lunedì 31 ottobre 2011

poesia

Molti, me compresa, tendono spesso a liquidare J. Pervert come poeta adatto solo ai noti cioccolatini con il biglietto dentro, poeta per coppie mielose in cerca di smielate poesiole.
Quando però rileggo certi versi, mi ricredo.
Questa poesia l'ho letta per la prima volta una quindicina di anni fa. A volte mi torna in mente. Non la so tutta.
Solo i primi versi, ricordo bene. Ma mi piace a volte rileggerla.
La trovo incredibile, nell'esattezza di certi versi. Di certi discorsi.

Quando dormi

Tu di notte dormi

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo dormire

questo mi fa soffrire


Hai gli occhi chiusi il lungo corpo disteso

E' buffo ma tutto questo mi fa piangere

poi d'improvviso eccoti sorridere

ridi di gusto mentre dormi

ma dove sei in quel momento

per dove sei partito mi domando

magari con un'altra donna

molto lontano e in un altro paese

per ridere di me insieme a lei


Tu di notte dormi

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo dormire

questo mi fa soffrire


Quando tu dormi non so se mi ami

sei qui con me eppure sei distante

io tutta nuda mi sto aggrappando a te

ma è come se io fossi lontana

eppure sento il tuo cuore che batte

ma non so se batte per me

non so più niente non ne so più niente

vorrei che il tuo cuore non battesse più

se un giorno tu non dovessi più amarmi


Tu di notte dormi

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo dormire

questo mi fa soffrire


Tutte le notti io piango tutta la notte

e tu sogni e tu sorridi

ma tutto ciò non può durare

certo una notte io ti ucciderò

e i tuoi sogni allora finiranno

e poiché anch'io mi ucciderò

anche la mia insonnia potrà avere fine

e i nostri due cadaveri di nuovo assieme

dormiranno nel letto nuziale


Tu di notte sogni

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo sognare

e questo mi fa piangere


Ecco il giorno e subito ti svegli

e proprio a me sorridi

sorridi con il sole

e io non penso più alla notte

dici quelle parole sempre quelle

"Hai passato una buona notte"

e io come sempre rispondo

"Sì mio caro ho dormito bene

e ti ho sognato come ogni notte."

sabato 1 ottobre 2011

Febbricola influenzale di inizio ottobre, il mercurio oscilla tra 36.9 e 37.2 e io mi sento come se mi avessero asfaltata con un rullo compressore.
Non ho più il fisico. Con la febbre a 39 guidavo verso casa dopo aver lavorato, qualche anno fa.
Ad esser seri, però, non credo che la febbricola, da sola, possa compiere tutto questo scempio.
Anche nonno Freud mi darebbe ragione: è la testa, il problema.
Il corpo diventa più fragile, quando non è protetto da un robusto equilibrio mentale, da sorrisi splendenti e da grandi speranze.
Credo di essermi debilitata in questi ultimi mesi, che pure, da un altro lato, dovrebbero essere quelli perfetti, no? di ricerche, di prove, di sorrisi ricevuti quando comunichi.
Credo di aver fatto troppo affidamento sul fatto che la MIA bella notizia lo fosse in generale.
Resto piacevolmente stupita da mia madre, che pare essere sinceramente partecipe e felicitante. Non vorrei che fosse un'allucinazione da farmaco antiinfluenzale.