Da alcuni anni, direi 3-4, rispetto il mio non cattolicesimo non celebrando il natale.
E questo implica anche evitare di fare (e ricevere) regali.
Mi piace fare regali, ma piace farli quando voglio io.
Però, se avessi potuto, questo natale avrei voluto fare questi regali. Non sempre graditi, suppongo, ma eccoli.
- a Vlad, un linguaggio a me chiaro per dirmi i suoi pensieri
- a E., che anche con le lenti a contatto spesso non riesce a vedere oltre il proprio naso, un po' di capacità di cambiare punto di vista.
- a mia madre, la sensazione di non avere affanni, e la soddisfazione nei miei riguardi
- a G., l'entusiasmo visibile ed esternato per qualcosa che non sia quello, e insieme poi quello, meritato e non ancora avuto
- a L. una donna che lo ami e lo sopporti quando dice cose ingestibili
- ad alcune colleghe, un paio di scarpe senza tacchi e una giornata senza specchiarsi
- a C., la maturità per ammettere le proprie schifezze e smetterla di sentirsi vittima
- a me, un passato con meno nodi e meno ricordi.
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venerdì 24 dicembre 2010
mercoledì 28 ottobre 2009
elenchi (quel che volevo essere)
Da bambina, volevo diventare:
1) una bibliotecaria: vivere in mezzo ai libri, e poca gente intorno.
2) una correttrice di bozze: leggere per lavoro? vivere nel lisciare e sistemare la prosa altrui? wow ( e poi leggevo e rileggevo il romanzo di Leavitt dove la madre del protagonista fa questo lavoro, e amo tanto quel romanzo)
3) una criminologa: poi sono cresciuta e il signor John Douglas è diventato il mio mito, per cui...era nell'aria
4) una buona madre: volevo avere figli, semplicemente
5) una scrittrice: e torna, ancora, l'ossessione per le parole.
1) una bibliotecaria: vivere in mezzo ai libri, e poca gente intorno.
2) una correttrice di bozze: leggere per lavoro? vivere nel lisciare e sistemare la prosa altrui? wow ( e poi leggevo e rileggevo il romanzo di Leavitt dove la madre del protagonista fa questo lavoro, e amo tanto quel romanzo)
3) una criminologa: poi sono cresciuta e il signor John Douglas è diventato il mio mito, per cui...era nell'aria
4) una buona madre: volevo avere figli, semplicemente
5) una scrittrice: e torna, ancora, l'ossessione per le parole.
domenica 4 ottobre 2009
Elenchi (libri)
Io, generatore antropomorfo di entropia, rido sempre quando F., con gli occhi azzurri luccicanti di esaltazione, mi spiega quanto sia libidinoso per lui stilare elenchi di cose da fare. E poi, via via che sono fatte, cancellarli voce per voce con il pennarello rosso.
Io non ho questo tipo di pulsione. Però anche a me piacciono gli elenchi.
Nel caos che mi caratterizza, a volte per capire dove inizio e finisco, da dove vengo e dove credo di andare, mi trovo a fare elenchi.
Scandisco la mia vita così, coi libri che ho letto, con gli uomini più o meno stronzi che (ho) incontr(at)o, con le conversazioni stile "le ultime parole famose", con le canzoni che ascolt(av)o in loop...e così via.
A volte, oziosamente elencando, scopro cose di me che avevo dimenticato. O mai notato.
Quando poi, al cinema, il mio Nanni, interprete di Caos calmo, elenca tra sè e sè per fuggire alla realtà, ho sentito quella fitta di simpatia che ti (quantomeno mi) prende a volte per persone sconosciute che non rivedrai mai più, ma che fanno o dicono qualcosa che.
Niente di originale, in effetti, Hornby docet, per dirne uno.
Libri preferiti (5 sono pochi. 10 anche, ma almeno sono il doppio). In ordine sparso.
1. La morte è un affare solitario. R. Bradbury (che non si trova più in libreria, che scandalo)
2. Il giovane Holden, J.D. Salinger
3. Nessundove, N. Gaiman
4. Pragmatica della comunicazione umana, P. Watzlawick
5. Mindhunter, J. Douglas
6. Lolita, V. Nabokov
7. La cognizione del dolore, C. E. Gadda
8. Citarsi addosso, W. Allen
9. La colazione dei campioni, K. Vonnegut
10. Chiedi alla polvere, J. Fante
Io non ho questo tipo di pulsione. Però anche a me piacciono gli elenchi.
Nel caos che mi caratterizza, a volte per capire dove inizio e finisco, da dove vengo e dove credo di andare, mi trovo a fare elenchi.
Scandisco la mia vita così, coi libri che ho letto, con gli uomini più o meno stronzi che (ho) incontr(at)o, con le conversazioni stile "le ultime parole famose", con le canzoni che ascolt(av)o in loop...e così via.
A volte, oziosamente elencando, scopro cose di me che avevo dimenticato. O mai notato.
Quando poi, al cinema, il mio Nanni, interprete di Caos calmo, elenca tra sè e sè per fuggire alla realtà, ho sentito quella fitta di simpatia che ti (quantomeno mi) prende a volte per persone sconosciute che non rivedrai mai più, ma che fanno o dicono qualcosa che.
Niente di originale, in effetti, Hornby docet, per dirne uno.
Libri preferiti (5 sono pochi. 10 anche, ma almeno sono il doppio). In ordine sparso.
1. La morte è un affare solitario. R. Bradbury (che non si trova più in libreria, che scandalo)
2. Il giovane Holden, J.D. Salinger
3. Nessundove, N. Gaiman
4. Pragmatica della comunicazione umana, P. Watzlawick
5. Mindhunter, J. Douglas
6. Lolita, V. Nabokov
7. La cognizione del dolore, C. E. Gadda
8. Citarsi addosso, W. Allen
9. La colazione dei campioni, K. Vonnegut
10. Chiedi alla polvere, J. Fante
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