martedì 24 agosto 2010

la fonte eterna...

Scrivere continua ad avere una funzione auto-terapeutica.
Faccio anche i compiti, mi impegno e poi relaziono ogni due settimane.
E oltretutto, sto facendo gli esercizi di TA, anche se non mi vengono proprio bene bene....
La cosa difficile è che per ogni progresso,per ogni rattoppo fatto...salta fuori una nuova difficoltà, una nuova prova.
Mi domando se sarò in grado di affrontare tutto questo. O se prima o poi non ne verrò sopraffatta.
Da tutta questa faticosa me stessa.
E' come se tutto questo dolore, tutta questa lava che mi brucia dentro, non facessero altro che scavarsi nuove strade per uscire, quando a me sembra di averne ripulita finalmente un'altra, e un'altra, e un'altra.
A volte è davvero desolante.

lunedì 16 agosto 2010

di nuovo

Il mio malessere è ciclico, evidentemente.
Come un sacco di altre cose.
Solo che non segue un processo regolare e prevedibile, e così ogni volta mi trova impreparata.
Se avesse una cadenza mensile sarebbe diverso, saprei quando aspettarmi "questo" e, non so, mi organizzerei in qualche modo, per non essere sola per esempio. Barerei, cercherei in ogni modo di fregarlo.
Ma probabilmente lui si sposterebbe di un giorno, e il gioco sarebbe uguale a prima.
Forse, se riuscissi davvero a capire questo, mi sentirei meglio.
Probabilmente il trucco sta nel lasciar fluire le cose, nell'accettare questa sensazione, nel lasciare che faccia il suo corso, perchè solo così la si può esorcizzare.
Ripeto a me stessa che sono migliorata.
Ma ancora non ci credo.
E vorrei cancellare fette di passato.

martedì 10 agosto 2010

libri

"La realtà è dolorosa e imperfetta", mi diceva (mia madre), "è questa la sua natura e per questo la distinguiamo dai sogni.
La realtà ci ferisce, anche quando, per un attimo, ci sembra un sogno.
nei libri c'è tutto ciò che esiste, spesso con colori più autentici, e senza il dolore vero di tutto ciò che realmente esiste. Tra la vita e i libri, figlio, scegli i libri."
Agualusa_ Il venditore di passati

Mia madre non ha mai parlato così chiaramente.
Però mi faceva leggere.
Prima dei 16 anni avevo già divorato Tolstoj, Dostoevskij, Marquez, Zola...e poi La morte a Venezia, Schiavo d'amore, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, e tanto altro.
Leggevo.
Adesso ho il doppio di quegli anni, e ancora leggo, leggo, leggo.
Anche e soprattutto d'estate, chiusa in casa, in penombra.
La realtà mi ferisce. Mi assedia.
Continuo ad esser fatta di carta velina, mi stropiccio facilmente e mi lacero, quasi senza far rumore.
Le mie brevi sortite nella realtà, quella vera, quella che non è lavoro nè obbligo, hanno spesso un retrogusto amarognolo. Come se una sostanza vischiosa mi ricoprisse e non mi permettesse di toccare davvero le cose.
Tutto ciò che vorrei è condividere davvero. Ho viaggiato per anni, da sola.