domenica 27 febbraio 2011

prima di dormire

"...forse è perchè non eri stato chiaro su.."
"o forse invece è perchè ERO stato chiaro su!"

Incredibile come le spiegazioni che ci diamo di un evento possano essere opposte, speculari.
Ognuno spiega le cose in base alle informazioni che ha.
E quando, come spesso avviene nella vita, non abbiamo tutti i dati, forziamo un po' la realtà per farla entrare nelle nostre convinzioni o, più spesso nel mio caso, nelle nostre tristi previsioni.
che vorrei tanto vedere smentite. Ancora e ancora.
A volte penso davvero che sia difficile relazionarsi a me.
Probabilmente il corvo che gracchiava nevermore al povero Edgar Allan P. non avrebbe nulla da ridire sul mio approccio non esattamente ottimista....ma probabilmente sarebbe anche l'unico.
Ogni volta che chiedo troppo alla realtà, che forzo troppo la misura sperando di essere contraddetta, mi pento di questo atteggiamento. Ma non so che farci. Per quanto io possa lavarmi e profumarmi, puzzerò sempre di paura dell'abbandono.

giovedì 24 febbraio 2011

A volte, come oggi, mi sento un po' scontornata.
Poche ore fa, cercavo di spiegare a una persona che non è il caso, che si allontani dalla zona in cui vive, e che conosce, perchè non è ancora in grado di gestire la cosa.

Io: ....ma se, per esempio, ti perdi? cosa fai?
Risposta: sì...ma poi mi ritrovo.

Già. Non fosse che è stato detto seriamente, sarebbe un'ottima risposta.
Ha continuato a ronzarmi in testa, questo scambio surreale.
Forse perchè a volte io ho proprio questa sensazione, di perdermi.
E non sempre mi ritrovo, se lasciata a me stessa. Mi risulta molto più facile se posso seguire un filo datomi da altrui presenze. Mi è più facile vedermi, allora. Ridefinirmi.
Non so se sarà mai diverso da così.
Stasera, poi, non trovo neanche le parole. Perchè non trovo neanche i pensieri. perchè non sono nemmeno sicura delle mie sensazioni.

sabato 12 febbraio 2011

imparerò???

Che poi io ho un'età.
Che poi, a ben guardare, chi è che non ha un'età? I morti, magari, ma nemmeno, che arriva subito l'archeologo che ti spennella e ti spolvera e ti appiccica una data addosso!!!
E quindi, si diceva che io ho un'età.
In Italia magari posso ancora passare per "giovine" nelle statistiche, e lo scarsissimo uso di trucco (rimmel, fondotinta, fard, e chi più ne ha più si impiastricci la faccia) aiuta la mia faccia a sembrare forse un filo più infantile di quanto io non sia...ma ho sempre un'età.
Un'età per la quale potrei essere definita adulta.
E poi cazzo, io di relazioni interpersonali, comunicazione, ruoli e copioni...me ne intendo un po'.
E allora come faccio a caderci ancora?
Dovrei gestire le cose meglio, merdimonio!!!
E invece ecco cosa succede. Che io non so fare finta.
Arriva la tizia, lei sì ben capace, e davanti a testimoni mi tratta benino, mi sorride persino, fa mostra, in pubblico, di un certo socialmente adeguato interesse nei miei riguardi.
Poi i testimoni si voltano, si distraggono, e lei poco ci manca che mi butti giù dalle scale.
Dopodichè io, cretina, faccio presente che la creatura è quantomeno Giano bifronte.
Anzichè starmi zitta, riferisco che mi inquieta, la signora, e che poca fiducia mi ispira.
Risultato: io sono la solita. Ho una visione e una mente distorte. Sono quella che pensa male di tal brava persona.
Ma quando imparerò anch'io a sorridere servendo agli ospiti un buon caffè in stile Sindona?
Sono sicura che in quel caso tutti si complimenterebbero per la mia ospitalità.
Oh, merdimonio!

giovedì 10 febbraio 2011

¡Largo ya de aquí! ¿Qué queréis de mí?
¿Es mi alma o es mi dinero?
Si de uno carezco y la otra es una anomalía en esta vida.







A volte, quando la notte non riesco a prender sonno, faccio elenchi.

Gli elenchi dei lavori che sto facendo, degli incarichi che ho ricoperto, delle vesti che indosso quotidianamente.
E' come contare le pecore, ma ha davvero effetto sonnifero.

E in più lo faccio con la segreta speranza di trovare, una sera, nel dormiveglia, la risposta alla vetusta domanda " ma io chi sono?".
Così, come se l'informazione non facesse altro che nascondersi antipaticamente dietro alle mille etichette che mi posso appiccicare addosso.
Al momento posso solo dire
...
¡Y unos me llaman chaval, y otros me dicen caballero! ¡Algunos no se an querido pronunciar!

giovedì 3 febbraio 2011

interrogando

"Mi sembra quel qualcosa non vada...tono di voce freddo...lontano...va tutto bene?..."
Ad libitum.
Deformazione professionale, chiedersi sempre perchè e percome, e chiedersi da dove derivi questo "qualcosa":
è in chi riceve il messaggio (il portatore di tono freddo) o in chi sta parlando (e allora trattasi di proiezione, nonno Siggy docet)?
Alle dieci di sera, non essendo io il dottor Freud, non sono nè abbastanza lucida nè abbastanza geniale da saper rispondere.
D'altra parte, altra deformazione: è forse davvero importante sapere chi? alla fine, ciò che conta, non è forse il vissuto?
Se il qualcosa si sente, è importante il suo esistere? Non esiste già in quanto nominato?
Suppongo che non troverò risposta a queste domande, per farlo dovrei scavare a fondo e rischierei di non riuscire a trovare la via d'uscita.
In ogni caso, le cose non sono così facili come vorrebbero sembrare. E io ho la sensazione, alle volte, di esserne fin troppo consapevole.