giovedì 30 aprile 2009

strade sdrucciolevoli

che mi fanno guidare più concentrata. Che mi fanno rischiare, lungo quei tornanti.
Oggi ho pensato, all'improvviso, che non voglio morire.
Ci riflettevo. Per un'atea come me, dopo la morte non c'è niente, ma per la mia mente il nulla è impensabile, non riesco ad immaginarlo.
Il nulla. La fine di tutto.
Quando penso alla morte penso che non potrò più fare nulla e ho come un senso di rimpianto, ma per me la morte è semplicemente la fine.
Non c'è altro. E allora cosa mi fa paura? Non sarà come guardare da un vetro e pensare a cosa non hai più.
Non ci sarà solo più nulla. Perchè mi fa paura?
E perchè oggi ho pensato, così chiaramente, che non voglio...e insieme che tanto...prima o poi succederà?
Mi sono sentita più leggera, per un attimo.

venerdì 24 aprile 2009

mucho mojo...

- Quel palo con le bottiglie. Che cazzo è? Roba decorativa?
- E’ una di quelle stronzate mojo. Ti protegge dagli spiriti malvagi. Dice che gli spiriti entrano nelle bottiglie e ci restano intrappolati. O forse entrano e vengono sputati fuori trasformati in una roba innocua. Non so di preciso. Ricordo di averli visti qualche volta da bambino.

J. Lansdale _ Mucho mojo

Credo che presto me ne costruirò uno.


martedì 21 aprile 2009

A momenti sembra di vedere la luce in fondo al tunnel.
Quel che mi chiedo subito dopo però è...cosa c'è, davvero, fuori dal tunnel.
Cosa sarà, una volta raggiunta questa uscita.
Per ora si vede solo il bianco, in contrasto col buio a cui gli occhi si sono abituati in questi ultimi anni.
Si avvinghia alle mie caviglie, sottile, la paura.
cosa sarà di me, una volta che non avrò più una luce verso cui tendere? una volta che sarò fuori da questo buio, umido, ma rassicurante, familiare, tunnel?
Verso cosa muoverò i miei passi.
Non lo so.
A volte sospetto di essermi cacciata in questa ennesima maratona per avere uno scopo verso cui tendere, ancora per un po'.

sabato 18 aprile 2009

discussione in un'alba fredda

-...che io lo sapevo che finiva così.
- ma sta zitta.
- LO SAPEVO. E tu pure.
- Ma la smetti? non è vero. cosa sapevi, cosa!!!!
- che andava così. Lo sapevo io, lo sapevi tu...lo sapevamo TUTTI.
- piantala. tu non sapevi un bel niente e io neanche. Ma cosa credi..che fosse tutto programmato?
- ah no? dai...era da ieri che ci giravate intorno.
- questo non è vero...e poi...cazzo adesso non so neanche cosa pensare.
- smetti di far la finta tonta, lo sapevi e non lo vuoi ammettere.
- io sono una finta tonta, e tu sei la solita.
- sì sì...comunque...io lo sapevo. che poi mi fa incazzare uguale. lo sapevo eh? però fa lo stesso, mi fa incazzare.
-..un po' anche a me....però davvero secondo me...non lo sapevo. Adesso mi sento un po' così, è normale?
- mah. normale. lo sapevi lo sapevi..però si dai..è normale...stare così.
- certo che però..
- eh già...
- ma davvero, lo sapevo?
- ma sì dai...si vedeva.
- Ah.
- Eh.
- ...però...se lo sapevo davvero..sapevo anche come andava a finire. cioè...
- sì ma speriamo sempre di sbagliare no?
- già.
- forse è questo che frega...lo sai però pensi che magari ti sbagli.

Quanto vorrei che la smettessero di litigare. E che dentro la mia testa tornasse il silenzio.
Tanto alla fine non giungeremo mai ad una conclusione, vocette mie.
Sono la solita. che sa, non sa, non vuole sapere e vorrebbe sapere tutto.

mercoledì 15 aprile 2009

scena chiave

Sale in gola la sensazione di acido.
Sale il dolore dietro il collo, la cervicale infiammata.
E' stato difficile, stanotte, addormentarsi.
Una mescolanza di rabbia ansia delusione interrogativi interrogativi interrogativi.
Perchè?
Perchè prima? perchè dopo?
Certe parole non andrebbero mai usate.
non bisognerebbe mai parlare di amicizia, di sostegno, di affetto.
E non si dovrebbe, non dovrei, poi rimanere così male quando all'improvviso, uno dopo l'altro, come fantasmi al sole, non resta nulla.
Amici.
Questa parola è troppo complicata.
Sono stata eletta a confidente, a punto di riferimento, a faro.
Mai nulla di pari, mai nulla di speculare.
Mi fa rabbia,ora, capire quanto sono stupida.
Quanto sono solo una piccola stupida che scondinzola come uno stupido cane da canile.
Ricordo distintamente quella sera.
Seduta alla scrivania, prima di andare a casa, ti pensavo.
Eri andato via qualche ora prima.
E poi all'improvviso sento aprirsi la porta della sala d'aspetto...apro..e ci sei tu li davanti.
Senza neanche lasciarti parlare ti salto al collo, felice di vederti, felice che avessi voglia di farmi un saluto al volo.
Tu rigido, imbarazzato.
E finalmente mi dici a bassa voce "sono tornato perchè mi sono scordato qui il cellulare".
Non hai idea. Non puoi avere idea di quanto mi sono sentita idiota, a quel punto.
Umiliata e cretina. Una povera cosa.
Un'ottima sintesi della mia cazzo di vita.

sabato 11 aprile 2009

cama vacía


Permane questa sensazione.
I gorghi della mia vita fanno sì che soffiando via un po' di marciume, non resti poi altro che vuoto.