Quello che vorrei stasera non si può dire.
O meglio, non si può esprimere ad alta voce.
Si dovrebbero aprire parentesi dare spiegazioni fornire dettagli districare incomprensioni.
E cosa resterebbe di questo mio desiderio?
Niente di più di una poltiglia fangosa, come la neve dopo che troppe auto le sono passate sopra.
E' un desiderio che muore su se stesso, troppo semplice per essere realizzabile.
Le cose non funzionano così.
E' una questione di realtà. E di mente umana, che le cose deve complicarsele sempre.
La realtà ha questo brutto vizio, di irrompere così, senza avvisare, e rovinare le mie sceneggiature di fumo.
Ma non in questo caso.
Perchè adesso io mi avvolgo meglio nel plaid giallo con l'ombra del lupo stampata sopra.
Perchè adesso io chiudo gli occhi.
Perchè adesso io, senza dirlo a nessuno, immagino.
mercoledì 24 dicembre 2008
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3 commenti:
Anche se non significa nulla, ti capisco. Il fatto che non sia così ora è un caso, ma tutte le "cazzo" di feste e non feste, sere e non sere, a desiderare qualcosa, sia che fosse una piccola dolcezza o la morte, allora ogni "ora!" era ora; "adesso", adesso e l'assoluto ha un rimbombo epico. Leggo le tue parole e non dimentico un istante. Ti sono vicino, per quanto ognuno sia sol sul cuore della terra. Come disse qualcun altro.
grazie.
Anche sei io, che dire, non mi sento "sol" sul cuore della terra.
mi sento più "luna", se devo scegliere.
Orrenda? in effetti, posso fare di meglio. ma come che sia...
E però non credo, non tanto, nel caso, nella fortuità della fortuna altrui, anche se tra fortuito e fortuna sono poche lettere di differenza.
grande
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