me..." ...

Dicendo che ti piace, me l'hai fatta ripescare.

giovedì 20 novembre 2008

partenze

non ci saremmo rivisti mai piu comunque, me l'avevi detto, che la nostra amicizia nata in un brutto momento della tua vita volevi cristallizzarla, bloccarla come una bella foto da riguardare.
poi mi chiami e dici " mi hanno preso mi hanno preso parto mi hanno preso".
E a me viene una cosa strana. Un senso, per un attimo, come di risucchio. come quando da bambina facevo il bagno nella vasca, e mia madre a tradimento infilava il braccio e zac! toglieva il tappo.
L'acqua se ne andava con quel rumore, e io restavo a rabbrividire per un lungo attimo prima dell'accappatoio.
Questa volta non ho trovato nessun accappatoio pronto, solo la vaga sensazione del freddo sulla pelle.
A me piacciono molto le partenze. Le mie partenze.
Viaggio da sola, non ci sono saluti alla stazione, solo quando riparto a volte, ma solo a volte, una mano si leva al binario, per dire ciao ciao fai buon viaggio stai bene e magari ciao ciao non ti dimenticare troppo presto e fai buon viaggio.
Ma quando le partenze sono degli altri, è diverso.
Ho sempre poca gente, nel cuore e nella testa. Si assottiglia, con gli anni, la collezione di visi.
Tu te ne vai, sono felice per te e non sarò, si sa, in aeroporto a dire ciao ciao stai bene e magari torna ogni tanto e pensami un po' eh e scrivi ciao riguardati ciao stai attento fai buon viaggio.
Sono felice per te, era quello che volevi.
E io adesso, però. che eri già lontano. sì. che non ti avrei, tu dicevi, più visto, sì.
ma ogni tanto me lo dicevi già "mi ricordi brutti momenti" e poi tornavi e sorridevi.
Non vai poi così lontano, lo so. Eppure. Non avrò neanche una scusa, più, per dire "hey mentre sei di strada, fermati per 5 minuti un caffè una chiacchiera un pezzo di pane che ho il pane in forno dai fermati e raccontami".
E' strano. O forse, come al solito, è solo che le cose definitive non mi piacciono.
le partenze altrui. Mi sento sul binario, a guardare i treni che vanno via.
Con la sensazione, addosso, del freddo umidiccio di questa pianura nebbiosa.
Però, te l'ho detto, sono felice per te.
Hai fatto tanto per. Spero che tu trovi quello che cerchi.

venerdì 14 novembre 2008

ma cosa voglio poi?

Vorrei un po' di pace, questo sì.
un po' di tempo da spendere come voglio, senza sentirmi in colpa perchè non sto lavorando o studiando.
maledetta io e la seconda laurea.
maledetta io e il lavoro sempre da costruire.
Camminare per Bologna il venerdì pomeriggio mi fa male.
Spuntano troppi nuovi negozi, a ricordarmi che la geografia economica della città corre troppo veloce, che io sono sempre fuori tempo, fuori moda, fuori.
Ci sono troppe coppie in odore di weekend, e soprattutto troppa gente con le valigie...che ha un posto dove tornare.
Mi rende triste. Infeltrita.
Mi riduco a guatare il cellulare in attesa di un po' di calore, anche di seconda mano. Un pugno di briciole.
Quando so, benissimo, che non dovrei.
Cosa voglio cosa voglio cosa voglio.
Adesso vorrei avere di nuovo la sensazione di potermi abbandonare per un attimo, di affidarmi ad altrui braccia e ricaricare le mie stanchissime batterie.

e basta sempre così poco

a colorare di grigio fumo il mio umore.
Anche solo un "sì" detto in fretta, quando io dico "mi han detto, sai, di non affezionarmi a te..."
" SI'!".
Era proprio quello che mi ci voleva. una sferzata di energia.

lunedì 10 novembre 2008

riciclo


mi piace questa idea.
Più della luce elettrica, mi piacciono le mie, se pur solitarie, cene a lume di candela.
Mi piace che poi si possa farci qualcosa, con quel che resta.
Non comprerò più portafoto :-)

domenica 9 novembre 2008

mumble

Vorrei sentirmi desiderata.
Proprio io.
sì.

Che razza di modo di ragionare che ho. Che razza.

venerdì 7 novembre 2008

Magick

Fino ad oggi, nessuna religione si è estinta per non avere promesso abbastanza; il crollo attuale di tutte le religioni è dovuto al fatto che la gente ha chiesto di controllare le garanzie

Aleister Crowley.

Mi inchino. Grandioso. Davvero.


p.s. e da uno che si firma Aleister non mi aspettavo nulla di meno.

soluzioni

Ho messo fasce e guantoni e caricato di pugni il sacco da boxe.
Ho messo le scarpe da ginnastica e il sacco si è preso i calci.
Ho messo la fascia in testa e sono uscita per correre un po', anche se lo odio.
Speravo a forza di cazzotti di spaventare la tristezza, di seminare la rabbia correndo via.

Devo proteggere me stessa.
Faccio un lavoro che mi porta a caricarmi di dolore e paura e odio e tristezza e dubbi.
Faccio un lavoro che amo ma da cui ogni tanto devo staccare.
Non posso, davvero, nella vita privata, continuare a lavorare.
Devo proteggere me stessa, ogni tanto.
Ma a quanto pare non sono capace, continuo a pensarci e pensarci.
Vorrei poter chiamare ogni tanto, qualcuno, e PARLARE.
Oggi proprio non me la sento, di farmi ancora carico.
Ho troppe cose nere dentro, adesso.
Credevo davvero che ci fosse uno spazietto anche per me. Che ci fosse un momento anche per me.
Di poter parlare, di potermi sfogare.
Di poter un po' dimenticare tutto e sentirmi bene.
Ma a quanto pare non è lecito.
Credo che mi rimetterò i guantoni.

giovedì 6 novembre 2008

è incredibile

come basti poco per far crollare tutto.
E' che a volte dimentico che tutto non è altro che bolle di sapone.
E mento a me stessa.
Spengo la radio, su radio 2 è finito "alle 8 della sera", e non ci sono più voci a tenermi compagnia stasera.
Ho voglia di rintanarmi sul divano, chiudere gli occhi e illudermi.
Sarebbe tanto stupido?
Tanto lo so, che non ci riuscirei...richiede troppa abilità, rammendare una bolla di sapone esplosa.

dolce

sentirmi abbracciata di fianco, così all'improvviso.
Sentire una voce gentile che dice qualcosa su salutare, su qualcuno.
Mi giro e vedo i tuoi occhi chiari e il rossore sul viso, il sorriso grande che dice "sono passato per salutarti, oggi compio 18 anni".
Lo sguardo luccica, mi abbracci di nuovo, borbotti.
Poi ti allontani, ti rincorro per strapazzarti 18 volte le orecchie.
"torna ogni tanto a trovarci, che ci fa piacere..."
"tornerò per salutare te..." mentre ti allontani.
Che dolce che sei.
18 anni.
Mi viene nostalgia, di quando li ho compiuti.
Di quando anch'io facevo quei sorrisi.
Grazie di esser passato a dirmelo, è stato un piacere farti gli auguri.

mercoledì 5 novembre 2008

yes we can




A volte sembra che ci siano proprio belle giornate.

martedì 4 novembre 2008

marbles


Lo so che non sono diamanti, ma biglie colorate, le piccole gioie della mia vita.
Ma a me piacciono, le biglie.
E poi, last but not least, sono tutto quello che ho.
Per cui per favore, smettetela di ripetermelo. lo so già. che è solo pacottiglia.

mercoledì 29 ottobre 2008

mi manca

Sto pensando che mi mancano un po' le tue carezze, anche se erano finte.
Anche se le facevi solo per non startene con le mani in mano vicino a me.
Mi mancano.
Mi manca il calore di una mano che mi passa sui capelli o sulle spalle, che si sofferma qualche secondo tra le scapole, come a voler far scivolare di dosso il peso della giornata.
E' un'altra di quelle cose che non (ti) dirò mai.
Non te ne importerebbe nulla, e sarebbe solo l'umiliazione di questo stupido animaletto randagio, e stupido, stupido, stupido.

domenica 26 ottobre 2008

tutto quel che vorrei stasera

è un po' di compagnia. Un po' di compagnia in cui ci fosse spazio anche per me.
non solo bocche che parlano e parlano e pretendono attenzione.
una mano che mi accarezza i capelli. una voce che legge per me. Qualcuno che ogni tanto mi faccia una domanda davvero desiderando di ascoltare la risposta.
Chissà perchè sto così. Dev'essere il ritorno all'ora solare che mi ha un po' sbalestrata.

domenica 19 ottobre 2008

pochi minuti

per l'esattezza TRE. più di così non riesco a correre, a quanto pare.
Ma va già bene, considerato quanto sono pigra, e quanto mi abbia sempre fatto schifo correre.
Però ci sto provando, urge una minima rimessa in forma (fisica e mentale), e oltre al sacco un po' di corsetta dicono mi farebbe tanto tanto bene.
Ci sto provando...mica tanto, lo so, qualche giorno che provo. ma insomma, 3 minuti di corsa e poi sono già li a camminare.
La cosa carina è che il mio quartiere è periferico di brutto, ora inizia a darsi arie da residenziale, ma per la polizia (oh yes) è ancora il quartierucolo con qualche spacciatore in più, con qualche casinello in più, e poi poco alla moda, insomma.
La cosa carina di tutto ciò è che di domenica mattina non ci vedi in giro un'anima, i pensionati che lo popolano saranno tutti a messa, immagino, e i suddetti drogatelli hanno fatto le ore piccole la sera prima.
Così posso fingere di correre in pace (più o meno).
3 minuti di corsa e qualcosa di camminata, e davanti a me un uomo un ragazzo una figura che cammina.
Sono senza occhiali, ovviamente, lo vedo sfuocato quel tanto che basta perchè mi ricordi te.
Non che ti abbia visto caminare chissà quante volte, si contano sulle dita di una mano, in effetti.
ma è l'aria, il capello, che poi tu li hai tagliati, mi pare.
è l'aria, il giubbotto, la falcata un po' scazzata un po' trascinata un po' risoluta.
Lo supero, fingendo un'energia che assolutamente non ho.
Ha gli occhiali scuri, anche se oggi c'è foschia, di sguincio inquadro una mascella mal rasata, un'aria vagamente ostile.
Come dire, così al volo, ti somiglia.
Poi non so, non mi sono fermata, ho proseguito contando i passi ancora un po', col vago pensiero a te.
Col vago pensiero che tu, per lo spazio di un sospiro, mi hai ridato la speranza che qualcuno potesse trovarmi interessante. E di questo ti ringrazio, perchè quella breve illusione ha dato energia a quei pochi giorni. E la vita sarebbe davvero troppo grigia, senza queste cose.

sabato 18 ottobre 2008

occhi(aie) a mandorla

Se vedessi mio padre capiresti che ha gli occhi della stessa forma. Nemmeno tanto a mandorla poi, avresti dovuto vedermi da bambina.
Credevano fossi strabica perchè erano tanto allungati da sembrare strani.
Invece le occhiaie non so, qualcuno mi ha detto che dipende dalla pelle olivastra, che è il mio colore, che pure se dormo (infatti) e mi riposo mi restano sempre quei segni di chissà quale vita dissoluta.
Grazie di avermi detto che avrei dei begli occhi, non fosse per queste occhiaie terribili.
"ma che hai? sei stanca? preoccupata?"
In effetti sì. Non che si capisca dal viso, che, come ti ho detto, è così di "costituzione".
Però..hai presente quando hai come un'epifania...e ti rendi conto di non sapere un cazzo?
Mi guardo allo specchio, a quasi 30 anni, guardo occhi(aie) a mandorla che rispondono con aria interrogativa e non sanno come giustificarsi.
Mi accorgo di sapere così poco. E tutti questi anni passati a studiare, a lavorare? Possibile che abbiano dato un così misero frutto?
Come se non sapessi nulla, o almeno, non sapessi nulla di veramente utile.
Ogni giorno scopro una nuova mancanza nella mia personale enciclopedia. ma come la posso colmare? Ho paura persino ad ammetterlo a me stessa che sarò, sempre, una studentessa alla ricerca di qualcosa.

giovedì 16 ottobre 2008

è idiota ma

il mio nomignolo non per niente è "coniglietto mannaro".
E poi il titolo, oddio che ridere.
Da 0.44 a 0.55 rispecchia me in sti giorni, poi.
Semel in anno licet...guardare video idioti!!!

mercoledì 15 ottobre 2008

lagnanze lagnose

Oggi ho voglia di urlare. Di lamentarmi a voce alta, elencando ogni singolo schifo che mi punge il cervello.
Sono stanca. Vorrei poterlo dire a qualcuno, che sono stanca.
Che non ne posso più di lottare contro la disorganizzazione, contro la burocrazia.
Che non ne posso più di sentirmi dire "sei una persona intelligente" perchè o non è vero o non serve a un cazzo, visto che alla fine non ottengo nulla.
Sono tanto intelligente che prendo uno stipendio che fa ridere tutti quelli a cui lo dico, sono tanto intelligente che l'ultimo uomo che mi si è avvicinato è riuscito a farmi credere che io per lui valessi qualcosa più di niente quando era vero il contrario, sono tanto intelligente che vivo precaria in qualsiasi settore della mia vita, l'unica mia certezza è il mutuo.
Cazzo.
Sono arrabbiata.
Sono stufa marcia di dover correre ogni giorno verso non so bene cosa.
Sono stanca. Cazzo.
Vorrei qualcosa per me, ogni tanto. Una soddisfazione, una pacca sulla spalla.
Uffa.
Sono stanca.
L'ultima conversazione, ieri sera.
"ma io, dimmi, che impressione dò come persona?"
"beh...sei molto formosa..abbondante. Sei come..una vecchia torta della nonna...".
Ora. E' tutto qui?
Alla domanda su che impressione dò agli altri, mi sai dire solo che sono sovrappeso e che ti ricordo una vecchia torta?
ma fanculo.
Volevo sapere se a vedermi in faccia mi si legge negli occhi o nelle occhiaie che sono stanca, che le mie speranze tremolano e che oscillo tra l'attaccamento e l'avversione per questa bolla di solitudine in cui rotolano i miei giorni.
Volevo, sotto sotto, che mi dicessi che un giorno qualcuno mi conoscerà e deciderà di fermarsi vicino a me. Che al di là dell'involucro, qualcuno ci sarebbe andato, un giorno.
E invece, esattamente a rovescio, mi rispondi solo dicendo che magari in un film a raccogliere riso vicino alla Mangano, ecco.
Il problema è che è l'ultimo dei miei pensieri, ora.
Vorrei stare bene, vorrei essere un po' serena.
E poi certo, come tutte, come tutti, avrei voluto vorrei essere bella attraente e così via, ma certo che lo vorrei.
ma prima, prima, vorrei per qualcuno ESSERE.

venerdì 10 ottobre 2008

mumbleggiando

a quanto ne so, ora state insieme.
a quanto ne so, vi siete conosciuti quando io e lui avevamo già avuto la nostra piccola chance, la nostra piccola parentesi.
a quanto ne so, non hai chiesto nè a me nè a lui se avevamo avuto una relazione.
a quanto ne so, l'argomento non è stato trattato perchè non ce n'era motivo
a quanto ne so, io sono sparita, per forza di cose, dalla vostra vita, prima che tra voi accadesse una qualsiasi cosa.
a quanto ne so, ora state insieme, dicevo.
a quanto ne so, io e lui non ci siamo più ne visti nè sentiti, nè lo faremo.
a quanto ne so, ti vuole bene, e tu ne vuoi a lui, o così ti sembra.
a quanto ne so, mi ripeto, sì mi ripeto, ora state insieme.

quello che non so...è perchè devi avercela con me.
Gelosia retroattiva?
Sei arrabbiata perchè, conoscendoti da circa 10 ore, avrei dovuto raccontarti che avevo avuto una piccola storia con un uomo che avevi appena conosciuto e di cui non ti importava nulla?
Considera, mia cara, che dopo 23 ore che ti conoscevo io sono andata via, per sempre, da te e da lui.
Ok. Lo so che sei una bambina, che ho quasi 10 anni più di te. Però mi fa ridere che tu faccia il broncio adesso.
Dopotutto, a quanto ne so, sono io che dormo da sola, da un pezzo. Mica tu. Sorridi, bocconcino.

giovedì 9 ottobre 2008

nuvole scure

La prima sensazione, quella più forte, è la nausea, il vomito, il rigetto.
La seconda sensazione è la voglia di urlare, di minacciare, di buttare all'aria scrivanie e fogli.
La terza sensazione è lo sconforto, il peso sulla schiena, la bastonata tra le scapole arrivata a tradimento ma forse neanche tanto.
Pensieri vagabondi all'alba, prima che suoni l'inutile sveglia.
Abbandonare il mutuo, la casa tutto, andarsene da qualsiasi parte all'estero perchè tanto qui non riesco a fare niente di buono.
Con il lavoro che sta andando a ramengo.
Con questa maledetta infame seconda laurea che mai ho voluto.
Con tutto questo mettersi sempre a novanta e poi accorgersi che appena ti sei rialzata un attimo hanno cancellato, stronzi, quello che avevi fatto.
e dicono pure di portare pazienza, che non è stato fatto apposta.
Sì però io adesso cosa dico "scusate, non hanno fatto apposta?" quando devo ricambiare tutte le ore e i giorni? Quando la banca vuole i soldi?
Scusate, non hanno fatto apposta, eccovi il mio rene, sperando di farvi gradito dono.

lunedì 6 ottobre 2008

consigli di un certo livello

Tutte queste deliziose coppie convinte che incontrerò l'uomo giusto.
mano nella mano, seduti vicini, così simili a forza di rispecchiarsi l'un l'altro.
"è questione di tempo, lo sai..anche io credevo..e poi.." "ci siamo incontrati e adesso vedi" "stiamo insieme, e sai è cosp che va.." "devi avere pazienza" "e guardarti intorno".
Continuano a finirsi le frasi a vicenda, le mani intrecciate sul divano vicini vicini.
Mi sento sempre un po' sulle spine, in questi momenti.
Non ho ancora capito quale risposta si aspettano da me. Ultimamente opto per un generico "mmmgggff"..chino un po' la testa, faccio un movimento tipo sì no forse come se avessi una mosca che mi ronza intorno e loro si guardano negli occhi, soddisfatti di aver portato conforto alla mia solitudine con la loro saggezza.
A volte mi suggeriscono di iscrivermi a una palestra (bella mossa, io odio questi ambienti, lo sapete cari), o a un corso di scultura (al liceo il mio professore di artistica era sconsolato davanti alla mia incapacità), o a qualche sito internet (sono nerd, certo, ma non mi piacciono le agenzie matrimoniali, virtuali o meno).
Preferirei che continuassero a guardarsi negli occhi, magari in un romantico silenzio, a questo punto.
Anche perchè, questi cazzo di discorsi deprimenti diventano pure peggiori se continuate a punteggiarli di bacetti e strusciatine, cari miei.
Mi fate sentire una guardona, oltre in una brutta puntata di "scherzi a parte"(che cazzo di suggerimento è "cambia supermercato, cercane uno frequentato da persone più giovani".)

sabato 4 ottobre 2008

appunto mentale


questa la dedico a me stessa.

giovedì 2 ottobre 2008

memento.

This is fish number six-hundred and forty-one in a lifetime of goldfish. My parents bought me the first one to teach me about loving and caring for another living breathing creature of God. Six hundred and forty fish later, the only thing I know is everything you love will die. The first time you meet that someone special, you can count on them one day being dead and in the ground.

(Survivor _ Chuck Palahniuk)

sabato 27 settembre 2008

ciac ciac

Il rumore delle cesoie che potano i rami secchi.
Mi ritrovo, in quest'autunno improvviso, nuda come un albero che non si aspettava di esserlo.
Non credevo fossero così malati e marci e secchi quei rami. non credevo.
ma poi ho avuto il coraggio di guardare, per capire come mai avessero un aspetto così malandato, come mai non si sentisse più la vita intorno a loro.
Rami morti.
Ciac ciac.
Potiamo, potiamo.
Preferisco saperlo, che sono sola. Tagliate via le parole stupide con cui mi cullavo facendo finta fossero vere.
Via via. Ciac ciac.
Almeno ora, così potata, posso pensare che un giorno butterò germogli, forse.
O forse no, ma almeno, la lurida cancrena che infestava i rami morenti non può diffondersi facilmente.

fantasticando

- vorrei investirla con la macchina.
- ti capisco.
- nooo...come mi capisci!!! dimmi che sono cretina e non ci devo pensare più.
- oh, io ti capisco. Fossi in te la chiamerei e le direi quello che non sa.
- See..le rovino sta cosa...per l'anima del cazzo. Per far star male pure lei???
- Io lo farei. Sto male io, stan male anche loro.
- "muoia Sansone con tutti i i filistei"...sti cazzi.
- Ali, tu per me sei idiota. Stai qui a stare male. Investirla con la macchina ci starebbe tutta, ma non si può. Perchè non le racconti?
- lascia perdere.
- secondo me in fondo sei buona sai? Dici dici e poi non le farai mai un cazzo.
- la parola giusta è pirla. p.i.r.l.a.
- anche.
- però ci penso ogni tanto, che vorrei prima dirle tutto, e poi passarle sopra. anche in retromarcia.
- sì sì...ci pensi ci pensi..ma poi non lo fai mai.
- cosa vuoi che ti dica. Sono solo chiacchiere e distintivo mi sa.

venerdì 26 settembre 2008

la famosa epifania joyciana.

...che ho l'astuzia di un cane da canile, un cane un po' scemo però. Di quelli che stanno li e ringhiano ringhiano ringhiano. poi arriva uno. magari distrattamente ti tamburella con le dita sulla testa perchè è sovrappensiero. e tu, cagnetto cerebroleso, lo prendi per una carezza.

No dico...fai pure un p0' pena eh? faccio pure. un po'. sì.
That's all, folks.

giovedì 25 settembre 2008

evviva il fai da te

http://hugmachine.org/
No dico. Ti dicono proprio come fare.
Ok, ci vogliono i pannelli di legno, le cerniere e tutto quanto.
Ma è fattibile. ciò mi rassicura assai.
Stasera innaffiavo il rosmarino sul terrazzo e pensavo che non ho nessuno a cui chiedere un abbraccio ogni tanto. Anzi no, magari se vado lì e chiedo Elena mi abbraccia, e anche Luca se lo becco una sera che non è al laboratorio di teatro. Se vado lì e chiedo.
Non ho nessuno da cui ricevere un abbraccio senza chiederlo. Spontaneo. Avvolgente.
Ho bisogno di contatto fisico.
E, miracoli della tecnologia, basta scrivere "hug machine" qua su firefox, e via, ti trovano anche come costruirtela.
In questi momenti adoro internet.
Ha qualcosa di così smaccatamente americano tutto ciò: non ti aiuta per niente ad uscire dal tuo isolamento, non gliene frega una beata mazza di questo, ma ti offre la possibilità di non affrontare il problema, comodamente a casa tua. Fingi che tutto vada bene. Crea la tua macchina per abbracci.
Meditate, gente, meditate. E sabato pomeriggio tutti a comprare le assi e il resto!!!

mercoledì 24 settembre 2008

La cipolla è fantastica. Lode all'evoluzione naturale che l'ha prodotta.
Posso affettarla meticolosa sul tagliere, e intanto piangere e dire a me stessa "ma no dai è colpa dell'acido sulfenico".
E poi quel filo d'olio, e il rosmarino, e il vino per sfumare e la casa si profuma di soffritto, che a me piace che mi fa famiglia e non casa vuota.
E con la zucca, con la zucca...e una spolverata di pepe. Perfetto.
Sia lode a lei.
Stasera poi...ho deciso. Ceno a lume di candela e di Woody Allen, già pronto in lingua originale, per non perdere le sane abitudini.
Stasera è autunno e io sto in vestaglia, quella di quando feci le tonsille più di 15 anni fa.
Stasera ho già in mente la futura tisana che ingollerò, che di sicuro la addiziono di cannella ma non ricordo cos'altro ci sia dentro.
Per una serata perfetta sarebbe bello poter cancellare dalla mente certi ricordi che non hanno alcun fine se non quello di addolorare un po', ma il vizio virtù della mia testaccia è che fatica a fare questo procedimento. Va bene, non si può avere tutto e quindi cerchiamo di fregarcene.
Dopotutto, a pochi metri da me...la zucca e la cipolla iniziano a corteggiarsi.
E poi è autunno. Di nuovo. Un sacco di foglie secche da far scricchiolare sotto la bici. Un sacco di libri da leggere la sera sul divano sotto il plaid. Un sacco di buoni propositi da continuare a portare avanti.

lunedì 22 settembre 2008

sangue

Il mio sicuramente scorre. E pure con impegno. Se scorresse solo DENTRO di me e non avesse tutta sta fretta di vedere il mondo, sarebbe meglio, certo. Voglio dire, ogni tanto va bene, ma ci stai mettendo un po' troppo entusiasmo, ragazzo.
Che poi...proprio oggi mi domando...mi balocco col pensiero...di quanto sarebbe diverso se fosse invece il tuo di sangue, a uscirsene un po' in giro, cazzo...che bello sarebbe?
E' infantile pensare che ti odio? Sì lo è.
E' infantile pensare che vorrei darti un destro fatto bene in faccia e guardarti mentre squittisci cazzate e ti si sporca la maglietta di rosso? Sì lo è.
E quindi? totalino infantilismi: due.
Ciò non toglie che lo vorrei troppo.
Che poi...mi accontenterei di spaccarti il naso. Mica un'emorragia eterna. Dico davvero.
Solo spaccarti il naso. E starti a guardare. Anche questo, non per l'eternità. Dico..che so...5 - 6 minuti.
Ti sembra che stia chiedendo troppo? Suvvia, sii onesta, ti sembra che ti chieda troppo? A me sembra di essere davvero generosa.

sabato 20 settembre 2008

notizie

La mia amica di sempre si sposa.
E' più giovane di me, e quando la mia convivenza collassava schiacciando la mia vita sotto le materie, lei iniziava.
già.
sono passati due anni.
E ora si sposa.
Sarò testimone.
E, atea convinta, dovrò anche entrare in chiesa, per farlo.
Non lo farei per nessun altro, certamente.
Ma è comunque faticoso, ora, pensarci.
Sono successe tante cose.
E l'ultima ora è che tu ti sposi, e me lo annunci apposta in mezzo a mille persone, sottovoce, in modo che io non possa reagire in alcun modo.
Va bene.
Sarò testimone. Sarò in chiesa.
E' tutto molto strano.
tra noi due quella che diceva che un giorno avrebbe avuto un figlio e una famiglia, ero io.
Si cambia, nella vita.
Tu volevi girare il mondo. Hai un lavoro sicuro, un futuro marito ricco, e l'idea di un figlio tra poco.
Io viaggio quando posso e come posso, ho un mutuo al posto del figlio, e metà del letto sempre fredda.
Come si cambia.
Ma non temere. Sarò una testimone bravissima. Non permetterò a nessun prete di confessarmi o altre schifezze, ma ti assicuro, bambina, sarò al tuo fianco in chiesa.

venerdì 19 settembre 2008

se mi rilasso...collasso

Oggi avrei solo una gran voglia di mollare tutto.
Di non provarci neanche più, a tirare avanti
E' un continuo prendermi sputi e porte in faccia, un continuo lottare per cercare di non farmi sommergere del tutto dallo schifo.
Quasi 30 anni e mi rendo conto di non aver costruito nulla.
Non c'è niente a cui aggrapparsi per dire "l'ho fatto io, questo".
non una famiglia. non un lavoro un po' avviato. non una prospettiva decente.
niente. la cosa più solida che ho è il mutuo da pagare.
Il futuro si avvicina a grandi balzi e non ha esattamente un buon odore.
Cosa cazzo devo fare?
Io vorrei scendere, vorrei cedere il giro a qualcun altro, adesso. Sono stanca di correre e arrangiarmi in tutti i modi, per sentirmi poi anche dire una marea di stronzate.
Oggi è un'altra giornata così. Vedrò di spremere qualcosa di intelligente da questo pomeriggio piovoso.

mercoledì 17 settembre 2008

ho paura

E avrei bisogno di poterlo dire e raccontare.
Non si può. e quindi lo scrivo a me stessa.
Quest'anno mi fa paura.
Ogni anno qui è una scommessa nuova, dice bene Luca che chiede se il mio futuro è ora meno nebuloso della lettura della mano.
No, non lo è.
E considera che, l'unica volta che mi hanno letto la mano, la tizia me l'ha richiusa dopo un po' dicendo " no no questa rottura qui, questo segno, non lo voglio neanche vedere, dai".
Mah.
Io ho paura. Da dove caverò fuori altre energie, altre risorse? E poi...
Ho paura. Per fortuna la sera sono così stanca che dormo per forza. Non si puà ricominciare con l'insonnia.

martedì 16 settembre 2008

nei miei sogni.

Dev'essere colpa del cambio di stagione.
E del vivere in un condominio.
O forse la combinazione delle due.
L'età media della gente qui intorno è oltre i 50.
E quando passo dietro, vicino ai garages, la domenica mattina, o il sabato pomeriggio...c'è sempre qualche saracinesca alzata e dentro qualcuno che combina non so cosa.
Non voglio fare la ficcanaso.
non mi avvicino mai abbastanza da sbirciare davvero dentro.
Qualcuno sistema la bicicletta, qualcun altro traffica in mezzo a degli scatoloni.
E io fantastico di avere qualcuno anch'io, in casa, che il sabato pomeriggio scende in garage e mette a posto una mensola, o dà l'antiruggine alla bici, o qualcosa di simile.
Sono cresciuta con un padre che è sempre stato mastro aggiustatutto, non l'ho mai visto senza un attrezzo in mano, quando tornava da lavoro, e anche ora se piombo all'improvviso in casa dei miei lui è quasi sempre giù a lavorare a qualcosa. Forse anche questo influisce.
Ma qualunque sia la ragione...è qualcosa che sento che vorrei davvero.
Quando penso ad una relazione.
mi vengono in mente poche scene: la sera nel letto, leggere di fianco a lui, prima di dormire.
La domenica, io che cucino ascoltando la mia musicaccia sguaiata, o che preparo qualcosa per il lavoro, e lui che combina qualcosa nel garage.
E le risate. E gli abbracci.
Un quadretto quasi rivoltante, per quanto è pieno di melassa, ora che lo rileggo.
Eppure.
Eppure è questo che immagino.
Ho sempre sognato, da bambina, di diventare una di quelle signore coi capelli azzurrini che passeggia al mare al braccio del marito che porta i calzettoni anche in spiaggia. E che la domenica, mentre io ripeto sdolcinatezze a un viziatissimo cagnolino, si rintana in garage a sistemare per l'ennesima volta il ferro da stiro che non funziona bene.
Forse non è colpa del cambio di stagione.
Forse sotto questa scorza dura e questo umorismo da caserma, si nasconde una scorza dura e un umorismo da caserma, ma dall'immaginazione rivoltantemente sdolcinata.

domenica 14 settembre 2008

si è suicidato. Merdimonio

Oh cazzo. Un'altra persona che ho amato a distanza attraverso le sue opere. E ora è morto.
Cosa posso dire, se non..merdimonio?
Se ne sentirà,e parecchio, la mancanza.
Merdimonio. Merdimonio. Merdimonio.
Ci mancherai. L'ho già detto, e allora?
Ci mancherai. Non credo tu possa sentirmi, ma non so, nonna diceva sempre che i morti ascoltano...comunque sia..se leggi...io avrei voluto che tu continuassi a scrivere.
Non so che motivo tu abbia avuto per impiccarti. Sicuramente uno che dal tuo punto di vista era ottimo.
Avrei tanto preferito leggere della notizia di un tuo nuovo libro. Tanto perchè tu lo sappia.
Ecco. Merdimonio.

voglia

Oggi ne avrei proprio voglia.
Complice il primo cielo autunnale della stagione. Complice la domenica, per definizione il giorno più solitario della settimana.
Oggi davvero mi piacerebbe che qualcuno mi chiedesse "mi leggi una storia?".
Forse è perchè adoro quando leggevano per me, quando ero piccola.
Solo L. l'ha fatto, poi, tanti anni dopo. Accoccolati sul divano, io mi acciambellavo addosso a lui e lui leggeva e leggeva. come stavo bene.
Ogni tanto ricambiavo il favore, era bello.
Leggere per qualcuno. Chissà perchè mi piace così tanto.
Eppure adesso mi piacerebbe così tanto, che ci fosse qualcuno qui desideroso di chiudere gli occhi e ascoltare.
L'ultima volta leggevo Camilleri a mamma in ospedale, ora ricordo. ma sono passati 4 anni.
Dovrei mettere l'annuncio sul giornale.
offresi lettrice. C'è da dire che non sono molto brava, in realtà, ogni tanto mi mangio ancora le parole come da bambina, e non so impostare la voce. Però ci metterei tanto entusiasmo. Ecco.
Offresi lettrice. Non professionale, ma entusiasta.

sabato 13 settembre 2008

treni

Mi piacciono i treni di notte.
Guardare le facce, la gente, i gesti a cui ognuno si lascia andare sentendosi protetto dal buio.
Questa sera c'erano tantissimi posti vuoti, nella carrozza, e questo ragazzo preferiva rimanere negli spifferi davanti alla porta, a fintare ganci e diretti e montanti con se stesso.
Non aveva l'aria del pugile, più dello studente d'arte, spettinato, occhiali, magrolino.
Sono arrivata alle sue spalle in silenzio, dopotutto dovevo solo scendere alla fermata dopo...si è fermato col gesto a mezz'aria, e l'espressione un po' colpevole.
Lui ha visto una ragazza pallidina con le fibbie nei jeans e i teschietti alle orecchie, chissà se ha pensato anche lui che sui treni di notte ci sono tipi strani.

"sei piena di pagliuzze...ma anche in posti dove non è il caso te le tolga io"

Ieri sera ogni tanto stavo per chiedertelo, se hai una fidanzata, o un fidanzato.
Devo ancora capire un sacco di cose, di te.
A volte sembri quasi non esistere. Sei informato su un sacco di cose, si può parlare di politica, di vecchia musica, dei ragazzini di oggi, della cronaca nera locale che scrivi, e anche tirarsi qualche pagliuzza secca, accasciati sul prato sperando in un po' di brezza.
Ma di te, cosa so? Quasi nulla, le informazioni le giri e le rigiri e ogni volta restituisci sempre quelle, come se su di te non ci fosse altro da dire.
E' strano, non ho mai incontrato nessuno così restio a rivivere qualche ricordo.
Eppure dovresti averlo capito, ormai, che se mi dici che hai il ragazzo io non è che urlo sconvolta.
E' che non mi sembri nemmeno omosessuale. Onestamente...mi sembri quasi asessuale. Boh?
Comunque, mi hai fatto sorridere.
"allora la vuoi vedere la libreria bicolore che prendi tanto in giro?"
"..un'altra volta, sicuramente..così ho una scusa per..abbiamo una scusa per...cioè c'è una scusa per una scusa per..una scusa per non rimandare".
A dire il vero sei tu che rimandi sempre. Non per niente erano sei mesi che non ci incrociavamo, se non mi faccio viva io tu scompari. Lo so che lavori tanto e con orari opposti ai miei.
Io mi alzo la mattina presto, tu finisci la sera verso tardi.
Mi domando quanti mesi passeranno questa volta.

lunedì 8 settembre 2008

eeeeeeeeeeeeeeeeeeeexxxxxxxxxxxxxxxx

Forse sono io, che non lascio il segno.
Tre storie importanti, nella mia vita...tre storie finite e ora tre persone che si sono rifatte una vita, un'esistenza, un amore.
Di L. non ho notizie di prima mano,è vero, ma mi hanno fatto sapere con solerzia.
Tre persone, sopratutto lui, che quando me ne sono andata hanno versato qualche lacrima e mi hanno chiesto di tornare, subito dopo.
Ma la vita continua.
e infatti si sono ricostruiti altre storie.
Ho sempre pensato che fosse normale.
ma ora mi domando se non sono io, che non lascio il segno, semplicemente.
A quanto pare non è così normale.
A quanto pare è il contrario, il normale.
Il normale è che ogni cazzo di uomo passato per la mia vita negli ultimi due anni mi abbia detto, dopo una volta, o due, o tre, o quattro quando proprio mi andava bene
"tu sei molto dolce ma mi sono accorto di amare ancora la mia ex, volere ancora la mia ex, pensare ancora alla mia ex".
tutte queste donne sono così speciali? cazzo..beate loro.
ma soprattutto..questi imbecilli...se ne accorgono sempre dopo?
Dopo averle tradite, dopo essersi fatti lasciare, dopo essersene andati, dopo aver preso decisioni o non averle prese, dopo un sacco di cose.
Eppure si accorgono che le ex mancano così tanto, si accorgono che non sanno più come vivere senza di loro, adesso che sono passati nella mia vita.
a volte, quale originalità, mi dicono "sai non è per te, sai tu non c'entri sai non pensare non ha a che fare con te".
Ah sì? Sarà la teoria dei sistemi che ormai mi scorre nelle vene, sarà che trovo idiota pensare che le persone siano isole, ma non posso credere davvero al tu non c'entri un cazzo.
La cosa giusta da dire sarebbe stata "sai non è che l'ho fatto apposta per fare lo stronzo con te, sono un bambinone malcresciuto che vuole fare quello che gli pare e poi tornare dalla mamma..ah no scusa volevo dire ex".
Evidentemente queste donne hanno qualcosa di speciale, qualcosa che io non ho.
Io sono "tranquilla" mi hanno detto, ma forse insignificante sarebbe meglio, a quanto pare.
Sono sacrificabile, non lascio il segno in presenza o in assenza.
Come direbbe Allen "in caso di guerra io sono da dare in ostaggio".

parental advisory: explicit thoughts

Non riesco a concentrarmi. E so che dovrei.
ma è perfettamente inutile. cazzo.
Vorrei aprire la vetrinetta e lanciare una ad una contro il muro tutte quelle orribili tazze.
cazzo. So benissimo che sarebbe inutile, e ovviamente dovrei anche pulire, dopo, ma ne ho una voglia.
Brutta testa di cazzo che sei, brutto stronzo, lo so che per te sono stata l'ennesima tacca sulla fondina del tuo sacro uccello. Che per inciso, poverino, lui non è neanche male, peccato che sia attaccato a te.
Vaffanculo. Per me, razza di carogna, per me tu eri speciale, anche se dubito fortemente che la cosa ti abbia mai interessato.
Perchè sto qui a pensare a te adesso? Che cazzo ne so, perchè. Per quel che so io di te ora potresti anche esserti impiccato con la tua stessa linguaccia.
Fanculo. Mi sei apparso in mente mentre cercavo di elaborare un discorso decente su Ajuriaguerra, che non saprai neanche chi cazzo sia, fanculo a te.
Credo che ora prenderò una tua foto, la appiccicherò sul sacco da boxe, indosserò le fasce e i guantoni, e ti dimostrerò tutto il mio energico affetto. Spero che ti arrivi un pugno in faccia, come in rito Vodum riuscito bene. Stronzo.

venerdì 5 settembre 2008

istanti

La macchina ha tagliato la curva.
decisamente.
La svolta a sinistra così secca l'ha fatta venire completamente nella mia corsia, quella opposta a dove doveva essere.
Essere in bici ha fatto sì che io stessi andando davvero piano.
E ho fatto in tempo a buttarmi parecchio di lato, praticamente sul marciapiede, anche se volevo svoltare dall'altra parte.
E non c'erano altre macchine.
Altrimenti probabilmente non avrei fatto in tempo a spostarmi, che sarei finita sotto altre ruote.
Suppongo ci sia un significato in tutto questo.
Del tipo che devo decidermi a comprare un caschetto da bici, per esempio.
Del tipo che davvero, ci vuole poco, a togliere questo granello di polvere dal pavimento della Terra.

dove osano i nerd

Perchè a quest'ora dovrei dormire. Considerato cosa devo fare domani.
Riesco a sentire la voce di Elena, di quando mi ripete "che nerd che sei" e ride.
già già.
Stasera mi trastullo su flickr.
Dopotutto, quelle foto, averei voluto mostrarle a qualcuno. non sarà possibile, per cui le mostro a chi passa su quella pagina,per volontà o per caso.
E le foto di M. quelle invece le tengo per me, le guardo e mi ricordo e sorrido e le mostro solo ai sorrisi di Elena e di Martina, perchè così continuano a ridere e a insultarmi e a chiedere e a dire.
Solo che ora dovrei dormire, invece di scribacchiare e trovare scuse.
Bah.

giovedì 4 settembre 2008

buoni propositi

Sono fatta così, l’abitudine a lavorare con le scuole mi fa pensare, da anni, che tutto ricominci a settembre, non a gennaio.
Convenzione per convenzione, il mio calendario personale inizia con l’autunno.
Così mi ritrovo a riflettere, a stil(l)are gli ultimi sudori estivi e gli elenchi di cose da fare.
I buoni propositi me li scrivo, per ricordarli meglio.Non ho rispettato del tutto quelli dell’anno scorso, per quello il primo resta sempre lo stesso, nella speranza un giorno di tramutarlo in fatto assodato, per quello alcuni sono gemmati da anni precedenti.
Quello che mi importa è provarci, realizzare qualche passo qui, qualche colpetto là.
Anche perchè ne renderò conto solo a me stessa, e ho smesso da un pezzo di barare, con un tale avversario. E poi mi scopro sempre, quando bluffo.

1. Il lavoro.
Questa immutabile precarietà (che ossimoro doloroso) mi snerva. Devo riuscire a consolidare un minimo la mia professione, a rendere le cose un po’ più stabili, un po’ più fluide, non questo avanzare a saltelli e a periodi di totale buio.
Non posso continuare così, perché non è solo stressante,è anche impossibile economicamente.
Devo fare pubblicità, devo fare altre cose remunerative, devo trovare il modo di rompere il muro di raccomandazioni e nepotismi di questo ambiente.

2. L’università.
La seconda laurea costa tempo, soldi, fatica.
Sono almeno altri due anni, se sono brava e tutto il resto.
L’obiettivo è passare esami al primo colpo, quanti più possibile, ottimizzare i tempi e ridurre al minimo sindacale gli aggressivi giramenti di palle legati a tutto questo.
Che poi a me questa laurea sembri idiota, che non sia qualcosa che mi interessa, che lo faccia solo per avere un giorno un posto fisso a cui appoggiare la mia professione, dimenticarlo, per i prossimi due anni.
Che devono essere quelli dell’impegno. Del risultato. Dell’arrivare a finire e liberamene.

3. Gli uomini.
Due anni a seguire alla lettera il mio stesso proposito,non cercare uomini, non cercare storie, non cercare un bel cazzo di niente.
Eppure ogni tanto qualcuno inciampava sulla mia strada, ed era una telefonata, un incontro, un cercare la mia presenza, a cui sempre, poche volte ma efficaci, sempre (one shot one kill decisamente) seguivano i tre possibili finali..sei dolcissima ma è tornata la mia ex, sei dolcissima ma rivoglio la mia ex, sei dolcissima ma proprio per questo meriti di meglio di me (ho lasciato per ultima la creme de la creme!!!).
Finisce sempre con lo stesso amaro in bocca, con la sensazione di non valere la pena, col movimento fluido del miavvicinoateticonoscounpo’menevadociao.
Questa volta facciamo diversamente. Il proposito è rifiutare. Non tanto non cercare, ma rifiutare qualsiasi avvicinamento. Per davvero.

4. Il risparmio.
Vivo in una città piccola, e ho un marsupio enorme in cui avvolgermi se piove.
Quindi la bici può benissimo sostituire la macchina anche nei mesi più freschi, tolto l’andare in quel cazzo di paesino a lavorare, che almeno lo servissero decentemente gli autobus.
Ma l’obiettivo risparmio rimane, meno spese di carburante, e zero grilli per la testa di iscriversi a una palestra per cui non ho né tempo né soldi, piuttosto pedalare, donna, pedalare.
Niente spese inutili, questa è la norma…ma ricordarmi di accumulare la plastica e portarla, anziché alle campane, al punto di raccolta, quando è abbastanza, così mi danno almeno indietro qualche soldo, i maiali.

5. La casa.
Il risparmio è anche in funzione di questo…ficcare un po’ di soldi nel mutuo, abbassare quella rata capestro in cui mi sono infilata.
E magari piano piano, ma molto piano, finire di sistemarla…la sala..il bagno..quelle cose lì. E pensare che lo faccio per me, che va bene così, smetterla con l'idea che senza nessuno a cui lasciare le cose, non vale neanche la pena farle.

6. Le persone.
L'unico che davvero saprà qualcosa di me è F., perchè non è solo un supervisore, ma un amico, e l'unica persona al mondo, dopo mio padre, a non aver mai usato le mie fragilità per ferirmi.
E considerato che mio padre, per noti e affastellati motivi, mi ama a quella distanza per lui giusta per me abituale che è fatta di silenzi e piatti pieni...resta solo F. con la sua calma e accoglienza e il suo amore che mi dimostra sempre, anche da tanto lontano, ricordandosi di me e di chiedermi davvero, ad ogni telefonata "come stai? raccontami".

7. Lo scrivere.
il mio numero preferito, il sette. una delle mie attività preferite, dopo respirare e leggere, lo scrivere.
ci sono quei progetti rimasti a metà, e quelli feti nel mio cervello.
L'idea è tirarli fuori, di provare di nuovo...è stato bello quando sono arrivate le cose pubblicate...è stata la mia soddisfazione. Provare a farlo di nuovo, ancora una volta.

mercoledì 3 settembre 2008

Wilfred la volpe

la depressione e l'insuccesso fanno parte della vita di tutti, anche di coloro che sono più felici e che hanno i maggiori successi, direi soprattutto di coloro che sono più felici e che hanno più successo; è il prezzo che si paga se si ha la ventura di incontrare gioia e successo sulla propria strada...

Bion lo devo leggere piano piano.
Perchè è difficile, perchè scrive denso denso.
Perchè mi fa anche male, spesso, leggerlo.
Ma questo non era un testo vero e proprio, erano le sue lettere.
Che strano, leggere queste parole in una lettera per la moglie.

A me, comunque, ricorda la volpe. Ricorda il mio essere, in parte, una piccola volpe. Che sa che c'è un prezzo, per il colore del grano e tutto il resto.

E anche quando fa male, come quando rileggo queste parole, sento che risuonano. Non tanto per il successo. ma la gioia, ora lo so, ci sono stati momenti in cui l'ho incontrata e le ho persino stretto la mano.

lunedì 1 settembre 2008

insieme

a meno che non stiamo parlando di matematica, vogliate ficcarvi su per il culo questa parola.
L'ho sentita dire troppe volte.
Il guaio della mia memoria è che quando inavvertitamente ci frugo dentro ( e a volte basta solo un profumo nell'aria, o una parola non rivolta me) è come se rompessi a testate il fottuto vaso di Pandora.
Venghino avanti, prego, coloro che si sono riempiti la bocca e le mani di queste parole del cazzo.
Lo faremo lo affronteremo lo vivremo insieme, lo debelleremo lo sistemeremo lo raggiungeremo insieme, non sei sola sei insieme a me, insieme a te ci sono io, la soluzione la troviamo insieme, glielo diciamo insieme, questa emergenza la gestiamo insieme.
Rullo di tamburi. Il podio va a:
2002
- quando è morta.
2003
- quando avrei avuto bisogno di qualcosa, fosse anche solo un fazzoletto per nascondere le lacrime.
2004
- l'ospedale, di nuovo.
2007
- quando ho avuto paura, davvero, che sarei morta lì.
2008
- adesso, che ho paura di nuovo. E non di una persona, questa volta.

Non esiste INSIEME.
Perchè continuo a volermi aggrappare ai rovi con le mani?

O forse non è qui il problema
e ognuno vive dentro ai suoi egoismi vestiti di sofismi
e ognuno costruisce il suo sistema
di piccoli rancori irrazionali, di cosmi personali,
scordando che poi infine tutti avremo
due metri di terreno...

Lo so, che posso fare da sola. Lo so perchè poi lo faccio, da sola.
Ma mi fa ancora male, come un livido sempre rinnovato, quando mi si dice "insieme" e poi non è vero.
Perchè, ancora, come un cane che non ha preso abbastanza bastonate, spero che questa volta la carezza arrivi davvero.
Dovrei smetterla, e basta.
Diventare davvero il mostro che a quanto pare per alcuni già sono.
Di ferro e cemento. Senza nessuna parte molle.
Non mi sono mai piaciute quelle persone. Ho sempre pensato che fossero molto sole.
ma tanto lo sono comunque. Almeno smetterei di pungermi le mani ogni volta che mi aggrappo a qualcosa.

back in Italy

...e vorrei già fare un'altra valigia.
Non leggerai mai, ma grazie di tutto. Cercherò di seguire i consigli e il resto.
Allenerò la r, guarderò coi sottotitoli per rubare altre parole per il mio personalissimo dizionario.
Questi giorni sono stati preziosi, per affrontare tutto quello che sta già buttandomisi addosso ora che sono qui.
Vorrei non pensare. Spegnere il cervello.
Ma come dicevi tu.."tu pensi tanto". Già.
Va beh dai, lo sapevo anche prima, che andava così.
Quando si va via, si sa, che poi al ritorno si trovano sempre macerie dove credevi di avere una casa.

giovedì 28 agosto 2008

Cøbenhavn

Ho calcolato male i tempi,e ho ancora qualche minuto di connessione.
Che dire, in qualche minuto.
C´é da camminare, qui, da camminare e da vedere. in ogni angolo.
Piove a rovesci perenni, io sto imbozzolata nella plastica trasparente, marsupio economico comprato per 2 corone, una robetta da nulla ma fa il suo sporco lavoro contro l´acqua.
Ogni giorno caminare e camminare, con il naso in su a guardare le case, le finestre, le fontane, le chiese, le persone, che sono tutti alti e bellissimi qui.
Ivichinghi, i vichinghi. Come una bambina piccola vorrei tirare qualcuno per la giacca dicendo "guarda guarda..i vichinghi".
Sono bellissimi.
Gli uomini, le donne, i loro fantastici e numerosi bambini, testoline che spuntano dai carrettini attaccati alle bici dei grandi, come in Olanda.
Che bello.
Piove, piove, e c´é freddo, e il porto, e uno sta lí e si guarda tutta questa meraviglia intorno...e a me viene voglia di indossare un maglione ancora piú pesante di quello che giá mi avvolge e di rifugiarmi in una di quelle case con le finestre enormi che hanno loro, e accendere il caminetto e guardare fuori per ore.
Morten vive attaccato alla strada delle puttane e dei sexyshop, a qualsiasi ora senti le ragazze e i clienti contrattare, la mattina la prima cosa che vedo quando scendo per uscire sono i giocattoli erotici e i travestimenti da infermierina, studentessa, dominatrice..
In mezzo a tutto questo c´é una chiesa, fa un effetto un po´ strano.
In casa sua, non ho capito esattamente perché, non ha praticamente lampadine, se non nel bagno e in un punto della sala..per cui di sera ( e si fa sera presto, con questi nuvoloni) accende candeline qua e lá e io faccio lo stesso, quando all´improvviso mi accorgo che é piombato il buio.
Si sta bene, qui.
Mancano solo verdura e frutta, quello sí, il mio bisogno di ruminare clorofilla non viene soddisfatto, ma per il resto é una cittá da favola.
Me la ricorderó di sicuro...come sempre in questi viaggi, ogni tanto mi scapperebbe un "hey guarda che meraviglia...", se non fosse che qua con me non c´é neanche un´amico immaginario da importunare.
Scatto foto, consulto cartine, leggo la guida, e cammino...cammino..cammino (proprio come nelle storie di Andersen).

martedì 26 agosto 2008

le confessioni

Stavolta però mi sono rotta...io stavo lavorando, sai?
Non tutti hanno più ore di cazzeggio che ti lavoro, nella vita.
A parte che è bello rivederti per essere passata al microscopio e uscirne a pezzetti.
I capelli mi ricresceranno, suppongo. Potresti anche evitare di guardarmi come se fossi Nessie appena sbucata dal lago, che cazzo.
E' irritante, il tuo continuo fare osservazioni sulla mia cronica e (per te) esilarante fuga dal buon gusto.
E grazie dell'ottimo consiglio "Perchè non rimandi il cv a S.?". Daiiii...da sola non ci avrei pensato mai.
Pensa un po'. Cosa non ti è chiaro della frase "M.G. è il nuovo capo, non mi riassumerebbe mai?"
Se vuoi provare tu, a dare via il culo per farmi riprendere lì dentro.
E soprattutto poi mi farebbe piacere che mi facessi compagnia, quando devo immergermi fino alle caviglie nella diarrea altrui e a fine mese apro la busta paga et voilà, lo stipendio è la metà del tuo, ma lavoro più del doppio delle ore.
A volte mi viene voglia di darti un pugno in faccia, magari ti si scompiglia per un attimo la prospettiva da cui guardi le cose.
E dire che di me ormai dovresti sapere molte cose.
Eppure continui a comportarti come se fossimo, noi due, nella stessa situazione.
E' un'analisi un po' superficiale, pasticcino.
A te non costa niente dirmi " due anni, o forse tre, cosa vuoi che sia".
Cosa voglio che sia. Voglio che siano i tuoi anni, non i miei, allora, se proprio posso scegliere.
Non dirmi "brava", me ne faccio niente del tuo brava.
Lo so già, che rispetto a te sono brava, non ci vuole neanche tanto, sai?
Non è difficile essere meno viziati e spendaccioni, essere un filo più pratici ed elastici.
Io sono intransigente, sgarbata e di cattivo gusto, touchè, ma tu non sapresti riconoscere un sacrificio neanche se te lo ritrovassi su per il culo.
Sono felice per te che tu non debba rinunciare a nulla e che abbia trovato il volo per la Grande Mela Marcia per Natale, la cosa più eccitante che ho in programma nei prossimi mesi è l'ennesimo esame del cazzo per capire cosa sta succedendo nelle profondità delle mie viscere.
Non te l'ho detto? Scusami, focaccina, era per non annoiarti, tanto non è che cambia nulla.
Il massimo di chiarezza che abbiamo raggiunto per ora è "forse sono pigre...o forse malate...o forse sei stressata...o forse non potrai mai...". Sono commossa dalla precisione di questi discorsi.
Il giorno che mi metterò a provare, dicono, allora si che sapremo se si può.
Oggi io me ne vado, almeno questo te l'ho detto e spero te ne ricorderai, evitando di chiamare per inutili tiramenti.
Quello che non sono riuscita a dirti, non volevo solo salutarti, voglio dire, almeno questo si capiva no?, quello che non sono riuscita a raccontarti è che mi hanno ribadito ieri, che la loro stupefacente risposta era "BOH?!", e che per ora l'unico modo per avere la certezza sarebbe provare.
Provare. Ma come ha detto lei ieri, rischiando che io le tirassi in faccia il malloppo di scottex sporco di gel: "adesso non è certo una buona idea no? Se funzionasse sarebbe forse peggio".
Ma, ma, ma.
Ma per fortuna, oggi io me ne vado.
Lascio A. che dovrebbe interessarsi della faccenda comunale, lascio te che hai un sacco di cose per cui gongolare e dovrai impegnarti a trovarne una di cui lamentarti, lascio quel genio a rassicurare altre donne con frasi tipo "finchè non provi per bene non lo sappiamo".
Mi porto dietro solo me stessa.
I miei marciumi faccio finta di lasciarli chiusi nella busta gialla, con le misure e quei grigi e neri che a me sembra non ci sia niente da vedere, ma lei dice di no.
Sì. Smetto di pensarci. Sì. Silenzio stampa, ora.