martedì 9 dicembre 2008

Per C. che non leggerà

Mi mancherai.
Te lo dico anche se non sono sicura che vorrai sentirlo dalla mia bocca.
Ma anche se non vorrai, transiterai, se tutto va bene, da queste parti, per qualche ora, e allora forse dovrai sentire.
Per un ultima qualche ora, per un'ultima volta.
Non fai altro che ripetermi ultimo ultima ultime ultimi.
Te l'ho detto e ridetto, che odio sentirmi dire è l'ultima volta che ci vediamo non ci vedremo più lo sai io me ne vado non ci sarà un altro incontro non mi abbraccerai più non ci vedremo non saremo più insieme a chiacchiere fumerò per l'ultima volta nel tuo terrazzo e per l'ultima volta aprirò e chiuderò le ante della libreria.
mi viene da piangere, e non è da adulti piangere, non è da donne da ragazze cresciute da persone grandi e allora come faccio, se tu continui a ripetermi quella parola?
Mi mancherai.
credo che te lo dirò, comunque sia.
Forse quando sarai assonnato, quando sarai stanco, quando non avrai più voglia di sgridarmi se lo dico, quando non potrai ridere troppo e magari chiuderai un occhio su questa mia umidità oculare che mi prende quando le persone come te mi dicono che non ci sarà mai più mai più mai più.
Tu conosci Gaiman, chissà se ti ricordi nel libro, quando lui che segue il corvo gli chiede, ironico riferimento a quella terribile poesia...ti ricordi che dice...

Il corvo si voltò, piego la testa sospettosamente e lo fissò con i suoi occhi lucidi.
"Dì:-Mai più-"
"Vaffanculo" rispose l'uccello.

Ecco. Vorrei anch'io poter dire così, in un rovesciamento di ruoli, al corvo che imperterrito mi gracchia addosso, con la tua voce, il suo nevermore, nevermore...

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