Mamma dice sempre che faceva caldo.
Io ero piccolissima, con gli occhi a mandorlona, i buchini cicciosi sulle mani e i capelli lisci sempre sudati.
Io non ricordo nulla.
Mamma dice che faceva caldo, e che lei era in casa.
Aveva ancora i capelli permanentati, allora, era a casa da lavorare come ogni estate.
Mamma teneva la tv in bianco e nero accesa, a volte, per farsi compagnia.
Babbo sui treni ci lavorava, non ricordo dove fosse quel giorno.
Di certo,non a casa con noi. Se no mamma non si sarebbe preoccupata così.
Sarebbe stato terribile lo stesso, dice, ma in modo diverso, ammette.
Mamma dice che era spesso preoccupata, a quel tempo. In ansia. Gli anni di piombo, dice.
Noi eravamo familiari di un ferroviere, senza soldi era fondamentale quella tesserina che ti faceva viaggiare gratis sui treni.
Ci passavamo una vita, sui treni, noi.
Mamma si ricorda ancora della paura. Non c'erano i cellulari. Solo il telefono con la rotella che sentivi gracchiare ogni volta che facevi un numero.
Mamma dice che è stata un bruttissima giornata, anche se noi a Bologna per fortuna non c'eravamo.
domenica 2 agosto 2009
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1 commento:
Il tuo e' un ricordo commovente.
Al contrario della retorica che da almeno 25 anni distrugge ogni anniversario della strage di Bologna ...
Lupo
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