giovedì 28 dicembre 2006

assenze

"Dunque merda alla cortesia. Merda ancora di più alla lingua e tanta più mmerda all’ammore!
Che imbarazzo! Che schifo!
L’amore che fa sentire giovani, che fa ritornare giovani! Si torna così giovani da pisciarsi addosso, farsela nel letto, addirittura, e dormirci dentro.
E poi l’intervallo maledetto! Le pause e tutto quello che spinge gli uomini a mischiare salive e debolezze, desideri, invidie e gelosia e nell’anelito di qualcosa, qualcosa, un cric per arrivare ad affacciarsi alla finestra, tanto per languore, per incompletezza.
Contatto, oscenità, parole grossolane, precise, moine, fandonie e balocchi. Cosa mai vi avrà fatto di bene l’amore?
Così si finisce di nuovo ai treni, né presi, né persi.
E ora devo restare o andare, o accidenti qualcuno me lo dica.
Lei controllore, col suo apparecchio per rispondere alle sue inserzioni da bordello. Prenda lei questi occhi che finora si sono riempiti dei miei, insensatamente. Affetto buttato, ricordi combusti, già fabbricati. Me ne vado, capito?
E quando vai non illuderti di coltivare assenze. Te ne vai e questo è tutto. "

Sta diventando il mio file rouge. Ciò non è rassicurante. Le assenze si allargano a macchia d'olio. Fuga centrifuga degli affetti.
Forse è il caso che rifletta un po' su me stessa, prima di decidere di abbandonarmi anch'io e andarmene.

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