venerdì 30 marzo 2007

regole

Quello che penso è accucciato nel fondo degli occhi. Posso, con sforzo non ecccessivo, tenere ferme le mani, che non mi tradiscano coi movimenti. Serrare la bocca, che la lingua non spifferi in giro le cose. Tu, in cambio, non cercare il mio sguardo.
Il trucco migliore per non sapere è non chiedere.
Il trucco migliore per non vedere è non guardare.
Basta un po' di allenamento.
Le regole sono semplici, in fondo..
Non bisogna guardare il fuoco troppo a lungo, o gli spiriti che ci danzano dentro salteranno nei tuoi occhi. Lo sanno anche i bambini.
Le care, vecchie, semplici regole.
Che mi si lasci pensare quello che voglio, a nessuno verrà imposto di saperlo.

giovedì 29 marzo 2007

"Anche l'ombrello parve accogliere con grazia il proprio destino. Sapeva che il proprio posto era sul sedile di un jet personale o appeso al braccio di un uomo con il frigobar in macchina, ma come tutte le cose belle e nobili, accettò di seguire quell'uomo che stava per morire come se fosse stato un principe o un grande magnate dell'industria. Conosceva il proprio valore, ma avrebbe mentito al mondo dicendo che il suo possessore meritava di averlo per sè."

Non posso fare a meno di commuovermi ogni volta che la rileggo.
Con Carroll mi succede spesso, si insinua nelle mie stanze più segrete e preme (delicatamente) sui lividi.
Non riesco a non commuovermi.
Un ombrello, un cane, un amore. Qualcosa o qualcuno che menta al mondo per me, in questo modo. E' un pensiero ozioso, ma penso a quell'amore incondizionato, da "tu sei la cosa più bella che ci sia" che leggevo negli occhioni neri di Sofia, prima che io, da buon spregevole essere umano diradassi sempre più la mia permanenza nel suo territorio di elezione.
C'è qualcosa di eroico, in un ombrello costoso che mette tutta la sua dignità a servizio di un moribondo che spende i suoi risparmi.
Sono facile alle lacrime. Sarà la primavera.
E mi ricordo di quando...sguardo di sfida e mento sollevato.

lunedì 26 marzo 2007

e a quel punto levi le tende

Da giovane mi preoccupavo spesso della solitudine. che nessuno potesse amarmi, o che fossi io incapace di amare. Col passare degli anni,le mie preoccupazioni sono mutate. Temevo di essere diventato incapace di intrattenere una qualsiasi relazione, di offrire la mia intimità. Mi sentivo come se il resto del mondo vivesse in una casa al caldo di notte, e io mi trovassi fuori da quella casa e nessuno potesse vedermi, proprio perché ero all’esterno, al buio. Ma adesso dentro quella casa ci sono anch’io e la sensazione è assolutamente la stessa.
(..) La paura della solitudine, la paura che innamorarsi e disamorarsi troppe volte renda impossibili da amare, la paura di non conoscere ma un amore vero; la paura che qualcuno un giorno o l’altro si innamori di me, si avvicini come mai nessuno prima, scopra tutto quello che c’è da scoprire sul mio conto e a quel punto levi le tende.
D. Coupland “La vita dopo Dio"

Mi ricordo che era primavera inoltrata. Già maggio. Il soffitto del bagno, lì nel sottotetto, aveva piccoli squarci che lasciavano passare mosche insonnolite e raggi di luce.
Io col libro sulle ginocchia, equilibrio precario. Tu schiuma e madonne, ennesimo taglietto.
Tu da sopra le mie spalle a disapprovare le righe segnate a matita.
Ma io mi conosco. E quando mi parlo dalle pagine di un libro, lo so.
E avevo anche ragione. E ho, anche ragione.

sabato 24 marzo 2007

da molto?
-...guardi, io aspetto il 101.
- ah. Sa a che ora passa il 32?
- tra poco credo.
- grazie.

E fin qui tutto bene. Caldo boia io già sudata e pressione bassa, lei con quell'abito nero chiuso, forse le suore sono come i thermos, mantengono la giusta temperatura anche al sole.
Leggevo un libro. E pensavo. Mi sorride, lei.
riflettevo sul fatto che avrei potuto, persino, in attesa del suo 32, chiederle qualcosa. Qualcosa di semplice, che ne so. tipo "mi scusi la domanda impertinente, ma ...la sua fede..da dove le è venuta...voglio dire..vedo dal suo abito che..."
Qualcosa del genere.
Sto ancora riflettendo e lei mi guarda e dice "la vuola la preghiera?"
sorrido, incerta se ho capito bene.
Estrae una fotocopia e mi dice "è cattolica lei,sì?"
Non credo fosse una domanda, ma gentilmente rispondo "veramente no, ma grazie comunque".
Mi mette in mano il foglio, dò una scorsa. Preghiera a Maria, da un lato, preghiera per genitori (c'è scritto tra parentesi) dall'altro.
Va bene. Accetto. che male vuoi che mi faccia.
In quel momento due ragazzi passano con un cagnetto al guinzaglio, un cosetto di pelo e coda mulinante nella sua cucciolaggine. ci sfiorano a malapena e lei mi afferra il braccio sibilando "mi hanno sporcata? scusi ci guardi lei...ci tengo alla pulizia...aahhhhh..i cani....non sopporto i cani...non dovrebbero girare così".
Spiace. Oltre a non essere cattolica, nella mia personale scala di valori, i cani e gli animali in genere vengono PRIMA. Non avrò senso, spiace. ma davvero, mi fa senso questa donna. Qualunque abito porti. Che poi nel mio immaginario penso sempre che certi discorsi...uno dovrebbe vergognarsi anche solo a farli.
Non so cosa dire. Taccio.
la preghiera prima non era riuscita a smuovermi del tutto, ma ora piuttosto che chiederle qualcosa sulla sua fede o quel che è, passo tre ore con un assicuratore in cerca di clienti.
Ciliegina sulla torta, arriva l'autobus. La sua mano sulla mia spalla. "devi dirla tutti il giorni con tre Ave Maria. funziona".
mi sfugge, prima che me ne accorga un poco fine "oh socciamadonn..." mi fermo ormai tardi, lo so. Ma che dire. Non credevo queste cose funzionassero come gli antibiotici. Una pasticca tre volte al dì.

mercoledì 21 marzo 2007

lati di medaglia

Alla fine non dovrei mai preoccuparmi così.
Dopotutto finisco sempre per essere "simpatica".
In questo caso meglio così, relax e chiacchiere.
Come diceva qualcuno...il Signore è il mio pastore. Egli mi fa sdraiare sui verdi pascoli. IL GUAIO E' CHE CI AVEVA APPENA FATTO PASCOLARE TUTTO IL CAZZO DI GREGGE.
Che casino che sono. Questa cosa, in sè, va bene così, non fosse che è comunque l'ennesima. E che vista dall'altro lato non è altro che l'ennesima dimostrazione. Devo aver proprio perso la capacità di. Ma ce l'avrò mai avuta?

sabato 17 marzo 2007

che ironia

Questione di età, bimbe mie.
Non ho idea di chi sia Scamarcio. Piero. Pietro. Non saprei.
Ma chi ti piaceva prof alla nostra età?
(ah..i miei 13 anni...)
Eh? E chi sarebbe?
(solo un ragazzino..."guarda guarda prof io ho la sua maglia, era di mio fratello grande" )

Che dirvi ragazze, che dirvi. Il tempo passa. Io avrei fatto follie per lui. Ce l'ho ancora, quelle pagine di diario con le sue foto.

http://www.youtube.com/watch?v=cPH5jA3Gg90

Che ironia, però, che ironia.
Voglio dire, se ci mi ci soffermo un attimo senza pensarci troppo.
L'ironia della cosa è più che evidente.
La tua foto sta sempre nel mio portafoglio, e nel ricordo non è difficile sovrapporvi.
Come spiegare a delle dodicenni che certi sogni è pericoloso realizzarli?

giovedì 15 marzo 2007

From A to Z

Acqua.
Materiale occorrente: un mare o un fiume o un lago (in estremo subordine una vasca da bagno); il proprio corpo vivo da immergere in acqua.
Aeroplano.
Materiale occorrente: un aeroplano.
Air bagging.
Materiale occorrente: un'automobile con dispositivo airbag.
Alcool.
Materiale occorrente: bevande alcooliche di qualsiasi tipo, purchè di gradazione e in quantità sufficiente; in aggiunta, eventualmente :anfetamine.
Automobile.
Materiale occorrente: un'automobile.
Barbiturici.
Materiale occorrente: barbiturici.
Benzina.
Materiale occorrente: benzina o altri materiali altamente infiammabili; un recipiente (bottiglia o tanica); un accendino o fiammiferi.
Bomba.
Materiale occorrente: una bomba.
Camion.
Materiale occorrente: un camion.
Cianuro.
Materiale occorrente: cianuro.
Cibo.
Materiale occorrente: cibo.
Coltello.
Materiale occorrente: un coltello possibilmente affilato, grosso o medio, comunque non un temperino o un coltello da tavola.
Corda.
Materiale occorrente: una corda, un gancio o un sopporto.
Digiuno.
Materiale occorrente: il proprio corpo vivo.
Droga.
Materiale occorrente: la droga.
Elettricità.
Materiale occorrente: un phon o un altro piccolo elettrodomestico; una vasca da bagno; acqua.
Fucile.
Materiale occorrente: un fucile, cartucce.
Gas.
Materiale occorrente:una bombola di gas per uso domestico o un appartamento con l'allaccio alla rete del gas.
Harakiri.
Materiale occorrente: una lama, possibilmente di spada.
Kamikaze.
Materiale occorrente: un aereo, o altro mezzo di locomozione e/o dell'esplosivo.
Lametta
Materiale occorrente: una lametta da barba.
Malattia.
Materiale occorrente: una malattia mortale. Il proprio corpo pronto a riceverla.
Metropolitana.
Materiale occorrente: una linea del metrò.
Moto
Materiale occorrente: una moto.
Motoscafo.
Materiale occorrente: un motoscafo
Muro.
Materiale occorrente: un muro (generalmente di cella carceraria)
Overdose.
Materiale occorrente: dose massiccia di elementi nocivi.
Pillole.
Materiale occorrente: pillole medicinali.
Pira.
Materiale occorrente: una catasta di legna, liquidi infiammabili, qualsiasi cosa provochi fiamma.
Pistola.
Materiale occorrente: una pistola; munizioni.
Rasoio
Materiale occorrente: un rasoio.
Rito.
Materiale occorrente: una setta religiosa dalla fede molto salda.
Serpenti.
Materiale occorrente: un serpente velenoso.
Soffocamento.
Materiale occorrente: un sacchetto, preferibilmente di plastica.
Sonniferi.
Materiale occorrente: sonniferi.
Strada.
Materiale occorrente: il proprio corpo vivo, una strada trafficata.
Tranquillanti.
Materiale occorrente: tranquillanti.
Treno.
Materiale occorrente: un treno.
Tubo.
Materiale occorrente: un0automobile o un motore a scoppio, un tubo di gomma, scotch da pacchi.
Veleno.
Materiale occorrente: veleno.
Volo.
Materiale occorrente: il proprio corpo vivo da lanciare nello spazio vuoto.

martedì 13 marzo 2007

ancora dentro

All I want is a little reaction
just enough to tip the scales
I'm just using my female attraction
on a typical male...

Tipical male_ Tina Turner

Gli eterni lassù mi stupiscono sempre col loro senso del ritmo, nonchè dell'umorismo.
Grandiosa lei, sempre, ma come ultimo rif da ricordarmi mentre mi sbuccio dei vestiti nell'aria clorosa e umida...giuda ladro, non è il massimo.
Ricordare certe cose poi fa male, magari non è il dolore forte da pugno allo stomaco dei primi tempi, ma è comunque un lavorio sordo. Che scava dentro.
Non saprò mai credo da cosa derivassero le emicranie, le stanchezze, i malumori, le scuse.
Ma alla fine della fiera...non è quello che mi importa. I fatti, i fatti, che mi servono i fatti. Io sono il fatto. Io e il mio passato zavorra. Io e i rimbrotti materni su quel mio fallire. Io e i miei modi mai azzeccati.
Come diceva il vecchio Watzlawick, non è tanto il rifiuto, ma la disconferma. Già, era quello.
Non era nemmeno un " a guardarti meglio..." era proprio come se no, non ci sei, non esisti, non riconosco in te neanche qualcosa da rifiutare. E tu conoscendomi così bene, sapevi. Sapevi quali corde ferire. Cosa contava. Sapevi benissimo come soffocare la luce dentro i miei occhi.
Non è buona cosa pensarci in questi momenti, non avrei dovuto parlarne? non è la parola il problema, ma il pensiero, la testaccia marcia, che scuote mentre rintuzzo quei tre capelli ribelli sotto la cuffia, e la pelle d'oca mi ricorda quanto odio questo impatto bagnato e freddo.
E' incredibile quanto vorrei qualcosa di semplice. Sento la mancanza di un tocco che non sia acqua, che non sia professionale alla ricerca di dolori, che non sia fortuito nel curvare dell'autobus.
Non ho il coraggio di cercarlo... chissà se lo sapessi che orgoglio eh? Ma non gongolare troppo....non hai estirpato la mia natura, le hai solo assestato il giusto fendente, e ancora barcolla.
Un giorno mi sentirò di nuovo capace. Non sarà più così tremendo anche solo togliere l'accappatoio.
Un giorno non ci penserò più per niente, non mi verrà nemmeno più in mente e allora i segni saranno spariti davvero, non solo nascosti in fondo agli occhi.

lunedì 12 marzo 2007

0re 10.15

...muori troia dovete morire tutti vi ammazzo non finisce qui ti aspetto fuori con una spranga di ferro e ti spacco la testa devi morire stai zitta troia zitta muori tu e la tua famiglia....

Non fa lo stesso effetto senza gli occhi la voce i pugni e i calci a mulinare.

La pelle sta assumendo sfumature variegate, dal viola al verde. Fa male. Ma è quello che non si vede, che lascia stremata.

sabato 10 marzo 2007

Lama di bisturi

I rapporti familiari appartengono a un piano in cui non si applicano le regole comuni di giudizio e di condotta. Sono un labirinto di tensioni, litigi e riconciliazioni, la cui logica contraddice se stessa, la cui etica ha le radici in una giungla accogliente, e i cui valori e criteri sono distorti come lo spazio curvo di un universo chiuso in se stesso. E' un universo saturato di ricordi - ma ricordi da cui non si è tratta alcuna lezione; saturato di un passato che non fornisce alcuna guida per il futuro. Perchè in questo universo, dopo ogni crisi e riconciliazione, il tempo ricomincia sempre da capo e la storia è sempre all'anno zero.

Koestler, 1954 in: Watzlawick "Pragmatica della comunicazione umana"

Esatto. un pensiero affilato e preciso.

giovedì 8 marzo 2007

(bi)sogno

bisogno di essere toccata. che i confini del mio corpo vengano definiti, segnati, da una carezza che li riconfermi.
Anche un contatto casuale, qualcosa che mi faccia dire "sento, dunque sono". E sono da qui a lì. E questa è la mia pelle. E questo il mio corpo involucro confine.
basterebbe un abbraccio. una carezza. Un braccio sulle spalle. qualcosa. conferma che, dunque, ancora sono.

99 volte 8

Probabilmente non c'è nulla di più banale ormai dell'8 marzo, ma anche in questo 99esimo anniversario io investo qualche minuto a spiegare ai ragazzi perchè si festeggia.
l'anno scorso alla scuola materna le mamme stupite mi dicevano che i bimbi a casa avevano raccontato la mia spiegazione, alcuni aggiungendo " se c'ero io mamma davo tante botte al padrone cattivo e poi le aiutavo tutte".
Ognuno ha i suoi modi di vedere.
Io oggi sono banale. 8 marzo.
A.

mercoledì 7 marzo 2007

"sempre lì stai...sempre lì...e quando migliori un po'?"

Che sia sensazione o realtà..la sintesi è comunque...un'oca che tenta, quando crede che nessuno la veda, di svolazzare in giro.
E poi ripiomba fragorosa nella sua pozzangheretta.
Hai sempre voluto e sperato che raggiungessi una qualche vetta. Tangibile possibilmente. Raccontabile. Descrivibile.
L'ultima volta giugno del 98, credo, che sei stata veramente a posto. Che sono stata veramente come volevi.
Dopo sì...ma sì...brava...dai...ma potevi arrivare al massimo no?
Da quel giorno di febbraio poi il vuoto, più niente da annoverare tra le cose ben fatte, sempre un arrancare perenne nella folla.
Lo so che sono una delusione per te. Credi che non lo sia per me? mi dispiace, avrei voluto essere meglio. Più capace. Mi hai sempre detto "le persone devono sfruttare quel che hanno. Bellezza. Soldi. Talenti. Tu dvi sfruttare quel che hai tu. sei intelligente. Studia, impegnati, questo devi fare".
Ho studiato, lavorato, imparato. Diligente a modo mio, lo so.
Ma non sono abbastanza brava, mi dispiace.
Non funziono bene, impegnandomi tanto posso evitare di scivolare sempre più giù...ma non imparerò mai a volare, mi dispiace.
Ho sbagliato a cercare di farlo...come dico sempre...non cavi sangue dalle rape.
Continuo a provare, starnazzo e cado. Non è questione di allenamento qui. E' questione come la mia pagella di seconda media.
Educazione fisica. Impegno molto buono. Risultati quasi discreti. Oh yeah.

buona notte

...Caroline dice
mordendosi il labbro
la vita dovrebbe essere
più di tutto questo...
(Lou Reed)

Ninna nanna ninna oh.
Vorrei qualcuno a leggermi una storia. Una storia qualsiasi. leggere per me. Io lo facevo, e mettevo via solo quando sentivo quel respiro inconfondibile di chi dorme.
Vorrei qualcuno che mi accarezzasse i capelli, leggendo...e addormentarmi, poi. E' tanto tempo che nessuno veglia più sul mio sonno.
Folla fittizia a farmi compagnia, un safari di leprotti, porcospini, gatti, cani, coccinelle, talpe e leoni a contendersi lo spazio.
Questa notte comincia così.

lunedì 5 marzo 2007

riso amaro

"...mai porci obiettivi irraggiungibili, mai copiare un modello: se vogliamo suicidarci troviamo un nostro modo originale di farlo. Se riusciamo a fare questo è il regalo più bello che ci possiamo fare."
(Neri Marcorè versione prof. Morelli).

parole.sbagliate.

Le parole sono ciò che mi contraddistingue e mi dà forma.
Da sempre. mi nutrono, mi feriscono, mi scaldano e mi sfuggono.
Scritte, urlate, sussurrate, tracciate piano con un dito su vetro appannato.
Quanto possono arrivare lontano? Forse abbastanza. Di sicuro abbastanza. Dai. Sono sicura che in qualche modo mi senti mi vedi mi leggi mi segui.
Hanno chiamato..l'altro giorno. Ci sarebbe da pagare, per il signor B., perchè sono passati i 10 anni. Ti rendi conto? Dieci anni.
E allora, se volete, lo mettiamo insieme alla signora V.
Roba da pazzi. Lo mettiamo insieme. tanto saranno consumati.
Roba da pazzi. Eccome. Roba che ma che cazzo diteeeeeee ma poi lo so che fanno il loro lavoro. Male. Eccheccazzo,questo lasciamelo dire. Male. Che cazzo.
In ogni caso, non esiste. Con molto garbo, eh, tranquilla. Con garbo, ma non preoccuparti, non ho nessuna intenzione di farglielo fare.
Loro non lo sanno...e tu mi dicevi "stanotte tuo nonno è venuto a darmi fastidio mentre dormivo...viene lì di notte e mi fa arrabbiare."
"ma è morto, nonna..sei tu che lo sogni.."
" no no viene lì di notte e dopo sgridiamo tutto il tempo e io dormo male.."
Mi senti? Ecco. Sappilo.Non esiste che glielo permetta. Stai tranquilla. Mi piacerebbe stringere una delle tue mani grandi e dirtelo. ma allora non avrei nulla da dire, per paradosso,che dici?
Non riesco a togliermi dalla testa. Consumati. Consumati. con.su.ma.ti. Le parole. Che male che fanno. Già solo per questo, prenderli a schiaffoni. ma no, no, composta, che credi, so dire bene anch'io. Ho imparato. Consumata. non mi frega un fottuto cazzo. Voi la lasciate in pace. Ecco. Ci ho messo più parole, te lo giuro. E non ho alzato la voce. Bisogna sempre rispettare chi lavora. E' giusto. Hai ragione. Con molto rispetto, io stacco l'assegno e loro per un altro po' di anni non vengono a ricordarmi che. E poi sono solo 5 anni, ma insomma. Non si può. Ci terrei a dirtelo, sai... e poi comunque...insomma...non ti vien voglia di dirmi brava? di ringraziarmi? dai...non so...metti che passi di qua..che poi sai..ho cambiato casa, ma ti aspetto sempre. anche solo per sgridare un po' di notte. Ti prego, vieni a dirmi di non fischiare per le scale o di non guidare così forte.
O se no, se hai istruzioni. magari hai cambiato idea, e adesso averlo così vicino non ti darebbe più fastidio. Intanto io faccio di testa mia, e bado che non ti vengano a disturbare. Quando vuoi, tu, fammi sapere. E magari vagli anche a dare una tiratina ai piedi. Mica una cosa impegnativa. Così..ai bordi del letto..qualcosa tipo..consumata a chi, giovanotto? E zac..una tiratina. Ti voglio bene.

venerdì 2 marzo 2007

prima volta

prima notte malata e da sola solissima.
Abituata com'ero a sempre qualcuno in casa, magari addormentato in altre stanze.
Strano, ma forse meglio così. Nessun altro infastidito dai continui colpi di tosse, alzate a bere, soffi di naso. Ma sempre strano.
che notte schifa, comunque.

giovedì 1 marzo 2007

lontano lontano

a volte penso proprio che non ce la farò. che andrà storta una cosa di troppo. Che si incepperà il meccanismo. Tutte quelle gocce salate hanno arrugginito gli ingranaggi, chi sa quando decideranno di cedere. Intanto, per fortuna, le mani di Giacomo impastano le mie spalle malmesse. Ti fa male qui? No. e qui? un po'.
Sottofondo buono di musica da canticchiare piano...sei tesa, qui. Girati che ti sciolgo un po'.
Ci sono troppi grumi, da sciogliere. Neanche tutto il tuo impegno riesce a sfiorarli. Occhi chiusi, vorrei sprofondare da qualche parte e non tornare se non tra tanto tanto tempo. Arrivi proprio in uno dei miei momenti peggiori. Ma tu che non lo sai...pratico come sempre, dirigi, spieghi, mi sollevi da me stessa per un po'. Mi piace essere manipolata..capisco perchè si parla tanto bene dei corsi di massaggio infantile...si sta bene qui a non pensare, con la vaga illusione che tutto sia un po' più lontano. E' bello abbandonarsi al tocco sicuro di qualcuno.
Sei più bella quando sorridi, sai?...grazie... E non devi far passare tanto tempo tra una volta e l'altra... ...sì.... Vieni la prossima settimana? ....non so... Vieni la prossima settimana. Ah...allora ok.
Ma tornano alla carica tutti, i pensieri, non appena mi rivesto mi rialzo ritorno responsabile della mia vita.
Aspetterò di nuovo un tocco magico che, per un po', mi porti via.