martedì 29 novembre 2011

nervoso e fastidio

Devo avere qualcosa di storto davvero. E ben evidente, la stortura.
Tipo una cicatrice infiammata che ti deturpa la faccia, che tutti tranne te vedono bene.
Altrimenti non si spiega che dopo tentativi e tentativi di gentilezze, finisce ancora che devo sapere per ultima, e per caso, certe cose.
C'era quella fiaba terribile, della fiammiferaia che schiacciava il naso contro la finestra e vedeva dentro l'allegra famigliola. mentre lei se ne stava fuori.
A questo giro io non schiaccio il naso, solo che buttando l'occhio vedo che quella che doveva essere una cosa, diventa un'altra.
Che tutte le persone che normalmente ne sono escluse, che normalmente non ne fanno parte, ci saranno.
Parteciperanno tutte.
La cosa divertente è che non mi hanno coinvolta proprio quelle persone che a tutti appaiono così "sociali", così "adeguate (socialmente)", persone così stupendamente abili nell'intessere banali cortesie.
Delle due l'una. O io sono veramente la versione femminina del mostro di Frankenstein, o qualcuno qui non è poi così gentile.

giovedì 17 novembre 2011

nemmeno io voglio essere come me

Mi preoccupa, questa cosa del lavoro.
Mi preoccupa tanto che non riesco nemmeno a parlarne.
Se non in parte, in maniera incompleta e mutila.
Mi sembra di essere continuamente sommersa da una marea violenta e non beneodorante.
A questo punto, mi domando cosa fare, per sentirmi almeno un po' meglio.

lunedì 31 ottobre 2011

poesia

Molti, me compresa, tendono spesso a liquidare J. Pervert come poeta adatto solo ai noti cioccolatini con il biglietto dentro, poeta per coppie mielose in cerca di smielate poesiole.
Quando però rileggo certi versi, mi ricredo.
Questa poesia l'ho letta per la prima volta una quindicina di anni fa. A volte mi torna in mente. Non la so tutta.
Solo i primi versi, ricordo bene. Ma mi piace a volte rileggerla.
La trovo incredibile, nell'esattezza di certi versi. Di certi discorsi.

Quando dormi

Tu di notte dormi

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo dormire

questo mi fa soffrire


Hai gli occhi chiusi il lungo corpo disteso

E' buffo ma tutto questo mi fa piangere

poi d'improvviso eccoti sorridere

ridi di gusto mentre dormi

ma dove sei in quel momento

per dove sei partito mi domando

magari con un'altra donna

molto lontano e in un altro paese

per ridere di me insieme a lei


Tu di notte dormi

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo dormire

questo mi fa soffrire


Quando tu dormi non so se mi ami

sei qui con me eppure sei distante

io tutta nuda mi sto aggrappando a te

ma è come se io fossi lontana

eppure sento il tuo cuore che batte

ma non so se batte per me

non so più niente non ne so più niente

vorrei che il tuo cuore non battesse più

se un giorno tu non dovessi più amarmi


Tu di notte dormi

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo dormire

questo mi fa soffrire


Tutte le notti io piango tutta la notte

e tu sogni e tu sorridi

ma tutto ciò non può durare

certo una notte io ti ucciderò

e i tuoi sogni allora finiranno

e poiché anch'io mi ucciderò

anche la mia insonnia potrà avere fine

e i nostri due cadaveri di nuovo assieme

dormiranno nel letto nuziale


Tu di notte sogni

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo sognare

e questo mi fa piangere


Ecco il giorno e subito ti svegli

e proprio a me sorridi

sorridi con il sole

e io non penso più alla notte

dici quelle parole sempre quelle

"Hai passato una buona notte"

e io come sempre rispondo

"Sì mio caro ho dormito bene

e ti ho sognato come ogni notte."

sabato 1 ottobre 2011

Febbricola influenzale di inizio ottobre, il mercurio oscilla tra 36.9 e 37.2 e io mi sento come se mi avessero asfaltata con un rullo compressore.
Non ho più il fisico. Con la febbre a 39 guidavo verso casa dopo aver lavorato, qualche anno fa.
Ad esser seri, però, non credo che la febbricola, da sola, possa compiere tutto questo scempio.
Anche nonno Freud mi darebbe ragione: è la testa, il problema.
Il corpo diventa più fragile, quando non è protetto da un robusto equilibrio mentale, da sorrisi splendenti e da grandi speranze.
Credo di essermi debilitata in questi ultimi mesi, che pure, da un altro lato, dovrebbero essere quelli perfetti, no? di ricerche, di prove, di sorrisi ricevuti quando comunichi.
Credo di aver fatto troppo affidamento sul fatto che la MIA bella notizia lo fosse in generale.
Resto piacevolmente stupita da mia madre, che pare essere sinceramente partecipe e felicitante. Non vorrei che fosse un'allucinazione da farmaco antiinfluenzale.

sabato 10 settembre 2011

pensierino

Mi sa che sono stanca, di chi mi dice parole a caso, tanto per dire, senza avere la più pallida idea di niente.
Senza averla MAI avuta.
Si fa presto a scordarsi da dove si è partiti, eh?
Se poi si è partiti già vicini alla vetta, si fa ancora prima, a dimenticare che esiste qualcosa che non è la cima.
Le strade sono come il muro d'orto di Montale, irte di cocci aguzzi di bottiglia: certo che se tu le strade le sorvoli, le sfiori appena ogni tanto, è difficile ricordarsi cosa significa camminarci sopra.
Sono stanca di questo. Lo so che è una stanchezza inutile, perchè è e sarà sempre così. Non finiranno mai di darmi la loro opinione sul piombo, quelli che conoscono solo l'oro e l'argento.
Solo che non so cosa farci, se mi viene voglia di urlare.
"...ah...guarda...è così per tutti."
Ah sì? davvero? ma vaffanculo, dai!

mercoledì 31 agosto 2011

nervosismi

A volte ho voglia di urlare. Per fortuna esistono le stradine isolate, dove al massimo incontri un paio di trattori, e non c'è nessuno che ti guarda male se ti metti a strillare, da sola dentro la tua macchina, ululando come un unno in battaglia.
E' che essere umiliata gratuitamente e senza nessuna plausibile, ma nemmeno implausibile, ragione, mi fa veramente ma veramente incazzare.

Un giorno spero anche io di poter strappare a morsi (metaforicamente? non so ancora) qualcosa a qualcuno.

venerdì 29 luglio 2011

Oh, che romantico!

Romantico, il temporale estivo..i tuoni ...i lampi..la pioggia a gocce grandi quanto sbadigli.
Romanticissimo.
Ma NON, e ripeto NON, se sei da sola a fare la spesa al supermercato, e ne esci con due borse talmente piene che ti si allungano le braccia tipo orango. E la macchina è lontana da qualche parte, e il carrello sembra mirare malevolmente a tutte le pozzanghere più profonde.
cosicchè poi, quando finalmente arrivi a casa, il tuo aspetto esteriore (ma anche interiore) oscilla graziosamente tra la bambina del film The ring e una qualche specie di alga antropomorfa.

giovedì 28 luglio 2011

telefono

Sbadatamente appoggiavo il cellulare sopra il gilet, abbandonato su una sedia, di mio padre.
Distrattamente il detto padre afferrava il gilet e lo buttava di lato, per liberare la sedia.
Rumorosamente cadeva il cellulare per terra, smembrandosi in svariati pezzi.
Pazientemente raccoglievo i pezzi, mentre il padre tra sè e sè sacramentava.
Oziosamente riflettevo sul fatto che imperterrito funzionava ancora, il cellulare contuso, dimostrando una testardaggine quasi commovente, se paragonata alla caducità di molte altre cose.

mercoledì 13 luglio 2011

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Ogni silenzio un goal.

domenica 15 maggio 2011

giuridicamente parlando

Valutazione delle prove

Quando una prova viene ottenuta illegalmente da una parte, esistono limitazioni all'ammissibilità di tale prova?

Sì. Se il comparente fornisce, per comprovare le proprie affermazioni, una prova che egli abbia ottenuto o si sia procurato venendo meno alle disposizioni di legge o se l'acquisizione della prova ha portato a violare i diritti di un'altra persona, fisica o giuridica, il tribunale giudicherà tale prova inammissibile. Una prova inammissibile è per esempio un'intercettazione telefonica effettuata all'insaputa delle persone interessate (cosa vietata dalla legge sulle telecomunicazioni).

Non sarei mai stata brava in giurisprudenza.Perchè non sono mai capace di dimenticarle, le prove inammissibili.Anzi, proprio il fatto che lo siano me le rende indelebili in mente.Come qualcosa che ti si impianta dentro e non potrai mai espellere.

Maledizione. Merdimonio.

sabato 14 maggio 2011

Il quiz del giorno.

Siore e siori, venghino venghino.
Qualcuno di voi sa forse rispondere a queste semplice domanda?
Dov'è che finisce la buona fede e comincia il sotterfugio?
Dov'è il giusto limite alla curiosità?
Quando è giusto fare compromessi e limitarsi, e per chi è giusto farlo?
E con che diritto si può chiedere a un'altra persona di darsi un limite, di non esplorare, solo per rispetto verso di noi?
Venghino, siore e siori, si buttino pure.

lunedì 25 aprile 2011

composizione

A volte mi chiedo se le cellule epiteliali che disperdiamo ogni giorno nell'ambiente siano innocue.
Se le MIE cellule epiteliali siano innocue.
Perchè ogni giorno a quanto pare se ne perdono parecchie, no? E si disperdono intorno, sugli oggetti, sulle cose, sulle persone intorno.
E se la mia pelle avesse lo stesso effetto dell'acido solforico?
Sarebbe certamente così, se attraverso l'epidermide filtrasse ciò che temo di essere dentro, in certi momenti.
Vorrei essere fatta di latte, dentro. Fresco, bianco, nutriente.
Ed è incredibile quanto a volte mi senta sbagliata, e colpevole perchè non sono come dovrei, come mi sembra siano gli altri.
Chissà se riuscirò mai a lavorarmi, impastarmi e riamalgarmi fino a diventare qualcuno di meglio.

venerdì 8 aprile 2011

decisamente primavera

E' arrivata la primavera.
Me ne accorgo perchè, dalle mie finestre spalancate per tutto il giorno (primo indizio), mi arrivano nitide le voci di mamme che, in un crescendo di irritazione, richiamano in casa i bambini, concentratissimi nei loro giochi sul prato (secondo indizio).
Mi piace sentire le mamme che chiamano i bambini.
Ecco una buona cosa in questa giornata. Mi sembrava giusto appuntarmela.

venerdì 1 aprile 2011

the meaning of life

Sono stanca di attese, di date che si rincorrono.
Inizi di marzo, fine di marzo. Inizi di aprile, metà di aprile.
poi che sarà? un calendario di crocette che rimandano ad altre crocette, ad altre date fatidiche.
Attese che diventano polvere, come un vampiro al sole.
Attese che diventano altre attese, mentre intorno passano gli autobus, i treni, le biciclette e persino qualche triciclo.
tutto si muove, mentre il calendario mi sbeffeggia.
Sono stanca.
Tutti quei responsi, alcuni decisamente (in)attesi, quelli che ancora devono giungere e quelli piombati tra capo e collo quando proprio si pensava ad altro.
E' questa la vita?
E intanto io continuo a lavorare in mille posti, a fare il bucato il sabato e la sfoglia la domenica, a fare la spesa all'ora di pranzo e ad andare a letto ripassando gli impegni del giorno dopo.
Probabilmente sto sbagliando qualcosa.

lunedì 14 marzo 2011

specchio

A volte mi domando se quello che mi mettono davanti all'improvviso sia uno specchio, o una di quelle superfici deformanti che si usavano nei lunapark (il labirinto degli specchi, o qualcosa del genere).
Quello che vedo...sono davvero io?
Come Bartebly...preferirei di no.
Non mi sento così. Non sono nemmeno sicura di poter vivere dentro questa pelle, se quello che sono è quel ritratto che mi si mette a forza sotto gli occhi.
Quelle frasi, quelle parole, quelle immagini che a quanto pare mi tratteggiano.
Ci rifletterò, anche se nutro dubbi sull'esattezza di ciò che altri esseri umani possono dirmi di me stessa.
Quantomeno, nutro dubbi sulla perfetta esattezza senza sbavature del giudizio dato da un altro essere umano.
A meno che non abbia occhi talmente oggettivi da renderlo mostruoso.
.....riflessione.....

lunedì 7 marzo 2011

6 marzo 2011

Le cose cambiano.
A volte all'improvviso, a volte gradualmente.
Ma anche in questo caso, è rassicurante prendere una data e decidere che è stato quello, il punto di svolta.
Oggi è stata una giornata strana, domani riprende la routine: il lavoro, i lavori, le faccende di casa, il raffreddore che sento incombere. Ma oggi, è stato come essere un po' in vacanza.
Ho una strana sensazione addosso, come una certa fragilità, porosità di me stessa.
Ma forse è solo influenza che cova.

domenica 27 febbraio 2011

prima di dormire

"...forse è perchè non eri stato chiaro su.."
"o forse invece è perchè ERO stato chiaro su!"

Incredibile come le spiegazioni che ci diamo di un evento possano essere opposte, speculari.
Ognuno spiega le cose in base alle informazioni che ha.
E quando, come spesso avviene nella vita, non abbiamo tutti i dati, forziamo un po' la realtà per farla entrare nelle nostre convinzioni o, più spesso nel mio caso, nelle nostre tristi previsioni.
che vorrei tanto vedere smentite. Ancora e ancora.
A volte penso davvero che sia difficile relazionarsi a me.
Probabilmente il corvo che gracchiava nevermore al povero Edgar Allan P. non avrebbe nulla da ridire sul mio approccio non esattamente ottimista....ma probabilmente sarebbe anche l'unico.
Ogni volta che chiedo troppo alla realtà, che forzo troppo la misura sperando di essere contraddetta, mi pento di questo atteggiamento. Ma non so che farci. Per quanto io possa lavarmi e profumarmi, puzzerò sempre di paura dell'abbandono.

giovedì 24 febbraio 2011

A volte, come oggi, mi sento un po' scontornata.
Poche ore fa, cercavo di spiegare a una persona che non è il caso, che si allontani dalla zona in cui vive, e che conosce, perchè non è ancora in grado di gestire la cosa.

Io: ....ma se, per esempio, ti perdi? cosa fai?
Risposta: sì...ma poi mi ritrovo.

Già. Non fosse che è stato detto seriamente, sarebbe un'ottima risposta.
Ha continuato a ronzarmi in testa, questo scambio surreale.
Forse perchè a volte io ho proprio questa sensazione, di perdermi.
E non sempre mi ritrovo, se lasciata a me stessa. Mi risulta molto più facile se posso seguire un filo datomi da altrui presenze. Mi è più facile vedermi, allora. Ridefinirmi.
Non so se sarà mai diverso da così.
Stasera, poi, non trovo neanche le parole. Perchè non trovo neanche i pensieri. perchè non sono nemmeno sicura delle mie sensazioni.

sabato 12 febbraio 2011

imparerò???

Che poi io ho un'età.
Che poi, a ben guardare, chi è che non ha un'età? I morti, magari, ma nemmeno, che arriva subito l'archeologo che ti spennella e ti spolvera e ti appiccica una data addosso!!!
E quindi, si diceva che io ho un'età.
In Italia magari posso ancora passare per "giovine" nelle statistiche, e lo scarsissimo uso di trucco (rimmel, fondotinta, fard, e chi più ne ha più si impiastricci la faccia) aiuta la mia faccia a sembrare forse un filo più infantile di quanto io non sia...ma ho sempre un'età.
Un'età per la quale potrei essere definita adulta.
E poi cazzo, io di relazioni interpersonali, comunicazione, ruoli e copioni...me ne intendo un po'.
E allora come faccio a caderci ancora?
Dovrei gestire le cose meglio, merdimonio!!!
E invece ecco cosa succede. Che io non so fare finta.
Arriva la tizia, lei sì ben capace, e davanti a testimoni mi tratta benino, mi sorride persino, fa mostra, in pubblico, di un certo socialmente adeguato interesse nei miei riguardi.
Poi i testimoni si voltano, si distraggono, e lei poco ci manca che mi butti giù dalle scale.
Dopodichè io, cretina, faccio presente che la creatura è quantomeno Giano bifronte.
Anzichè starmi zitta, riferisco che mi inquieta, la signora, e che poca fiducia mi ispira.
Risultato: io sono la solita. Ho una visione e una mente distorte. Sono quella che pensa male di tal brava persona.
Ma quando imparerò anch'io a sorridere servendo agli ospiti un buon caffè in stile Sindona?
Sono sicura che in quel caso tutti si complimenterebbero per la mia ospitalità.
Oh, merdimonio!

giovedì 10 febbraio 2011

¡Largo ya de aquí! ¿Qué queréis de mí?
¿Es mi alma o es mi dinero?
Si de uno carezco y la otra es una anomalía en esta vida.







A volte, quando la notte non riesco a prender sonno, faccio elenchi.

Gli elenchi dei lavori che sto facendo, degli incarichi che ho ricoperto, delle vesti che indosso quotidianamente.
E' come contare le pecore, ma ha davvero effetto sonnifero.

E in più lo faccio con la segreta speranza di trovare, una sera, nel dormiveglia, la risposta alla vetusta domanda " ma io chi sono?".
Così, come se l'informazione non facesse altro che nascondersi antipaticamente dietro alle mille etichette che mi posso appiccicare addosso.
Al momento posso solo dire
...
¡Y unos me llaman chaval, y otros me dicen caballero! ¡Algunos no se an querido pronunciar!

giovedì 3 febbraio 2011

interrogando

"Mi sembra quel qualcosa non vada...tono di voce freddo...lontano...va tutto bene?..."
Ad libitum.
Deformazione professionale, chiedersi sempre perchè e percome, e chiedersi da dove derivi questo "qualcosa":
è in chi riceve il messaggio (il portatore di tono freddo) o in chi sta parlando (e allora trattasi di proiezione, nonno Siggy docet)?
Alle dieci di sera, non essendo io il dottor Freud, non sono nè abbastanza lucida nè abbastanza geniale da saper rispondere.
D'altra parte, altra deformazione: è forse davvero importante sapere chi? alla fine, ciò che conta, non è forse il vissuto?
Se il qualcosa si sente, è importante il suo esistere? Non esiste già in quanto nominato?
Suppongo che non troverò risposta a queste domande, per farlo dovrei scavare a fondo e rischierei di non riuscire a trovare la via d'uscita.
In ogni caso, le cose non sono così facili come vorrebbero sembrare. E io ho la sensazione, alle volte, di esserne fin troppo consapevole.

giovedì 27 gennaio 2011

Probabilmente dovrei vergognarmi dei miei gusti, ma ho sempre trovato la serie sul canadese gentile estremamente rilassante.
Al momento ho bisogno di ricaricarmi, quindi...cantiamo...

lunedì 24 gennaio 2011

repetita

La stanchezza la fa da padrona.
La motivazione langue.
E' tutto un po' rimescolato, come una scatola di cioccolatini rotolata dalle scale. Peccato che nelle scatole di cioccolatini, ognuno abbia il suo posto preciso, basta un po' di pazienza e si rimette tutto in ordine.
nella mia testa non ci sono stampi preformati pronti ad accogliere ogni pensiero e sistemarlo in file e righe.
E' tutto rimescolato, cambiano le inquadrature e primi piani e sfondo si scambiano continuamente di posto, creando uno strano effetto sfocato.
E' sempre più difficile capire se certe cose le voglio davvero, o se mi ci sono aggrappata solo per dare a me stessa una forma e un ruolo.
Dovrei prendere una decisione, ciclicamente lo penso e poi rimando, investendo ancora tempo energie soldi vita in qualcosa che forse è solo una fata morgana.
O che forse, semplicemente, non è la meta che davvero voglio o sono in grado di raggiungere.
Ho timore di sbagliare. Di fare l'ennesima svolta sbagliata.
Di deludere chi ha creduto in me.
...alla fin fine, gli anni passano, ma il mio leitmotiv resta: e se mi rivelassi una delusione? la riproduzione in cartone di un essere umano? mah.

domenica 16 gennaio 2011

sogno

Stanotte, nei fumi del sonno e della febbre, ho fatto un sogno che non ricordo più molto bene.
So che c'entrava qualcuno, qualcuno che si chiamava Lupo di nome, o che aveva un cane lupo, o aveva un cane lupo di nome Lupo. Non ricordo più bene nemmeno questo.
Nel sogno questa persona mi creava un problema. Arrivava in ritardo? Mi faceva arrivare in ritardo?
Boh. Che sogno confuso.
Però mi ricordo che mi mettevo a borbottare, con la persona in questione: che era inaffidabile, e che mi aveva creato un guaio. E concionavo anche sul fatto che il suo chiamarsi Lupo (suo di lui o del cane, ah, la memoria) mi irritava, e questionavo, questionavo...praticamente rompevo le palle a caso, mi sa :-)
A questo punto, fine del sogno (interrotto bruscamente da un risveglio gatto-causato).
Stamattina ci ho ripensato, al sogno. E mi ha fatto ridacchiare. così, tra me e me.
mi ha fatto ridere quel che ricordavo, il mio rompere le palle, il mio prendere in giro il nome dell'uomo o del cane. Mi ha fatto ridere doverci pensare su un pochino, prima di capire su cosa mai stessi bofonchiando, nel sogno.