sabato 27 settembre 2008
ciac ciac
Mi ritrovo, in quest'autunno improvviso, nuda come un albero che non si aspettava di esserlo.
Non credevo fossero così malati e marci e secchi quei rami. non credevo.
ma poi ho avuto il coraggio di guardare, per capire come mai avessero un aspetto così malandato, come mai non si sentisse più la vita intorno a loro.
Rami morti.
Ciac ciac.
Potiamo, potiamo.
Preferisco saperlo, che sono sola. Tagliate via le parole stupide con cui mi cullavo facendo finta fossero vere.
Via via. Ciac ciac.
Almeno ora, così potata, posso pensare che un giorno butterò germogli, forse.
O forse no, ma almeno, la lurida cancrena che infestava i rami morenti non può diffondersi facilmente.
fantasticando
- ti capisco.
- nooo...come mi capisci!!! dimmi che sono cretina e non ci devo pensare più.
- oh, io ti capisco. Fossi in te la chiamerei e le direi quello che non sa.
- See..le rovino sta cosa...per l'anima del cazzo. Per far star male pure lei???
- Io lo farei. Sto male io, stan male anche loro.
- "muoia Sansone con tutti i i filistei"...sti cazzi.
- Ali, tu per me sei idiota. Stai qui a stare male. Investirla con la macchina ci starebbe tutta, ma non si può. Perchè non le racconti?
- lascia perdere.
- secondo me in fondo sei buona sai? Dici dici e poi non le farai mai un cazzo.
- la parola giusta è pirla. p.i.r.l.a.
- anche.
- però ci penso ogni tanto, che vorrei prima dirle tutto, e poi passarle sopra. anche in retromarcia.
- sì sì...ci pensi ci pensi..ma poi non lo fai mai.
- cosa vuoi che ti dica. Sono solo chiacchiere e distintivo mi sa.
venerdì 26 settembre 2008
la famosa epifania joyciana.
No dico...fai pure un p0' pena eh? faccio pure. un po'. sì.
That's all, folks.
giovedì 25 settembre 2008
evviva il fai da te
No dico. Ti dicono proprio come fare.
Ok, ci vogliono i pannelli di legno, le cerniere e tutto quanto.
Ma è fattibile. ciò mi rassicura assai.
Stasera innaffiavo il rosmarino sul terrazzo e pensavo che non ho nessuno a cui chiedere un abbraccio ogni tanto. Anzi no, magari se vado lì e chiedo Elena mi abbraccia, e anche Luca se lo becco una sera che non è al laboratorio di teatro. Se vado lì e chiedo.
Non ho nessuno da cui ricevere un abbraccio senza chiederlo. Spontaneo. Avvolgente.
Ho bisogno di contatto fisico.
E, miracoli della tecnologia, basta scrivere "hug machine" qua su firefox, e via, ti trovano anche come costruirtela.
In questi momenti adoro internet.
Ha qualcosa di così smaccatamente americano tutto ciò: non ti aiuta per niente ad uscire dal tuo isolamento, non gliene frega una beata mazza di questo, ma ti offre la possibilità di non affrontare il problema, comodamente a casa tua. Fingi che tutto vada bene. Crea la tua macchina per abbracci.
Meditate, gente, meditate. E sabato pomeriggio tutti a comprare le assi e il resto!!!
mercoledì 24 settembre 2008
Posso affettarla meticolosa sul tagliere, e intanto piangere e dire a me stessa "ma no dai è colpa dell'acido sulfenico".
E poi quel filo d'olio, e il rosmarino, e il vino per sfumare e la casa si profuma di soffritto, che a me piace che mi fa famiglia e non casa vuota.
E con la zucca, con la zucca...e una spolverata di pepe. Perfetto.
Sia lode a lei.
Stasera poi...ho deciso. Ceno a lume di candela e di Woody Allen, già pronto in lingua originale, per non perdere le sane abitudini.
Stasera è autunno e io sto in vestaglia, quella di quando feci le tonsille più di 15 anni fa.
Stasera ho già in mente la futura tisana che ingollerò, che di sicuro la addiziono di cannella ma non ricordo cos'altro ci sia dentro.
Per una serata perfetta sarebbe bello poter cancellare dalla mente certi ricordi che non hanno alcun fine se non quello di addolorare un po', ma il vizio virtù della mia testaccia è che fatica a fare questo procedimento. Va bene, non si può avere tutto e quindi cerchiamo di fregarcene.
Dopotutto, a pochi metri da me...la zucca e la cipolla iniziano a corteggiarsi.
E poi è autunno. Di nuovo. Un sacco di foglie secche da far scricchiolare sotto la bici. Un sacco di libri da leggere la sera sul divano sotto il plaid. Un sacco di buoni propositi da continuare a portare avanti.
lunedì 22 settembre 2008
sangue
Che poi...proprio oggi mi domando...mi balocco col pensiero...di quanto sarebbe diverso se fosse invece il tuo di sangue, a uscirsene un po' in giro, cazzo...che bello sarebbe?
E' infantile pensare che ti odio? Sì lo è.
E' infantile pensare che vorrei darti un destro fatto bene in faccia e guardarti mentre squittisci cazzate e ti si sporca la maglietta di rosso? Sì lo è.
E quindi? totalino infantilismi: due.
Ciò non toglie che lo vorrei troppo.
Che poi...mi accontenterei di spaccarti il naso. Mica un'emorragia eterna. Dico davvero.
Solo spaccarti il naso. E starti a guardare. Anche questo, non per l'eternità. Dico..che so...5 - 6 minuti.
Ti sembra che stia chiedendo troppo? Suvvia, sii onesta, ti sembra che ti chieda troppo? A me sembra di essere davvero generosa.
sabato 20 settembre 2008
notizie
E' più giovane di me, e quando la mia convivenza collassava schiacciando la mia vita sotto le materie, lei iniziava.
già.
sono passati due anni.
E ora si sposa.
Sarò testimone.
E, atea convinta, dovrò anche entrare in chiesa, per farlo.
Non lo farei per nessun altro, certamente.
Ma è comunque faticoso, ora, pensarci.
Sono successe tante cose.
E l'ultima ora è che tu ti sposi, e me lo annunci apposta in mezzo a mille persone, sottovoce, in modo che io non possa reagire in alcun modo.
Va bene.
Sarò testimone. Sarò in chiesa.
E' tutto molto strano.
tra noi due quella che diceva che un giorno avrebbe avuto un figlio e una famiglia, ero io.
Si cambia, nella vita.
Tu volevi girare il mondo. Hai un lavoro sicuro, un futuro marito ricco, e l'idea di un figlio tra poco.
Io viaggio quando posso e come posso, ho un mutuo al posto del figlio, e metà del letto sempre fredda.
Come si cambia.
Ma non temere. Sarò una testimone bravissima. Non permetterò a nessun prete di confessarmi o altre schifezze, ma ti assicuro, bambina, sarò al tuo fianco in chiesa.
venerdì 19 settembre 2008
se mi rilasso...collasso
Di non provarci neanche più, a tirare avanti
E' un continuo prendermi sputi e porte in faccia, un continuo lottare per cercare di non farmi sommergere del tutto dallo schifo.
Quasi 30 anni e mi rendo conto di non aver costruito nulla.
Non c'è niente a cui aggrapparsi per dire "l'ho fatto io, questo".
non una famiglia. non un lavoro un po' avviato. non una prospettiva decente.
niente. la cosa più solida che ho è il mutuo da pagare.
Il futuro si avvicina a grandi balzi e non ha esattamente un buon odore.
Cosa cazzo devo fare?
Io vorrei scendere, vorrei cedere il giro a qualcun altro, adesso. Sono stanca di correre e arrangiarmi in tutti i modi, per sentirmi poi anche dire una marea di stronzate.
Oggi è un'altra giornata così. Vedrò di spremere qualcosa di intelligente da questo pomeriggio piovoso.
mercoledì 17 settembre 2008
ho paura
Non si può. e quindi lo scrivo a me stessa.
Quest'anno mi fa paura.
Ogni anno qui è una scommessa nuova, dice bene Luca che chiede se il mio futuro è ora meno nebuloso della lettura della mano.
No, non lo è.
E considera che, l'unica volta che mi hanno letto la mano, la tizia me l'ha richiusa dopo un po' dicendo " no no questa rottura qui, questo segno, non lo voglio neanche vedere, dai".
Mah.
Io ho paura. Da dove caverò fuori altre energie, altre risorse? E poi...
Ho paura. Per fortuna la sera sono così stanca che dormo per forza. Non si puà ricominciare con l'insonnia.
martedì 16 settembre 2008
nei miei sogni.
E del vivere in un condominio.
O forse la combinazione delle due.
L'età media della gente qui intorno è oltre i 50.
E quando passo dietro, vicino ai garages, la domenica mattina, o il sabato pomeriggio...c'è sempre qualche saracinesca alzata e dentro qualcuno che combina non so cosa.
Non voglio fare la ficcanaso.
non mi avvicino mai abbastanza da sbirciare davvero dentro.
Qualcuno sistema la bicicletta, qualcun altro traffica in mezzo a degli scatoloni.
E io fantastico di avere qualcuno anch'io, in casa, che il sabato pomeriggio scende in garage e mette a posto una mensola, o dà l'antiruggine alla bici, o qualcosa di simile.
Sono cresciuta con un padre che è sempre stato mastro aggiustatutto, non l'ho mai visto senza un attrezzo in mano, quando tornava da lavoro, e anche ora se piombo all'improvviso in casa dei miei lui è quasi sempre giù a lavorare a qualcosa. Forse anche questo influisce.
Ma qualunque sia la ragione...è qualcosa che sento che vorrei davvero.
Quando penso ad una relazione.
mi vengono in mente poche scene: la sera nel letto, leggere di fianco a lui, prima di dormire.
La domenica, io che cucino ascoltando la mia musicaccia sguaiata, o che preparo qualcosa per il lavoro, e lui che combina qualcosa nel garage.
E le risate. E gli abbracci.
Un quadretto quasi rivoltante, per quanto è pieno di melassa, ora che lo rileggo.
Eppure.
Eppure è questo che immagino.
Ho sempre sognato, da bambina, di diventare una di quelle signore coi capelli azzurrini che passeggia al mare al braccio del marito che porta i calzettoni anche in spiaggia. E che la domenica, mentre io ripeto sdolcinatezze a un viziatissimo cagnolino, si rintana in garage a sistemare per l'ennesima volta il ferro da stiro che non funziona bene.
Forse non è colpa del cambio di stagione.
Forse sotto questa scorza dura e questo umorismo da caserma, si nasconde una scorza dura e un umorismo da caserma, ma dall'immaginazione rivoltantemente sdolcinata.
domenica 14 settembre 2008
si è suicidato. Merdimonio
Cosa posso dire, se non..merdimonio?
Se ne sentirà,e parecchio, la mancanza.
Merdimonio. Merdimonio. Merdimonio.
Ci mancherai. L'ho già detto, e allora?
Ci mancherai. Non credo tu possa sentirmi, ma non so, nonna diceva sempre che i morti ascoltano...comunque sia..se leggi...io avrei voluto che tu continuassi a scrivere.
Non so che motivo tu abbia avuto per impiccarti. Sicuramente uno che dal tuo punto di vista era ottimo.
Avrei tanto preferito leggere della notizia di un tuo nuovo libro. Tanto perchè tu lo sappia.
Ecco. Merdimonio.
voglia
Complice il primo cielo autunnale della stagione. Complice la domenica, per definizione il giorno più solitario della settimana.
Oggi davvero mi piacerebbe che qualcuno mi chiedesse "mi leggi una storia?".
Forse è perchè adoro quando leggevano per me, quando ero piccola.
Solo L. l'ha fatto, poi, tanti anni dopo. Accoccolati sul divano, io mi acciambellavo addosso a lui e lui leggeva e leggeva. come stavo bene.
Ogni tanto ricambiavo il favore, era bello.
Leggere per qualcuno. Chissà perchè mi piace così tanto.
Eppure adesso mi piacerebbe così tanto, che ci fosse qualcuno qui desideroso di chiudere gli occhi e ascoltare.
L'ultima volta leggevo Camilleri a mamma in ospedale, ora ricordo. ma sono passati 4 anni.
Dovrei mettere l'annuncio sul giornale.
offresi lettrice. C'è da dire che non sono molto brava, in realtà, ogni tanto mi mangio ancora le parole come da bambina, e non so impostare la voce. Però ci metterei tanto entusiasmo. Ecco.
Offresi lettrice. Non professionale, ma entusiasta.
sabato 13 settembre 2008
treni
Guardare le facce, la gente, i gesti a cui ognuno si lascia andare sentendosi protetto dal buio.
Questa sera c'erano tantissimi posti vuoti, nella carrozza, e questo ragazzo preferiva rimanere negli spifferi davanti alla porta, a fintare ganci e diretti e montanti con se stesso.
Non aveva l'aria del pugile, più dello studente d'arte, spettinato, occhiali, magrolino.
Sono arrivata alle sue spalle in silenzio, dopotutto dovevo solo scendere alla fermata dopo...si è fermato col gesto a mezz'aria, e l'espressione un po' colpevole.
Lui ha visto una ragazza pallidina con le fibbie nei jeans e i teschietti alle orecchie, chissà se ha pensato anche lui che sui treni di notte ci sono tipi strani.
"sei piena di pagliuzze...ma anche in posti dove non è il caso te le tolga io"
Devo ancora capire un sacco di cose, di te.
A volte sembri quasi non esistere. Sei informato su un sacco di cose, si può parlare di politica, di vecchia musica, dei ragazzini di oggi, della cronaca nera locale che scrivi, e anche tirarsi qualche pagliuzza secca, accasciati sul prato sperando in un po' di brezza.
Ma di te, cosa so? Quasi nulla, le informazioni le giri e le rigiri e ogni volta restituisci sempre quelle, come se su di te non ci fosse altro da dire.
E' strano, non ho mai incontrato nessuno così restio a rivivere qualche ricordo.
Eppure dovresti averlo capito, ormai, che se mi dici che hai il ragazzo io non è che urlo sconvolta.
E' che non mi sembri nemmeno omosessuale. Onestamente...mi sembri quasi asessuale. Boh?
Comunque, mi hai fatto sorridere.
"allora la vuoi vedere la libreria bicolore che prendi tanto in giro?"
"..un'altra volta, sicuramente..così ho una scusa per..abbiamo una scusa per...cioè c'è una scusa per una scusa per..una scusa per non rimandare".
A dire il vero sei tu che rimandi sempre. Non per niente erano sei mesi che non ci incrociavamo, se non mi faccio viva io tu scompari. Lo so che lavori tanto e con orari opposti ai miei.
Io mi alzo la mattina presto, tu finisci la sera verso tardi.
Mi domando quanti mesi passeranno questa volta.
lunedì 8 settembre 2008
eeeeeeeeeeeeeeeeeeeexxxxxxxxxxxxxxxx
Tre storie importanti, nella mia vita...tre storie finite e ora tre persone che si sono rifatte una vita, un'esistenza, un amore.
Di L. non ho notizie di prima mano,è vero, ma mi hanno fatto sapere con solerzia.
Tre persone, sopratutto lui, che quando me ne sono andata hanno versato qualche lacrima e mi hanno chiesto di tornare, subito dopo.
Ma la vita continua.
e infatti si sono ricostruiti altre storie.
Ho sempre pensato che fosse normale.
ma ora mi domando se non sono io, che non lascio il segno, semplicemente.
A quanto pare non è così normale.
A quanto pare è il contrario, il normale.
Il normale è che ogni cazzo di uomo passato per la mia vita negli ultimi due anni mi abbia detto, dopo una volta, o due, o tre, o quattro quando proprio mi andava bene
"tu sei molto dolce ma mi sono accorto di amare ancora la mia ex, volere ancora la mia ex, pensare ancora alla mia ex".
tutte queste donne sono così speciali? cazzo..beate loro.
ma soprattutto..questi imbecilli...se ne accorgono sempre dopo?
Dopo averle tradite, dopo essersi fatti lasciare, dopo essersene andati, dopo aver preso decisioni o non averle prese, dopo un sacco di cose.
Eppure si accorgono che le ex mancano così tanto, si accorgono che non sanno più come vivere senza di loro, adesso che sono passati nella mia vita.
a volte, quale originalità, mi dicono "sai non è per te, sai tu non c'entri sai non pensare non ha a che fare con te".
Ah sì? Sarà la teoria dei sistemi che ormai mi scorre nelle vene, sarà che trovo idiota pensare che le persone siano isole, ma non posso credere davvero al tu non c'entri un cazzo.
La cosa giusta da dire sarebbe stata "sai non è che l'ho fatto apposta per fare lo stronzo con te, sono un bambinone malcresciuto che vuole fare quello che gli pare e poi tornare dalla mamma..ah no scusa volevo dire ex".
Evidentemente queste donne hanno qualcosa di speciale, qualcosa che io non ho.
Io sono "tranquilla" mi hanno detto, ma forse insignificante sarebbe meglio, a quanto pare.
Sono sacrificabile, non lascio il segno in presenza o in assenza.
Come direbbe Allen "in caso di guerra io sono da dare in ostaggio".
parental advisory: explicit thoughts
ma è perfettamente inutile. cazzo.
Vorrei aprire la vetrinetta e lanciare una ad una contro il muro tutte quelle orribili tazze.
cazzo. So benissimo che sarebbe inutile, e ovviamente dovrei anche pulire, dopo, ma ne ho una voglia.
Brutta testa di cazzo che sei, brutto stronzo, lo so che per te sono stata l'ennesima tacca sulla fondina del tuo sacro uccello. Che per inciso, poverino, lui non è neanche male, peccato che sia attaccato a te.
Vaffanculo. Per me, razza di carogna, per me tu eri speciale, anche se dubito fortemente che la cosa ti abbia mai interessato.
Perchè sto qui a pensare a te adesso? Che cazzo ne so, perchè. Per quel che so io di te ora potresti anche esserti impiccato con la tua stessa linguaccia.
Fanculo. Mi sei apparso in mente mentre cercavo di elaborare un discorso decente su Ajuriaguerra, che non saprai neanche chi cazzo sia, fanculo a te.
Credo che ora prenderò una tua foto, la appiccicherò sul sacco da boxe, indosserò le fasce e i guantoni, e ti dimostrerò tutto il mio energico affetto. Spero che ti arrivi un pugno in faccia, come in rito Vodum riuscito bene. Stronzo.
venerdì 5 settembre 2008
istanti
decisamente.
La svolta a sinistra così secca l'ha fatta venire completamente nella mia corsia, quella opposta a dove doveva essere.
Essere in bici ha fatto sì che io stessi andando davvero piano.
E ho fatto in tempo a buttarmi parecchio di lato, praticamente sul marciapiede, anche se volevo svoltare dall'altra parte.
E non c'erano altre macchine.
Altrimenti probabilmente non avrei fatto in tempo a spostarmi, che sarei finita sotto altre ruote.
Suppongo ci sia un significato in tutto questo.
Del tipo che devo decidermi a comprare un caschetto da bici, per esempio.
Del tipo che davvero, ci vuole poco, a togliere questo granello di polvere dal pavimento della Terra.
dove osano i nerd
Riesco a sentire la voce di Elena, di quando mi ripete "che nerd che sei" e ride.
già già.
Stasera mi trastullo su flickr.
Dopotutto, quelle foto, averei voluto mostrarle a qualcuno. non sarà possibile, per cui le mostro a chi passa su quella pagina,per volontà o per caso.
E le foto di M. quelle invece le tengo per me, le guardo e mi ricordo e sorrido e le mostro solo ai sorrisi di Elena e di Martina, perchè così continuano a ridere e a insultarmi e a chiedere e a dire.
Solo che ora dovrei dormire, invece di scribacchiare e trovare scuse.
Bah.
giovedì 4 settembre 2008
buoni propositi
Convenzione per convenzione, il mio calendario personale inizia con l’autunno.
Così mi ritrovo a riflettere, a stil(l)are gli ultimi sudori estivi e gli elenchi di cose da fare.
I buoni propositi me li scrivo, per ricordarli meglio.Non ho rispettato del tutto quelli dell’anno scorso, per quello il primo resta sempre lo stesso, nella speranza un giorno di tramutarlo in fatto assodato, per quello alcuni sono gemmati da anni precedenti.
Quello che mi importa è provarci, realizzare qualche passo qui, qualche colpetto là.
Anche perchè ne renderò conto solo a me stessa, e ho smesso da un pezzo di barare, con un tale avversario. E poi mi scopro sempre, quando bluffo.
1. Il lavoro.
Questa immutabile precarietà (che ossimoro doloroso) mi snerva. Devo riuscire a consolidare un minimo la mia professione, a rendere le cose un po’ più stabili, un po’ più fluide, non questo avanzare a saltelli e a periodi di totale buio.
Non posso continuare così, perché non è solo stressante,è anche impossibile economicamente.
Devo fare pubblicità, devo fare altre cose remunerative, devo trovare il modo di rompere il muro di raccomandazioni e nepotismi di questo ambiente.
2. L’università.
La seconda laurea costa tempo, soldi, fatica.
Sono almeno altri due anni, se sono brava e tutto il resto.
L’obiettivo è passare esami al primo colpo, quanti più possibile, ottimizzare i tempi e ridurre al minimo sindacale gli aggressivi giramenti di palle legati a tutto questo.
Che poi a me questa laurea sembri idiota, che non sia qualcosa che mi interessa, che lo faccia solo per avere un giorno un posto fisso a cui appoggiare la mia professione, dimenticarlo, per i prossimi due anni.
Che devono essere quelli dell’impegno. Del risultato. Dell’arrivare a finire e liberamene.
3. Gli uomini.
Due anni a seguire alla lettera il mio stesso proposito,non cercare uomini, non cercare storie, non cercare un bel cazzo di niente.
Eppure ogni tanto qualcuno inciampava sulla mia strada, ed era una telefonata, un incontro, un cercare la mia presenza, a cui sempre, poche volte ma efficaci, sempre (one shot one kill decisamente) seguivano i tre possibili finali..sei dolcissima ma è tornata la mia ex, sei dolcissima ma rivoglio la mia ex, sei dolcissima ma proprio per questo meriti di meglio di me (ho lasciato per ultima la creme de la creme!!!).
Finisce sempre con lo stesso amaro in bocca, con la sensazione di non valere la pena, col movimento fluido del miavvicinoateticonoscounpo’menevadociao.
Questa volta facciamo diversamente. Il proposito è rifiutare. Non tanto non cercare, ma rifiutare qualsiasi avvicinamento. Per davvero.
4. Il risparmio.
Vivo in una città piccola, e ho un marsupio enorme in cui avvolgermi se piove.
Quindi la bici può benissimo sostituire la macchina anche nei mesi più freschi, tolto l’andare in quel cazzo di paesino a lavorare, che almeno lo servissero decentemente gli autobus.
Ma l’obiettivo risparmio rimane, meno spese di carburante, e zero grilli per la testa di iscriversi a una palestra per cui non ho né tempo né soldi, piuttosto pedalare, donna, pedalare.
Niente spese inutili, questa è la norma…ma ricordarmi di accumulare la plastica e portarla, anziché alle campane, al punto di raccolta, quando è abbastanza, così mi danno almeno indietro qualche soldo, i maiali.
5. La casa.
Il risparmio è anche in funzione di questo…ficcare un po’ di soldi nel mutuo, abbassare quella rata capestro in cui mi sono infilata.
E magari piano piano, ma molto piano, finire di sistemarla…la sala..il bagno..quelle cose lì. E pensare che lo faccio per me, che va bene così, smetterla con l'idea che senza nessuno a cui lasciare le cose, non vale neanche la pena farle.
L'unico che davvero saprà qualcosa di me è F., perchè non è solo un supervisore, ma un amico, e l'unica persona al mondo, dopo mio padre, a non aver mai usato le mie fragilità per ferirmi.
E considerato che mio padre, per noti e affastellati motivi, mi ama a quella distanza per lui giusta per me abituale che è fatta di silenzi e piatti pieni...resta solo F. con la sua calma e accoglienza e il suo amore che mi dimostra sempre, anche da tanto lontano, ricordandosi di me e di chiedermi davvero, ad ogni telefonata "come stai? raccontami".
7. Lo scrivere.
il mio numero preferito, il sette. una delle mie attività preferite, dopo respirare e leggere, lo scrivere.
ci sono quei progetti rimasti a metà, e quelli feti nel mio cervello.
L'idea è tirarli fuori, di provare di nuovo...è stato bello quando sono arrivate le cose pubblicate...è stata la mia soddisfazione. Provare a farlo di nuovo, ancora una volta.
mercoledì 3 settembre 2008
Wilfred la volpe
Bion lo devo leggere piano piano.
Perchè è difficile, perchè scrive denso denso.
Perchè mi fa anche male, spesso, leggerlo.
Ma questo non era un testo vero e proprio, erano le sue lettere.
Che strano, leggere queste parole in una lettera per la moglie.
A me, comunque, ricorda la volpe. Ricorda il mio essere, in parte, una piccola volpe. Che sa che c'è un prezzo, per il colore del grano e tutto il resto.
E anche quando fa male, come quando rileggo queste parole, sento che risuonano. Non tanto per il successo. ma la gioia, ora lo so, ci sono stati momenti in cui l'ho incontrata e le ho persino stretto la mano.
lunedì 1 settembre 2008
insieme
L'ho sentita dire troppe volte.
Il guaio della mia memoria è che quando inavvertitamente ci frugo dentro ( e a volte basta solo un profumo nell'aria, o una parola non rivolta me) è come se rompessi a testate il fottuto vaso di Pandora.
Venghino avanti, prego, coloro che si sono riempiti la bocca e le mani di queste parole del cazzo.
Lo faremo lo affronteremo lo vivremo insieme, lo debelleremo lo sistemeremo lo raggiungeremo insieme, non sei sola sei insieme a me, insieme a te ci sono io, la soluzione la troviamo insieme, glielo diciamo insieme, questa emergenza la gestiamo insieme.
Rullo di tamburi. Il podio va a:
2002
- quando è morta.
2003
- quando avrei avuto bisogno di qualcosa, fosse anche solo un fazzoletto per nascondere le lacrime.
2004
- l'ospedale, di nuovo.
2007
- quando ho avuto paura, davvero, che sarei morta lì.
2008
- adesso, che ho paura di nuovo. E non di una persona, questa volta.
Non esiste INSIEME.
Perchè continuo a volermi aggrappare ai rovi con le mani?
O forse non è qui il problema
e ognuno vive dentro ai suoi egoismi vestiti di sofismi
e ognuno costruisce il suo sistema
di piccoli rancori irrazionali, di cosmi personali,
scordando che poi infine tutti avremo
due metri di terreno...
Lo so, che posso fare da sola. Lo so perchè poi lo faccio, da sola.
Ma mi fa ancora male, come un livido sempre rinnovato, quando mi si dice "insieme" e poi non è vero.
Perchè, ancora, come un cane che non ha preso abbastanza bastonate, spero che questa volta la carezza arrivi davvero.
Dovrei smetterla, e basta.
Diventare davvero il mostro che a quanto pare per alcuni già sono.
Di ferro e cemento. Senza nessuna parte molle.
Non mi sono mai piaciute quelle persone. Ho sempre pensato che fossero molto sole.
ma tanto lo sono comunque. Almeno smetterei di pungermi le mani ogni volta che mi aggrappo a qualcosa.
back in Italy
Non leggerai mai, ma grazie di tutto. Cercherò di seguire i consigli e il resto.
Allenerò la r, guarderò coi sottotitoli per rubare altre parole per il mio personalissimo dizionario.
Questi giorni sono stati preziosi, per affrontare tutto quello che sta già buttandomisi addosso ora che sono qui.
Vorrei non pensare. Spegnere il cervello.
Ma come dicevi tu.."tu pensi tanto". Già.
Va beh dai, lo sapevo anche prima, che andava così.
Quando si va via, si sa, che poi al ritorno si trovano sempre macerie dove credevi di avere una casa.