giovedì 4 settembre 2008

buoni propositi

Sono fatta così, l’abitudine a lavorare con le scuole mi fa pensare, da anni, che tutto ricominci a settembre, non a gennaio.
Convenzione per convenzione, il mio calendario personale inizia con l’autunno.
Così mi ritrovo a riflettere, a stil(l)are gli ultimi sudori estivi e gli elenchi di cose da fare.
I buoni propositi me li scrivo, per ricordarli meglio.Non ho rispettato del tutto quelli dell’anno scorso, per quello il primo resta sempre lo stesso, nella speranza un giorno di tramutarlo in fatto assodato, per quello alcuni sono gemmati da anni precedenti.
Quello che mi importa è provarci, realizzare qualche passo qui, qualche colpetto là.
Anche perchè ne renderò conto solo a me stessa, e ho smesso da un pezzo di barare, con un tale avversario. E poi mi scopro sempre, quando bluffo.

1. Il lavoro.
Questa immutabile precarietà (che ossimoro doloroso) mi snerva. Devo riuscire a consolidare un minimo la mia professione, a rendere le cose un po’ più stabili, un po’ più fluide, non questo avanzare a saltelli e a periodi di totale buio.
Non posso continuare così, perché non è solo stressante,è anche impossibile economicamente.
Devo fare pubblicità, devo fare altre cose remunerative, devo trovare il modo di rompere il muro di raccomandazioni e nepotismi di questo ambiente.

2. L’università.
La seconda laurea costa tempo, soldi, fatica.
Sono almeno altri due anni, se sono brava e tutto il resto.
L’obiettivo è passare esami al primo colpo, quanti più possibile, ottimizzare i tempi e ridurre al minimo sindacale gli aggressivi giramenti di palle legati a tutto questo.
Che poi a me questa laurea sembri idiota, che non sia qualcosa che mi interessa, che lo faccia solo per avere un giorno un posto fisso a cui appoggiare la mia professione, dimenticarlo, per i prossimi due anni.
Che devono essere quelli dell’impegno. Del risultato. Dell’arrivare a finire e liberamene.

3. Gli uomini.
Due anni a seguire alla lettera il mio stesso proposito,non cercare uomini, non cercare storie, non cercare un bel cazzo di niente.
Eppure ogni tanto qualcuno inciampava sulla mia strada, ed era una telefonata, un incontro, un cercare la mia presenza, a cui sempre, poche volte ma efficaci, sempre (one shot one kill decisamente) seguivano i tre possibili finali..sei dolcissima ma è tornata la mia ex, sei dolcissima ma rivoglio la mia ex, sei dolcissima ma proprio per questo meriti di meglio di me (ho lasciato per ultima la creme de la creme!!!).
Finisce sempre con lo stesso amaro in bocca, con la sensazione di non valere la pena, col movimento fluido del miavvicinoateticonoscounpo’menevadociao.
Questa volta facciamo diversamente. Il proposito è rifiutare. Non tanto non cercare, ma rifiutare qualsiasi avvicinamento. Per davvero.

4. Il risparmio.
Vivo in una città piccola, e ho un marsupio enorme in cui avvolgermi se piove.
Quindi la bici può benissimo sostituire la macchina anche nei mesi più freschi, tolto l’andare in quel cazzo di paesino a lavorare, che almeno lo servissero decentemente gli autobus.
Ma l’obiettivo risparmio rimane, meno spese di carburante, e zero grilli per la testa di iscriversi a una palestra per cui non ho né tempo né soldi, piuttosto pedalare, donna, pedalare.
Niente spese inutili, questa è la norma…ma ricordarmi di accumulare la plastica e portarla, anziché alle campane, al punto di raccolta, quando è abbastanza, così mi danno almeno indietro qualche soldo, i maiali.

5. La casa.
Il risparmio è anche in funzione di questo…ficcare un po’ di soldi nel mutuo, abbassare quella rata capestro in cui mi sono infilata.
E magari piano piano, ma molto piano, finire di sistemarla…la sala..il bagno..quelle cose lì. E pensare che lo faccio per me, che va bene così, smetterla con l'idea che senza nessuno a cui lasciare le cose, non vale neanche la pena farle.

6. Le persone.
L'unico che davvero saprà qualcosa di me è F., perchè non è solo un supervisore, ma un amico, e l'unica persona al mondo, dopo mio padre, a non aver mai usato le mie fragilità per ferirmi.
E considerato che mio padre, per noti e affastellati motivi, mi ama a quella distanza per lui giusta per me abituale che è fatta di silenzi e piatti pieni...resta solo F. con la sua calma e accoglienza e il suo amore che mi dimostra sempre, anche da tanto lontano, ricordandosi di me e di chiedermi davvero, ad ogni telefonata "come stai? raccontami".

7. Lo scrivere.
il mio numero preferito, il sette. una delle mie attività preferite, dopo respirare e leggere, lo scrivere.
ci sono quei progetti rimasti a metà, e quelli feti nel mio cervello.
L'idea è tirarli fuori, di provare di nuovo...è stato bello quando sono arrivate le cose pubblicate...è stata la mia soddisfazione. Provare a farlo di nuovo, ancora una volta.

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