giovedì 31 dicembre 2009

2010 tra non tanto.

Una guantata di ore al 2010.
Che dire, che pensare.
Non sono dove vorrei.
Non sono come vorrei.
Se proprio vogliamo essere esosi, nei sogni...se questo fosse davvero, come diceva il buon filosofo, il migliore dei mondi possibili...allora io vorrei essere una persona forte e sicura, e magari che ne so, vorrei essere a Berlino.
E' l'ultimo sogno del 2009, questo. E l'ultima puttanata dell'anno bisogna dirla col botto, se non che capodanno sarebbe.
Ammesso questo, sono qui, invece.
Che rispetto ad altre opzioni tipo cenoni, trenini brigittebardortbardot ricchi premi e cotillon, è già, in effetti, il meno schifoso degli scenari possibili (e propostomi).
Come che sia, un altro anno già se ne scompare per le bianche ceramiche del wc.
Auguro a chi mi legge che il 2010 sia anno in cui si consegue e si ottiene ciò che si merita.
E aggiungo una manciata di baci, prima di avventarmi sul fiero pasto. Non so che farci, adoro le fragole.

domenica 27 dicembre 2009

revisioni...previsioni...visioni?

Il 31 dicembre 2008 scribacchiavo su questo blog, sperando nel 2009.
Questo di tanta speme oggi mi resta.....un pitale pieno di guano calato bene sulla testa!, disse il poeta.
Il 2009 è stato anno di fatica. Tanta fatica.
Ogni tanto sembrava dovesse aprirsi uno spiraglio di luce, ma erano solo allucinazioni.
Legate al caldo, forse, visto che l'estate è stato il momento culminante della distruzione.
Devo fermarmi. Pensare. Qualcosa devo salvare in questa palude putrescente, non si può far affondare tutto senza lottare. Devo pensare. Ci vuol tempo, a pensare.
Me ne rendo conto mentre corrono le lancette sull'orologio.
Ma qualcosa ho trovato, a forza di scandagliare i fondali purulenti.
Ho fatto un paio di cose che non credevo possibili: vedi alla voce "cancrena". Ho tagliato, sto tagliando, via da me quelle parti marce che mi mangiavano, da anni ormai, la carne viva.
Faccio ancora fatica a farlo, sono ancora in evoluzione, ma mi rafforzo, lo faccio con sempre maggiore determinazione.
E di questo devo ringraziare anche chi mi ha fatto precipitare giù giù e ancora più giù negli abissi dell'umiliazione e dello squallore.
Grazie anche a questo, dopo aver raccattato le briciole calpestate dagli altri, sto scoprendo che posso non farlo. Che ce la faccio, a non farlo. Che forse potrò, un giorno, anche avere qualcosa di diverso.
E completa il paio il fatto che, comunque, io sono ancora qui.
E, dal mio punto di vista, è qualcosa che non è poi così poco e che un po' mi stupisce. Riesco ancora a sorprendere me stessa.
E' stato un anno di merda.
De Andrè era ottimista col suo letame e i suoi fiori, io vorrei solo evitare di soffocarci dentro, nel 2010.

giovedì 24 dicembre 2009

merry...

Io continuo ad essere atea, ma qualche augurio di buon natale continua ostinatamente ad arrivare.
Ho pensato che sarebbe troppo scortese da parte mia non ricambiare, soprattutto nei confronti di certe persone.
A loro, con tutta la simpatia che mi pervade in questo maledetto periodo di scambio di pacchetti e di stronzate, dedico questi miei auguri:

martedì 22 dicembre 2009

cinì

Nonostante i momboot, pattino sgraziatamente sul ghiaccio.
A dire il vero più che altro avanzo inesorabile come una valanga ubriaca.
L'uomo che cammina nella mia direzione, anche lui di fianco, e non sopra, al marciapiede ghiacciato, pare essere molto più stabile di me, sulle gambe.
Per questo lo noto, e lo guardo.
E poi continuo a guardarlo, perchè ti somiglia.
Così sto lì, a braccia spalancate per mantenere l'equilibrio, e gli sorrido. non posso farne a meno. mi viene.
Non avrei dovuto osare tanto: questo sposta il mio baricentro precario quel tanto che basta per farmi precipitare al suolo.
E, miracolo, mi acchiappa, l'uomo che ti somiglia. (L'uomo che, noto, neanche ha i monboot, ai piedi...no, scarpe normali. Stupisco).
Al volo, mi acchiappa. Impedisce al mio gomito di frantumarsi al suolo, stringendolo, e nel frattempo anche lui sorride: "..attenta,cinì, che si sfolga!!"
Già. Attenta, piccolina, che si scivola.
Sorrido ancora, ma è un sorriso diverso. E' solo un sorriso di grazie.
Mentre se ne va, per un attimo vorrei trattenerlo per il braccio e dirgli che tu cinì non lo diresti mai.
Che non lo so come diresti tu, ma non cinì. E nemmeno sfolga.
E che già che ti somiglia, potevano anche dargli un copione migliore. Più credibile.
Ma lascio perdere, non credo apprezzerebbe.
E poi ha ragione.
Buon proposito per il 2010:
Ricordati, cinì, che se ti distrai, ghiaccio o non ghiaccio, la tua vita tende a sfolgare.

lunedì 21 dicembre 2009

...bianco.

Fuori dal finestrino del treno delle 7.3o (quello che prendeva la Pausini dopo che Marco se l'era filata?), la neve cancella la linea dell'orizzonte.
E' tutto perfettamente bianco. Uniforme.
Sembra di correre attraverso il niente, viene da chiedersi, come in Amarcord, e se la morte fosse così?
"....ma se la morte è così...non è un bel lavoro..."
Ogni tanto appoggio la fronte al vetro, e dopo qualche secondo la puntura del freddo mi dice che, ancora, sono viva, e che no, non sono già nell'anticamera artica dell'inferno.

sabato 19 dicembre 2009

bollettino

Davanti casa, stamattina affondavo fino a metà polpaccio. Era strano, tutto buio e un vorticare bianco.
Continua a nevicare.
I termosifoni continuano ad essere rotti.
In casa continuano ad esserci 14°C.
Io continuo a dormire con la cuffia di lana e a tenere i mezzi guanti anche quando mangio.
In pratica..niente di nuovo sul bianco fronte occidentale

p.s. aggiunto dopo il commento di Wolf.
Il freddo non mi piega. sono un coniglietto tosto, vedere per credere:

giovedì 17 dicembre 2009

in un libro letto qualche tempo fa

c'era questa battuta.
A me era piaciuta molto, oggi mi torna in mente.

"A proposito, la sai questa? Qual è la fregatura peggiore dell'essere atei?"
"Mi arrendo"
"Non hai nessuno a cui parlare mentre vieni".
(L'inferno comincia dal giardino, J. Lethem)


Non per niente Minimum fax è la mia casa editrice del cuore.


mercoledì 16 dicembre 2009

Definizioni

Se fossi napoletana direi che mi sento "una mappina".
Se fossi milanese userei la parola"rumenta".
Volendo evitare i dialettismi, al momento, sul dizionario, alla voce Alice trovate la seguente definizione: "bolo di cibo e pelo vomitato dal gatto di casa in una giornata di particolare acidità di stomaco".
Gioiamone.


...e comunque sia...fottuto 2009, ti stai giocando le ultime cartucce.
Stai per finire. Com'era la frase?
Merda eri e merda ritornerai?
E' proprio il caso di dirlo. Merdimonio.

lunedì 14 dicembre 2009

Oggi era una giornata lunga, piena di impegni.
E c'era anche la neve.
E poi ...e poi...e poi , maestra, il cane mi ha mangiato i compiti, ecco.
Chissà se tutto questo giustifica il fatto che a un certo punto, alle 5 del pomeriggio, nella mezz'ora tra un paziente e l'altro...dovevo riguardare alcune cose..e invece ho chiuso gli occhi un attimo.
E nella mia testa si è formata la frase: "...e così l'ingegnere era diventato un cavedano".
Ci sarà da preoccuparsi? Boh..so solo che stavo per addormentarmi e quella frase mi ha risvegliata.
E subito dopo, senza soluzione di continuità, ho visto per un momento davanti a me la tua faccia e ho pensato,tra me e me:"...da allora non mi è più capitato di fare l'amore".
E' più assurda la metamorfosi ittica di un ingegnere, o il fatto che il fare l'amore possa "capitare"?
Boh.
Forse è colpa della neve. O che avevo mangiato poco a pranzo. O del falco che è sceso in picchiata rubandomi i compiti, lo giuro signora maestra.
non lo so.
E' stata una giornata così.
E ora torno a casa e penso ancora ai cavedani, che mio padre li pescava, tutti quegli anni fa.
E penso un attimo a te, al fatto che vorrei prenderti a pugni le braccia, perchè non possano, ancora, stringere un'altra donna.
E' stata una giornata così.
Mi perdoni, mi perdoni, mi perdoni, signora maestra.
Ora vado alla lavagna e scrivo cento volte "devo lavorare meno e dormire di più."

venerdì 11 dicembre 2009

ecco. esattamente così, la penso.


"Se il Natale fosse una persona, uscirei in una notte di nebbia a tagliargli la gola, poi mi costituirei e passerei felice il resto della mia vita a guardare video dietro le sbarre"

(Curtin - La lega antiNatale)


giovedì 10 dicembre 2009

ma tu

L'atmosfera, nei colloqui con C., è sempre particolare.
A metà tra infanzia e giovinezza, a metà tra una realtà condivisa e una in cui non può entrare nessuno.
Il confine è fragile, sottile. Nello spazio tra una parola e l'altra può succedere di tutto.
Ora che si è fatto inverno, ho messo una coperta, lì, sul tavolino.
A volte qualcuno si lamenta che nello studio fa un po' freddo. Coscienziosamente, mi domando se non sia un modo per dire che mi sentono fredda, che non si sentono abbastanza accolti.
ma potrebbe anche essere freddo e basta ( a volte un sigaro è solo un sigaro).
E così ho aggiunto la coperta. utilissima una coperta, Linus dei Peanuts insegna.
A C. piace, la coperta. Si raggomitola lì sotto, o la usa come scialle, come bandiera, come tenda tra noi, alle volte.
Questa volta se l'è tirata bene bene su, fino quasi al naso, mentre divaga sulla sua storia d'amore con questo attore californiano di cui ora non ricordo il nome.

...
Io: vedi...c'è una cosa che vorrei capire meglio. Cosa intendi tu per "avere un ragazzo"? Per esempio, io penso sia difficile avere una storia d'amore con qualcuno che non si conosce.
Lei: (abbassando la coperta di colpo, e inclinandosi verso di me)...ma perchè..tu...tu quando avevi il moroso, lo conoscevi?
...

Sul momento ho sorriso, prima di rispondere con un'altra domanda. La coperta, nel frattempo, fluttua all'altezza dello sterno. Siamo in una giornata produttiva.
Poi C. mi abbraccia e se ne va, e la mia testa deve fare posto a qualcun altro.
Solo che quella frase, boh, si è impigliata da quache parte, e così ci ripenso, ora che giro per casa e ogni tanto trovo oggetti che ora sono miei ma che furono dono o traccia di qualcun altro.

Ma io. quando avevo il moroso. io. lo conoscevo?

Quanto effettivamente conosciamo qualcuno, e quanto invece non siamo noi ad appiccicargli addosso una serie di post it con i nostri pregiudizi, intuizioni, speranze, esperienze pregresse, e così via.
Ma anche volendo...sarebbe possibile spogliarsi di tutto ciò?
Che domande difficili fanno, a volte, i pazienti.

mercoledì 2 dicembre 2009

ah..i dubbi.

Ho ricominciato a scrivere.
Ecco, magari "scrivere", è un po' eccessivo.
ho ricominciato a mettere su carta, o su file .doc, le storie che a volte si dipanano nella mia testa.
Era tanto che non scrivevo, a parte quel racconto nato in quella stanzetta d'albergo mesi fa.
Ora ho ricominciato.
Trascrivo le parole prima che si dissolvano nuovamente.
Partecipo, senza parere, a qualche concorsetto qua e là. E questo, davvero, erano secoli.
Secoli che non lo facevo.
L'ultima vittoria a quanti anni fa risale? parecchi, roba di adolescenza, presumibilmente.
Cosa vorrà dire?
Proviamo con il sillogismo alla Woody Allen
"a) Socrate è un uomo;
b)ogni uomo è mortale.
Quindi ogni uomo è Socrate? Quindi ogni uomo è omosessuale"

Duuunque

a) scrivo quando sono triste
b) scrivere mi fa bene
c) essere triste mi fa bene? Scrivere mi fa diventare triste? O forse sono Socrate e sono omosessuale?

nel dubbio, io continuo.