Che poi viene da chiedersi, a un certo punto: "perchè?"
Sia nel senso di "a causa di cosa?" che di "a quale scopo?"
Mi accorgo che stringo ritmicamente i denti, involontariamente.
Parlo, rompo il silenzio mentre la tengo abbracciata stretta, e vorrei avere un corpo gigantesco e flessibile, per avvolgerlo intorno a lei come gomma protettiva.
E' come continuare a lottare in una trincea dove non arrivano mai i rinforzi, una di quelle guerre già perse dove combatti solo perchè è l'unica cosa che puoi fare.
Ho la mente stanca e il corpo dolorante. Non è così che si può andare avanti: non sono un gladiatore.
Rosicchiamo piccoli successi, ogni volta calpestati dalle miserie quotidiane.
Ho letto che una tartaruga marina depone fino a 160-200 uova in una volta, e che poi è minima la percentuale di piccoli che sopravvive. Già.
Io le ho sempre immaginate molto sagge, le tartarughe. Dev'essere per l'espressione antica che hanno.
Mi piacerebbe, a volte, avere quella loro compostezza, quella capacità di risalire la terra ferma per deporre 200 uova sapendo che quasi tutte andranno perdute.
Mi piacerebbe avere il loro guscio, e non una pelle così sottile, che basta niente ad illividirla.
In giorni come questo non so da che parte ri-cominciare.
Ho fatto del mio meglio? ho fatto del mio meglio.
E' bastato? non è bastato.
Quindi, devo fare meglio. Ora, mie piccole amiche acquatiche, non è che avreste suggerimenti su "cosa"? o anche solo "come"?
mercoledì 14 aprile 2010
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