lunedì 29 marzo 2010

regio-anali

Le regio-anali stanno andando peggio di come avessi pensato.
MERDIMONIO!!!!!!!!!!!!!

E comunque questa me la trovo sempre attuale...



Ho quarant'anni qualche acciacco troppe guerre sulle spalle
Troppo schifo per poter dimenticare
Ho vissuto il terrorismo stragi rosse stragi nere
Aereoplani esplosi in volo e le bombe sopra i treni

Ho visto gladiatori sorridere in diretta
i pestaggi dei nazisti e della nuova destra
Ho visto bombe di stato scoppiare nelle piazze
E anarchici distratti cadere giù dalle finestre

Ma ho un armadio pieno d'oro di tangenti e di mazzette
Di armi e munizioni di scheletri e di schifezze
Ho una casa piena d'odio, di correnti e di fazioni
Di politici corrotti, i miei amici son pancioni,

Puttanieri, faccendieri e tragattini
Sono gobbi e son mafiosi massoni piduisti e celerini.

Ho quarant'anni spesi male fra tangenti e corruzioni
Ho comprato ministri faccendieri e giornalisti
Ho venduto il mio di dietro ad un amico americano
E adesso cerco un'anima anche di seconda mano

Ma ho un armadio pieno d'oro...

Ho quarant'anni ed un passato non proprio edificante
Ho massacrato Borsellino e tutti gli altri
Ho protetto trafficanti e figli di puttana
E ho comprato voti a colpi di lupara

Ma ho scoperto l'altro giorno guardandomi allo specchio
Di essere ridotta ad uno straccio
Questo male irreversibile mi ha tutta divorata
È un male da garofano e da scudo crociato

se

Cosa sarebbe successo se.
A volte me lo chiedo.
Mi capita, neanche tanto spesso, ma mi capita.
Qualche ora fa, per esempio.
Cosa sarebbe successo se.
Cosa succederebbe se.
Alla prima domanda non c'è risposta, ci sono troppe variabili che sono (a)variate in una certa direzione.
Cosa invece succederebbe se.
Se io adesso prendessi in mano il telefono e facessi quella telefonata.
Se io adesso prendessi il telefono, e dopo aver riletto il messaggio per l'ennesima volta, decidessi di chiamare per smentire la precedente risposta.
Mi domando se quel messaggio non sia stato mandato proprio perchè ai precedenti avevo risposto in quell'altro modo.
Se io avessi risposto gentilmente da subito, di sì, da subito. se avessi detto si va bene si certo si ci sono.
Quelle cose sarebbero state accennate lo stesso, e magari poi dette?
A che scopo poi, quando si dice che poi ora come ora tutto sarebbe impossibile.
In qualche modo un piccolo rimescolio si è generato. Per un attimo. la voglia di parlarne con qualcuno. già.
La voglia, ma piccolissima questa, di prenderlo, quel telefono, e chiedere dimmi parla per favore spiegami dimmi. E' una voglia piccola piccola. tanto che tra poco uscirò per andare a correre un po' e la ignorerò finchè non sarà troppo tardi.
Ma sarebbe diverso, se ora quel qualcuno a cui avrei voluto parlare, avesse risposto al telefono.
Magari neanche ne avrei parlato, di quel messaggio. magari avrei parlato di altro e la nebbia si sarebbe dissolta.
ma...in fondo...che importanza ha?

lunedì 22 marzo 2010

groviglio/2

La sensazione non se ne va.
Mi domando perchè. Mi domando se sia l'istinto, a parlare, o la paura.
E perchè si divertono l'una a imitare la voce dell'altro?
Mi confondono. Ogni giorno. Ogni nuova giornata si apre e si chiude con questa sensazione di pizzicore dentro.
Non è possibile. Non è così che va il mondo.
Cerco nei ricordi. C'è come un buco nero, a un certo punto.
I miei meccanismi di protezione funzionano con la grazia di una ruspa: seppelliscono fette di vita sotto una coltre spessa e impenetrabile di nebbia, in modo che il dolore non ne possa più filtrare fuori.
Ma così tutto il ricordo diventa inaccessibile, tutta la situazione diventa nebulosa e io non riesco più a ricordare come fosse, prima.
Come ero io, allora. E ne avrei bisogno, di ricordare. Di capire cosa è stato. E perchè.
Bisogna concentrarsi, affondare le dita in questo grumo di pensieri, e avere il coraggio di capire da dove si genera tutto questo.
In tutto ciò..."la seconda cosa più bella di questa stanza è questa coperta". chissà se un giorno questa frase finirà stritolata nel dimenticatoio.

domenica 21 marzo 2010

groviglio


Questa perenne sensazione di ansia, di incompiuto, di traballante.
Mi rende così stanca.
Eppure mi domando, poi...cosa sarà quando questa incertezza dovesse finire?
Al momento, l'incertezza è vita.
E allora, cosa sarebbe? cosa potrebbe renderla certa? Forse solo ciò che non voglio.
che casino.

venerdì 12 marzo 2010

momenti

come questo.
Notizie che arrivano. Quelle spiacevoli.
Notizie che non arrivano. Quelle attese.
Provo con la musichetta trash.
Provo coi guantoni sul sacco.
Provo poi spengo tutto e smetto anche di picchiare.
perchè quando piangi poi vedi tutto sfuocato e rischi di prendere il muro, anzichè l'imbottitura.
Vorrei un abbraccio in cui rifugiarmi. Occhi e orecchie chiuse al mondo, almeno per un po'.

mercoledì 10 marzo 2010

l'ironia continua

gli dei se la ridono di brutto, secondo me, sull'olimpo, stanotte.
dopo l'altro giorno, in biblioteca, il librino...oggi il podcast.
Scarico spesso i podcast, ma poi ci metto tempo, ad ascoltarli.
Questo non so da quanti giorni stava lì, a covare.
Mi era rimasto da parte un "cuore di tenebra-dentro la storia".
Mi dico, stasera, che sono malinconica, che magari ascoltarlo mi rilassa.
Mi dico che stasera ne ho bisogno, di una voce che mi faccia compagnia.
Che mi distragga. Che non mi faccia pensare a nessuno.
E sai di che parla stasera, il podcast? Sai di che parla quello tra tutti che ho scelto, così, a naso?
Della banda Baader Meinhof.
No dico, non fa un po' ridere, che quando non ci voglio pensare, alle cose....?
E' talmente da sfigati, sta cosa, che scoppio a ridere da sola davanti al pc.
Oh follia portami via...

inquietudine

Mi rendo sempre più conto di quanto io abbia bisogno di confini, di paletti chiari, di sicurezze.
Di una voce che non si stancasse di rispondere alle mie domande ripetitive.
Perchè sono così? Non lo so, so solo che è così che mi sento.
All'erta, sul chi vive.
Cerco ogni segnale in una qualsiasi direzione, pronta a cogliere qualsiasi cambiamento, pronta a cercare di rintuzzare il dolore.
Ma così non faccio altro che logorarmi, lo so.
Non è tutto prevedibile, non è tutto controllabile.
Ma odio, odio, sentirmi così vulnerabile, come mi sento.
Sentirmi impotente, in balia di cose che non capisco, in balia di ombre e nebbie che non vogliono essere dissipate.
Probabilmente a pochi metri da me splende il sole, non ci sono queste preoccupazioni, forse perchè non sono neppure considerate importanti. E io sto qui, ridicola.
Vorrei essere dall'altra parte, piuttosto, essere io quella che soffia la nebbia e non quella che ne viene avvolta.
Qualcosa, in me, funziona a rovescio.

martedì 9 marzo 2010

Guess....

E' stato pochi giorni fa.
Estraggo il libro dallo scaffale. A fianco della mia mano ne spunta una piccola e paffuta.
mano di bimbo. Acchiappa un libro, la manina.A fatica.
Aggiungo la mia mano alla sua, aiutando a prendere il volumetto prescelto.
"Indovina quanto ti voglio bene" dice il titolo.
E' la storia di due leprotti, uno grande e uno piccolo.
Il bimbo mi guarda, sorrisone sdentato, indica i leprotti in copertina e dice qualcosa che significa "...belli!".
Sorrido e dico "sì, molto molto belli...".
Non sapevo nemmeno che fosse mai stato tradotto in italiano.
E invece eccolo, come un segno del destino a ricordarmi di non abbassare mai la guardia.
A ricordarmi che non mi devo rilassare, perchè appena penso che gli dei finalmente abbiano deciso di darmi un po' di pace, è allora che inizia la tempesta.
A volte, ancora mi domando che peccati ho commesso, in un'altra vita, per meritarlo.

sabato 6 marzo 2010

...tutto va bene pur di resistere.

Fight 'til you drop
never stop
can't give up
Til you reach the top (FIGHT!)
you're the best in town (FIGHT!)
Listen to that sound
A little bit of all you got
Can never bring you down

You're the best!
Around!
Nothing's gonna ever keep you down
You're the Best!
Around!

Lo ammetto. Sfogarsi contro il saccone da boxe viene meglio, quando ho la colonna sonora giusta.
So essere molto trash, mai negato. Non per niente la traccia successiva sarà Eyes of the tiger.

martedì 2 marzo 2010

...though I walk through the valley of the shadow of death...


Non si tratta magari di coraggio.
Ma di incoscienza, alle volte.
Perchè magari se io ci pensassi di più, a volte, alle cose, avrei talmente tanta paura.
E invece poi mi butto.
E a volte, come ora, poi sono così stanca che mi lascio cadere. E non importa se, a voler essere precisi, non ho scelto proprio un morbido cuscino, per farlo.

lunedì 1 marzo 2010

la espera