Il compagno di viaggio è pugliese. Chissà se me l'hai scelto ad istinto (appunto).
"conosci un po' la Puglia?"
Il vagone è freddo e ci si scalda di chiacchiere, lui racconta e io dietro gli occhi ho il buio di una stanza, parole, tremore, vicinanza...
"piccolì, ci devi venire, giù!!!! Che da Bologna in macchina fai in 5 ore..."
Mi sento le onde dentro. Detto tanto di me. Forse troppo. E d'altro lato, prezioso sapere qualcosa di tuo, la voce dal treno, il tuo momento peggiore che capisco così bene.
Zaino e cuore arricchiti, tornando. Quanti tesori. Lo so, che sono fortunata. Non sempre....pero el cielo, aún tan negro, es nuestro cielo, es nuestro.
Binari sotto il sedile vibrante (sopravvivenza tremens, concordo), binari su uno il cuore, lasciato indietro un momento, in un taschino a quadri, binari su uno la voce per rispondere sì, Bologna, eh, immagino, il mare, sì, la gente...
"Ognuno deve stare dove si sente meglio, deve seguire il suo istinto.."
Così parla, la mano sottolinea a colpetti sul bracciolo.
Il mio istinto. Il mio istinto ha lasciato un curriculum, anche se sappiamo tutti che non ci sono concorsi. Il mio istinto dice che voler bene così è raro, ma inevitabile, e allora regaliamolo, questo bene, che tanto se ne vola comunque via da me. Il mio istinto mi guarda paterno, con alcool cerotti bende in mano per quando serviranno ma sempre anche la matita rossa e blu.
Il mio istinto dice F, dice che i cigni sono bianchi ('spiace, Karl...ma ti sbagli), ma sono bellissimi ed è una gioia grande quando te li vedi per un po' li vicino che puoi quasi sfiorare le piume.
"E che scrivi? ma studi? Sorridi...scrivi cose felici allora..."
Sì. No. Dai...
domenica 14 gennaio 2007
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