mercoledì 29 luglio 2009

per non smentirsi mai!!!

La sensazione più forte, dopo il dolore alle spalle,è che qui mi sento sicura.
Come se fossi a casa. Anzi, forse di più.
Mi sento invisibile, qui.
E questo mi dà l'illusoria sensazione che nulla possa accadermi.
Sono sempre più convinta che la vita si diverta a colpirti non appena hai qualcosa che vorresti proteggere e curare.
Per cui, al momento, io sono totalmente al sicuro.
Con un preciso e inesorabile effetto domino sono crollate tutte le mie piccole e grandi importanze.
Lo penso, mentre cammino e lo zaino mi sega le spalle e mi preme sulla schiena.
E' un dolore quasi piacevole. So benissimo da dove viene, e so che appena potrò posare in terra tutto e sedermi, si attenuerà.E' bellissimo pensare che è colpa dello zaino, e che tutto ciò che devo fare è fermarmi e togliermelo, per stare bene.
Nel frattempo inizia a farsi caldo, alle 8 c'erano 22 gradi, troppo bello per durare.
Avevo calcolato circa un'ora e mezza, invece sono state circa due..e mi sa che non ne posso quasi più
Mi sono lasciata alle spalle i negozi all'ingrosso di bigiotteria cinese, i negozi di parrucchiere per "africane e latino americane", gli ultimi bar ancora chiusi.
Se sei donna e vai in giro da sola, ti consigliano sempre di camminare come se sapessi dove cazzo stai andando.
Io vado più spedita che posso, con lo sguardo fisso in quella che presumo sia la mia direzione.
Per un paio d'ore posso fingere. bello poter fare così anche riguardo alla mia vita.
Non che una fuga possa risolvere un granchè, dicono che il proprio corpo sia parte imprescindibile del bagaglio a mano.
Allo stesso tempo però, mi cullo nella morbida illusione che serva a qualcosa.
Che succeda qualcosa, il click magico di un interruttore dentro di me, la telefonata che dice "è stato tutto uno sbaglio, sai? " o "ci scusi, abbiamo confuso i suoi dati con quelli di un'altra persona. Sono cose incresciose, ma succedono".
Pace, vorrei un po' di pace.
Vorrei il silenzio buono della serenità, non questa sensazione di assenza di suono da post catastrofe.
Per quanto io cerchi di trovare qualcosa di buono tra le macerie, mi sento come si avessero rovesciata come un guanto per far prendere un po' di aria ai miei intestini. (ma dicono sia una sensazione "normale" anche questa, sì sì).
"...almeno fino all'autunno". "...se ne saprà di più in autunno". Fanculo l'autunno. Una stagione che ho sempre amato...quest'anno sembra non voler arrivare mai. A quanto pare l'autunno porterà risposte, risultati. Conferme e disconferme.
A quanto pare tutti i fili della mia vita sono legati ai prossimi mesi. Sembra un brutto esempio di oroscopo:
lavoro: aspetta l'autunno, per capirci qualcosa.
salute: almeno fino all'autunno. E spera che basti.
fortuna: spera di averla in autunno (vedi sopra)
amore: non c'è autunno che tenga. puoi passare al gattile in qualsiasi stagione.

...
...
...
(3-4 ore dopo) Bastano poche ore e l'illusione dell'incorporeità viene spazzata via dalla mia incrollabile goffaggine.
L'unica zona d'ombra qui intorno sembrava essere la chiesetta.
Oltretutto abbarbicata in cima a un discreto numero di scalini.
Ma nel mio immaginario le chiese sono sempre fresche..e soprattutto dotate di solide panche.
Per cui mi arrampico ed entro.
E avrei dovuto capire immediatamente che non era il posto per me.
Fresco e buio certo, e gradevolmente illuminato dalla luce che entra dai rosoni, mentre lungo le navate bruciano le candele racchiuse nei loro cilindretti rossi. I cilindretti rossi.
Non faccio in tempo a mettere entrambi i piedi dentro, che mi sento scoppiare un petardo nell'orecchio sinistro.
Uno dei cilindretti ha deciso di ammutinarsi e..esplodere, o qualcosa del genere.
Suppongo ci fosse una bolla d'aria dentro, o un qualche altro cazzo di difetto di costruzione.
Visto dove sta inerpicata, e anche l'orario suicida, non mi stupisco che non ci siano fedeli all'interno, ma ho paura che da un secondo all'altro spunti un prete o quel che è e si incazzi con me perchè si è fatto un gran casino di plastica e cera su tutto il banchetto.
Lo sapevo che sarei dovuta andare via subito. Non è di buon auspicio venire accolti dal suicidio di un cero votivo.
Ma il fresco e la penombra...e soprattutto le panche....
Presa da un momento di fame culturale, alzo gli occhi verso il rosone centrale...e il peso dello zaino mi sbilancia indietro.
Su un inginocchiatoio. Che prontamente cede sotto il mio peso e si ribalta, con un boato vergognoso.
Io e lo zaino lo seguiamo a ruota.
Mi pare giusto che a questo punto, mentre mi dibatto come una tartaruga rovesciata, mi esca dalla bocca un profluvio di male parole inadatte al luogo. Chiaramente nell'istante in cui il prete decide di palesarsi. Puttanazza della puttana.
E' giovane e ha l'aria stropicciata di chi stava combattendo il caldo a colpi di pisolini, mi fa sentire un po' in colpa l'averlo svegliato demolendogli il luogo di lavoro.
Non sembra neanche troppo incazzato...a parte che parla velocissimo e io non capisco neanche una parola su tre.
Non si preoccupa di andare a controllare il disastro colato all'ingresso, forse è consapevole di avere una partita di ceri difettosi oppure una donna ululante che martorizza il suo inginocchiatoio gli sembra un'emergenza più grave.
Non mi caccia via, come temevo, ma non se ne va più. Tenta ancora una conversazione surreale in cui mi aggrappo a una parola qui una lì, poi di fronte ai miei sorrisi sempre più perplessi, desiste. Gironzola qui intorno, credo pronto a placcarmi al volo se faccio tanto di avvicinarmi a qualche candelabro o ostensorio. Non sia mai che io proceda nella mia demoniaca opera di distruzione.
E così, mi sono giocata anche questa oasi di pace, non ho il coraggio di stare qui ancora, ho paura di inciampare e scoperchiare la tomba di qualche santo. O starnutire polverizzando una reliquia, che ne so.
Coda fra le gambe, mentre lui non guarda, sgattaiolo fuori.
E' l'ennesima prova che sono la reincarnazione di Re Minchia, tutto ciò a cui mi avvicino (me stessa compresa) crolla, marcisce, esplode o si rivela una fottuta fregatura.

2 commenti:

costruttore di sogni ha detto...

E' da tempo che non passavo dalle tue parti. Il tuo parlare, triste senz'altro per le preoccupazioni legittime del quotidiano, sono comunque di una dolcezza infinita: un cuore affannoso alla ricerca del senso. Invidio profondamente chi raccoglie il tuo sguardo o incrocia il tuo passo. Ciao e che venga per te il meraviglioso autunno che attendi.

Risparmiatrice ha detto...

Carissimo...non c'è nulla da invidiare. ultimamente il mio sguardo viene sfuggito come se fossi una gorgone inconsapevole.
Spero che il tuo augurio si avveri: che arrivasse presto un autunno, anche solo misericordioso e senza tempeste.