martedì 30 aprile 2013

27,5

Scrivo con la speranza di dimenticare al più presto tutto, soprattutto il significato di quelle cifre, il dolore, le avvisaglie, di nuovo il dolore, le lacrime.
Ci sono cose di cui non ho esperienza.
Non mi sono mai fatta una canna.
non ho mai guidato una moto.
Non ho neanche mai assaggiato una qualsiasi ricetta contenente trippa.
Cazzo, ci sono tante cose di cui non ho esperienza, perchè proprio questa doveva capitarmi?
Perchè?
Lo so, non c'è una risposta.
Lo so, capita a un casino di gente.
Ma non aiuta, saperlo.
Non aiuta perchè non puoi parlarne con nessuno, non aiuta perchè neanche la persona che più di tutte dovrebbe capire...non capisce.
E' un dolore talmente grande...
Forse il dolore più grande è la consapevolezza del momento in cui tutto è cambiato.
Ora che l'ho provato, ora che so com'è, come potrà la mia vita tornare quella di prima?
D'ora in poi io SAPRO' SEMPRE com'è, se dovesse ricapitare lo saprò, non potrò nascondermi dietro nulla e dovrò rivivere tutto questo perchè saprò.
E so che sarò sempre sola, in questo, perchè nessun altro saprà, perchè nessun altro potrà capire, perchè non sentirà e non vedrà nulla.
Odio tutto questo.
vorrei solo, allora, che non fosse accaduto nulla dall'inizio, che non ci fosse stato neanche quel 27,5, che non ci fosse stato nulla se non la solita conclusione.
Mi fa schifo tutto, al momento.
Sto facendo del mio meglio, per fare la parte di quella che reagisce.
Mi sono lavata i capelli, mi sono cambiata da capo a piedi (ho sostituito una orribile tuta con una solo un po' meno orribile), mi sono profumata.
ho anche rassettato un po' casa, solo per far finta che in fondo non è successo niente di grave e che io sono una donna matura, che supera le difficoltà e soprattutto che non le fa pesare sugli altri.
Già. Ora so di vaniglia e olio per capelli, sono linda e pulita e dentro ho solo una voragine di urla e lacrime che vorrebbero uscire e distruggere tutto intorno.
Vorrei solo dimenticare. Dimenticare. Dimenticare.
Ma so che non lo farò.
So che d'ora in poi lo saprò. So che è solo l'inizio di un altro calvario.

domenica 21 aprile 2013

A volte parto con l'idea di scrivere qualcosa, un racconto sensato, finalmente, non gli abbozzi intimi(stici) che qualcuno ha giustamente definito "tipico esemplare di scrittura femminile che non parla di niente se non di emozioni sensazioni sfumature...ma poi non succede un cazzo".
Poi appassisco.
mi sa che non sono proprio in grado di andare oltre il fissare il mio ombelico scrivendo paginette insulse.
E' un po' una delusione, anche se non mai pensato di essere Tolstoj, peccato che non io non sia neanche Lydia Davis, volendo tornare al genere "femminile senza avvenimenti".
Mi sa che sono e resto un'imbrattacarte senza speranza, e senza soluzione di continuità.
Cosa farne, di questi piccoli cosini scritti e mai sistemati?
Di un paio di loro sono persino arrivata ad essere contenta, per un attimo, a dire "ecco guarda qua, l'ho finito", per poi scontrarmi con la realtà: non è un racconto, questo al massimo è la bozza di un inizio di racconto.
Capperi. Credevo meglio.
Probabilmente prima o poi la smetto, di provare a scrivere, e mi dedico finalmente a cose più intelligenti...anche se ancora non so quali: le pulizie le ho fatte, la cena per la sera ce l'ho in mente, a lavorare mi impegno...non ho altro, al momento, che mi faccia pensare "sìììì, ora mi butto in questa cosa".
E dire che vorrei eh? Non si pensi che non vorrei avere, per esempio, UN preciso e determinato impegno costante, giornaliero, perenne. Ma quello non c'è.
E non posso farci molto, al momento.
Sto facendo del mio meglio, e il mio meglio non basta.
Almeno quando scrivo non ci penso. O se ci penso, faccio finta di non accorgemene.
Mi sa che è per questo che continuo a pensare ad abbozzi di racconti.
Mi sa che finchè non cambia LA cosa, continuerò a fingere di voler provare a scrivere davvero.

mercoledì 10 aprile 2013

A volte basta poco

A volte ci vuole davvero niente a rubare le parole di qualcun altro per dire quello che si pensa.
Nel mio caso, aiuta il fatto di avere una gran memoria, di avere letto tanti tanti libri e di avere dimestichezza con internet.
Su internet trovi di tutto.
Anche il brano di un romanzo che ricordi, ma che a scriverlo tutto ci vogliono ore.
E invece in pochi click, eccolo.
E lo puoi inviare, dicendo solo "ecco, vorrei che ci riflettessi sopra".
E che importa se è un libro abusato, citato da tutti e considerato per bambini?
Non importa affatto.
Perchè resta un libro che ha delle cose da dire, se leggi con calma.
E soprattutto, è il libro perfetto, è il paragrafo perfetto per ricordare a qualcuno che a volte bisogna anche fermarsi.


"Buon giorno", disse il piccolo principe.
"Buon giorno", disse il mercante.
Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. 
Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva piu' il bisogno di bere.
"Perche' vendi questa roba?" disse il piccolo principe.
"E' una grossa economia di tempo", disse il mercante.
"Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatre' minuti la settimana".
"E che cosa se ne fa di questi cinquantatre' minuti?"
"Se ne fa quel che si vuole..."
"Io", disse il piccolo principe, "se avessi cinquantatre' minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..."


Mi piacerebbe essere una di quelle persone che hanno sempre le parole giuste al momento giusto, ma non lo sono. E allora, almeno lasciatemi rubare le parole di altri. Almeno così sono riuscita a comunicare quello che volevo.
Non potendo abbracciare davvero, almeno a parole io ci provo.
 

mercoledì 3 aprile 2013

Assurdo

Sentire tanto dolore per qualcosa che non esiste.
Assurdo.