sabato 15 agosto 2009

danni

Più di quanti immaginassi.
Come quando un corpo cade da un palazzo. che a volte da fuori neanche si vede tanto.
E dentro è una purea di ossa sangue carne cartilagini.
Uno schifo che mai.
Mi guardi e dici "non ti riconosco più". E' solo un mese, che non ci vediamo.
non mi riconosci?
cinica. acida come uno yogurt scaduto. nervi a fior di pelle. depressa.
Eppure da fuori, eppure da fuori sembravo la stessa.
E' strano sentirsi dire tutto questo, provare a negare, a schernirsi. ma no dai, sono io, sempre io, dai.
Poi a casa ci ripenso, mi guardo di soppiatto allo specchio.
Mi dico che ti sei sbagliata, che non sono così. Mi dico che sono sempre io, che sono il macigno che metabolizza tutto e va avanti.
E' bastata una telefonata, tra l'altro breve. Pochi minuti, e ho sentito la diga rompersi.
Sofia mi guarda, occhi tondi perplessi, mentre scoppio a piangere seduta sul tappeto.
Una telefonata del cazzo, di quelle che in condizioni normali mi avrebbero semplicemente fatto dire "mai un po' a fare in culo dai".
Il mondo mi è crollato sulla testa, non c'entrava più nulla, la telefonata.
Cosa è stato? Una parola? Un tono di voce? Cosa cazzo è stato?
Non accetto questa defaillance da me stessa.
Eppure devo ammetterlo, hai ragione tu.
Avevo sopravvalutato la mia resilienza.

Flash.
"...ti faccio solo una domanda professionale: secondo te come ho fatto a superare tutto questo così presto?"
"Devi avere una buona resilienza..."
Flash.

Ma brava la dottoressa. 0 su 2.

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