" Persino le cose più indelebili hanno una durata, al pari di quelle che non lasciano traccia o che neppure accadono, e se siamo previdenti e ne prendiamo nota, le registriamo o le filmiamo, circondandoci di promemoria e tentando persino di sostituire l'accaduto con la sua mera conferma, l'annotazione e l'archiviazione - in modo tale che ciò che di fatto accade altro non è che il nostro annotare, registrare, filmare e nulla più - anche in questa perenne messa a punto della ripetizione finiremmo col lasciarci sfuggire il tempo in cui le cose realmente accadono (benché sia il tempo dell'annotazione); e mentre tentiamo di rivivere ogni cosa, di riprodurla, di farla ritornare e di impedire che passi, un altro tempo starà trascorrendo, e in questo tempo è certo che non staremo con nessuno, non risponderemo ad alcun telefono, non oseremo fare alcunché, né saremo in grado di evitare nessuna morte o nessun crimine (per quanto neppure commeteremo o provocheremo niente del genere), poichè lo lasceremo trascorrere come se non ci appartenesse, nel nostro insano tentativo di non far finire bensì di far tornare quanto ormai è passato. "
Lo so, ma a volte capita persino di perdersi a pensare non a ciò che è passato, ma a ciò che in un altro tempo NON è stato. Capita per distrarsi da ciò che ORA non può essere, dal sentirmi comunque e sempre in errore con me stessa, in ritardo sempre.
Che poi se appena mi fermo e guardo, ho tanto di cui esser grata e felice, come le praterie, e le navi, e la macchina parcheggiata sempre lì in quelle stradine da cinesi e passanti strani.un cu
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