martedì 27 gennaio 2009

lo scorrere del tempo

in questi giorni sembra che qualcuno mi rubi qua e là manciate di minuti, scampoli di ore.
il tempo non basta, resta sempre qualcosa da fare, da dire, da scrivere.
Forse è solo che non sono organizzata. forse. Non so.
Il corso è stato bellissimo, che voglia di usare l'MMPI-2 così come se piovesse.
Che bello confrontarsi coi colleghi, parlare di casi, discutere orientamenti e anche fare battutacce di pessimo gusto che nessun altro capirebbbe.
E' solo martedi e sono stanca, già.
Il fine settimana passato a prendere appunti non ha aiutato, dal lato del relax...ma come dicevano loro, se mi rilasso collasso.
E quindi che facciamo?
devo riprendere il ritmo, montare la guardia e impedire il furto di quei momenti preziosi in cui dovrei studiare pulire casa scrivere le relazioni e rispondere alle mail.
E magari, ogni tanto, pure svagarmi un po'.

venerdì 23 gennaio 2009

cuidarse...

Avrei potuto (e sarebbe stato meglio)dormire ancora una mezz'ora.
Ma nonostante i tentativi, non c'è stato verso di chiudere occhio, più.
Il pensiero si è insidiato in mente, dribblando le piccole bugie che dicevo a me stessa per procastinarlo.
La verità qui è, prima di tutto, che sto commettendo l'errore di farmi carico di cose che non mi riguardano. Sto ricadendo nel circolo vizioso del "se sono brava, tu mi vuoi bene?" e non c'è niente di più deleterio.
Urge un ridimensionamento della faccenda.
Ritorniamo a guardare le cose dalla giusta prospettiva. Ritorniamo a quelli che possono essere i miei obiettivi, in questa merda di situazione.
Del tipo, visto che ci siamo dentro fino al collo, anzichè aspettare che faccia l'onda, perchè non provare a nuotare?
1. avere la possibilità di una valvola di sfogo ogni tanto
2. affinare la capacità di utilizzo di quello strumento
3. studiare "il nemico" dall'interno e acquisire informazioni
4. acchiappare qualche opportunità lavorativa.
Non ci devono essere altre opzioni. Sono irreali, distruttive e vampirizzano la mia energia residua.
E' una grossa sfida a me stessa, questa volta, uscirne senza troppe ossa rotte.
Devo tenere presente i dati di realtà, e gradualmente ridimensionare tutto ai miei obiettivi, finchè si staccheranno via via come mele mature, e non ci sarà più nulla a giustificare questo accanimento terapeutico.
Quando, e voglio pensare a un quando e non a un se, quando avrò davvero ripulito la faccenda come un osso di seppia, lasciando solo il mio piccolo elenco, prometto che mi congratulerò con me stessa.
Mi fermerò a fare un respiro profondo, e a celebrare il mio avercela fatta.

giovedì 22 gennaio 2009

perchè qui posso dirlo.

che a volte sei proprio una merda.
Ma difettosa.
Su di te non crescerebbe neanche un amanita falloide.
Ti auguro di raccogliere quello che semini (sì, lo so, a volte sono crudele.)

martedì 20 gennaio 2009

Angeli dell'universo

Ricordo quando è caduto il muro di Berlino non perchè avessi la sensazione che quella caduta rivestisse una qualche importanza o mi riguardasse, ma perchè pensai: quel muro può cadere, ma i muri tra me e il mondo, quelli non cadranno mai; quelli sono saldi e incrollabili, anche se nessuno può vederdi a occhio nudo. (p.22)

Con una differenza. Io ero una ragazzina, quando successe, ma sapevo e sentivo che c'era un'importanza, in quella caduta. Ecco, questo sì.



domenica 18 gennaio 2009

una gran voglia

Ho una voglia fortissima di prendere su il telefono, di nuovo.
E poi, aspettare e aspettare e poi ...e poi porre una domanda.
E dire ti ricordi che ti avevo chiesto ti ricordi l'onestà sì avevi detto sì è chiaro va bene...
Dire adesso sarebbe il momento di dire adesso per chiarire adesso un colpo di bisturi preciso adesso per favore.
In questi giorni rifletto, penso, cerco di capire.
E quando mi sento dire "vedrai vedrai" scuoto piano la testa, mi invade come un'onda di marea la certezza che non vedrò proprio niente.
O forse ho visto troppo.
Vorrei che qualcuno avesse la pazienza di guardare a fondo nei miei occhi e dirmi "non preoccuparti, ora piano piano facciamo emergere un po' di luce."

il fondo

ci sono stati momenti in cui ho sperato che si sbagliassero le mie stesse previsioni.
In cui ho creduto che il marcio se ne sarebbe rimasto fuori ancora un po', e in cui ho cercato di dimenticare le cose che mi ero sentita dire, in tempi non sospetti.
Quelle frasi su "novità" "curiosità" "noia".
Quelle frasi che preludevano a quello che vedo coi miei occhi ora e che faccio finta di non capire, ancora.
Perchè poi?
Cosa ne guadagno, a tapparmi le orecchie, strizzare gli occhi e far finta che non?
Assolutamente niente, anzi forse perdo solo altro tempo.
Però...però questa piccola cosa, serviva almeno a darmi un po' di energia in questi giorni tanto bui.
E' difficile rinunciare, anche quando ti rendi conto che in realtà non faresti che prendere atto di qualcosa già avvenuto.
E' così triste, tutto questo.
Il lupo soffia sulla tua casetta di paglia, sul tuo misero castello di carte, e ti accorgi che non ne rimane nulla. pfff e via...solo polvere.
Tutto questo è profondamente stupido.
Oggi ho pensato a un po' di faccende, ho pensato anche al lavoro, un po' per distrarmi un po' perchè lo so, che se non mi metto di impegno, altro che crisi, chiudo bottega e fine della storia.
Ci ho pensato un po', qualche magmatica idea mi gira in testa, ma non prende la forma giusta.
E' sempre stato così, per me.
Ho bisogno di confronto continuo, di parlare, di rispecchiare le mie idee negli occhi di qualcun altro, e allora funziono meglio.
Mi sento, stasera, particolarmente svuotata.
Il corpo resiste, mantiene la sua postura, il suo solito aspetto. credo di poter persino stirare le labbra in un sorriso.
Ho pulito casa.
ho preparato il pane.
Ho fatto la doccia e mi sono data la crema per non far screpolare la pelle.
Ho lavorato un po'.
La sequenza è giusta.
Ma mi sento come se da un momento all'altro le pareti di casa mia dovessero crollare, rivelando che non sono altro che sfondi, che tutto questo è una finzione, uno squallido tentativo di imitare la realtà.
E so perchè mi sento così. E non lo voglio sapere.

vaghi pensieri domenicali

Quanto mi piacciono. Quando rinasco, una delle prossime vite..voglio fare la groupie a dei gruppi così.
E poi, è assolutamente vero:

Im always workin' slavin' every day
Gotta get away from that same old same old
I need a chance just to get away
If you could hear me think this is what I'd say

Don't need nothin' but a good time
How can I resist
Ain't lookin' for nothin' but a good time
And it don't get better than this

venerdì 16 gennaio 2009

autoritratto?


"Rubata" a chi me l'ha mandata.
geniale.
E poi dai, vuoi mettere, nel mio caso...la legge del contrappasso? eheh.
Comunque, mi piace un sacco.

mercoledì 14 gennaio 2009

esciesciesci

Lo so che quando sto così finisce che scrivo..e che mi ripeto. ma che farci.
Scrivere è terapeutico, mi aitua a diluire le sensazioni spiacevoli.
Ultimamente il coretto di voci che mi ripete "esciesciesciesci" è aumentato.
Ci si mettono persino gli studenti, e, vista la loro attitudine alla demenza, pensare che persino i miei disgregatissimi tesori si sentano quasi in dovere di redarguirmi, mi fa un po' pensare.
E' evidente che in teoria hanno, avete, ragione.
E' la pratica che mi risulta un filo più ostica.
Come quando guardo su youtube il malefico tutorial per realizzare un cuore all'uncinetto: a vederlo sembra semplice.
Poi tento di riprodurlo.
E ciò che ottengo assomiglia più che altro all'espettorato di un gatto malato.
Esciesciesciesciesci.
Sì sì.
Per esempio la settimana prossima ho preso un impegno per tutto il fine settimana: me ne vado a fare un corso di sabato e domenica.
Eh beh. Ho pensato che più che starmene in casa ad aspettare come una cretina qualcuno che non esiste...quasi quasi è meglio andare a seguire un po' di lezioncine.
Però lo so, che anche questo è un tentativo di alibi che non regge.
E' solo che mi sento sempre un po' fuori posto...o forse sono solo infantile e vorrei che qualcuno avesse la pazienza di venire a bussare alle porte del mio guscio.
Non lo so.
Continuo a sorridere a chi mi dà consigli credendo forse di essere il primo a farlo.
Continuo ad aspettare le cose sbagliate e a intristirmi quando poi neanche queste accadono.
La spia della situazione me la dà il fatto che certe cose ho smesso di raccontarle persino a te che di me sai quasi tutto.
Quando non ti racconto qualcosa, mia cara quasi mia coscienza, vuol dire che dentro di me lo so, che dovrei darci un taglio e cancellarla dalla mia vita.
E quindi cosa vuol dire questo. vuol dire che lo so.
Che gli ultimi mesi non sono stati dei più intelligenti.
Dovrei forse, anzi, senza forse, fare un bell'esame a me stessa e rifare di nuovo l'operazione di potatura di qualche tempo fa.
Che poi, stavolta, dopo la potatura, mi piacerebbe vedere qualche germoglio.
Ma forse sbaglio i tempi? O i modi? Mah.

domenica 11 gennaio 2009

di nuovo

Ho di nuovo quella sensazione sgradevole.
Si è fatto risentire l'effetto "domenica sera".
La domenica è sempre problematica. trovarsi tra le mani i cocci dell'ennesima settimana non è niente di piacevole.
Ora siamo a sera e accndo tutte le luci per non lasciare spazio ai mostri che si nutrono di buio.
Se chiudo gli occhi sono invisibile e i mostri non mi vedono.
Se mi copro la testa con le coperte l'uomo nero non può venire a prendermi.
Se chiudo a chiave la porta dell'armadio i fantasmi non possono uscire.
E' domenica sera. Bisogna resistere in qualche modo.

giovedì 8 gennaio 2009

troppo carina


che ridere. Mi piace un sacco. Se fossi un uomo ci farei una maglietta.
Essendo donna, ma dotata di immane cattivo gusto, potrei farlo comunque e fregarmene degli sguardi malevoli.

mercoledì 7 gennaio 2009

grazie, mamma

"Sarà meglio che ti tieni il posto...cos'è questo atteggiamento...cerca ben di darti una calmata!"
grazie mamma.
Quando imparerò che con te non devo sfogarmi mai, che con te non posso mai esprimere sinceramente le mie preoccupazioni?
Quando imparerò che le uniche parole che vuoi sentirmi dire sono "va tutto benissimo"?
Non dovrei neanche rispondere al telefono, quando mi chiami e io ho bisogno di parlare.
Perchè finisce che, appunto, parlo, e invece con te l'unica strategia decente è il silenzio.
Essere liscia come una parete di vetro, non darti appigli per criticarmi.
Che risposta del cazzo "sarà meglio che ti tieni il posto".
Credi che vorrei farmi licenziare?
Credi che le cose che ho detto a te le abbia urlate in faccia a lei?
Non sono completamente idiota.
Ho solo detto quello che vorrei tanto succedesse, e ho solo espresso il mio schifo per il fatto che col mio contratto orrendo non ho diritto, lavorando sei giorni a settimana, mai nemmeno a un giorno di permesso NON PAGATO per andare a frequentare un micragnoso corso di aggiornamento.
Mi fai una cortesia, mamma?
Andresti a dar via il culo insieme a quell'altra stronza?
Grazie.

martedì 6 gennaio 2009

me and myself

A volte, come stasera, ho un momento di lucidità.
in cui mi rendo conto che se penso tanto di volere qualcosa ma poi finisce che ottengo tutt'altro, qualcosa nei conti non torna.
A questi momenti poi segue la riflessione, quasi professionale. Un dialogo che torna. Tra me. E me.
- Perchè pensi che ti succeda questo?
- non lo so.
- che risposta del cazzo. A un tuo paziente non la passeresti mai. Perchè pensi che ti succeda?
- non...mmm...davvero. Non lo so. io vorrei....e invece finisce che....
- avrai fatto delle ipotesi...
- non fare la psicologa con me.
- ?!?!?! io sono te. non divagare. dimmi cosa pensi di questa faccenda.
- forse...forse una cosa c'è. E' che questa cosa..questa che vorrei tanto...e se non me la merito? E se poi arriva e io non la so gestire? E se poi scopro che quella...sai quale...quella...era stata la mia unica possibilità ed è finita giù per il cesso?
- Aspetta. Pensi di non meritare quella felicità? O pensi che forse non tornerà più?
- cazzo. Penso che non tornerà più perchè ho finito i bonus, kaputt! perchè non hai mille occasioni nella vita, e io ho dimostrato di essere un fallimento.
- se non sapessi che sei atea penserei che stai per chiedere a una qualche divinità di punirti. Quindi...pensi che non tornerà più questa possibilità perchè tu non la meriti.
- Sì. Ecco perchè finisco sempre in tutt'altra direzione. Perchè così non posso fallire. E posso illudermi che se un giorno ne avessi la possibilità...la coglierei eccome.

Click. fine delle trasmissioni.
A volte preferirei non averli, questi momenti.
Non è sempre piacevole, parlare con me stessa. E poi cavolo, non potrei avere un po' di tatto ogni tanto? A volte so essere proprio brutale, me ne rendo conto?

lunedì 5 gennaio 2009

Borges

..Yo que me figuraba el paraíso
bajo la especie de una biblioteca.

Stasera dovrei fare la brava, fare il mio dovere (la voce del buon vecchio Emmanuel K., il dovere per il dovere e così via).
Stasera dovrei scrivere, o almeno provarci.
Scrivere di infanzia, e di letteratura, e dei legami tra.
Ma cosa devo farci, se in testa non ho altro che le parole di Borges, stasera?
Dovrò, questo è certo, trovare il modo di infilarle nel discorso.
Ognuno ha i suoi demoni, schizzinose gentildonne della giuria.

sabato 3 gennaio 2009

indovina chi "viene" a cena.

La cucina è la mia passione, sicuramente.
Ma questa volta credo che passerò la mano. Mi sa proprio di sì.

Da poco negli Stati Uniti è uscito un libro di cucina dal titolo Natural Harvest. C'è di tutto: si spazia da piatti a base di pesce, di carne... anche solo verdure. Ma dubitiamo che per quanto riguarda questi ultimi, si possa parlare di piatti vegetariani. C'è infatti una sola costante. Un ingrediente che è alla base di questo curioso libro: lo sperma. Natural Harvest è infatti un libro di ricette a base di seme umano. .... Qualcuno potrebbe definire questo disgustoso. Lo sperma, come ingrediente, ha moltissime vantaggi: in primo luogo non si spende molto per reperirlo. Al massimo un po' di energie... Inoltre è decisamente nutriente, ed ha ottime proprietà culinarie. Viene paragonato al vino, o al formaggio, per la dinamicità del suo gusto.
http://www.dispenser.rai.it/showB.php?id=3098

venerdì 2 gennaio 2009

dalle 15 alle 19

Queste quattro ore resteranno dentro di me come una luminosa biglia di felicità.
Una biglia che non puoi mostrare a nessuno, che non puoi tirar fuori per dire a tutti "guardate guardate", ma qualcosa che va custodito stretto nel palmo della mano, dentro la tasca.
Da tirar fuori quando nessuno vede, e guardarla e rimirarla e dirsi "è mia è mia".
Felicità. mi lascio rotolare la parola in bocca, come biglia sulle dita.
Felicità calda come le lacrime sulle mie guance.
Non riesco a trattenerle. e' solo felicità che trabocca.
Ora mi acciambellerò intorno a questo piccolo calore, per proteggerlo da tutto il resto.
Una mia piccola, stropicciata felicità. che qualcuno direbbe di seconda mano.
Ma mia. Felicità.