Per gli altri sono sempre faro ed ancora.
Per me stessa...per me stessa cerco appigli fuori. un'ancora anche per me. Qualcosa che mi riporti a terra e mi costringa a non fluttuare troppo.
Se non ci fosse ogni mese la banca che mi notifica il risucchio di una nuova rata del mutuo dal mio stipendio...se non ci fosse questo dove sarei ora?
Cosa starei facendo?
E' una vertigine solo pensarci.
A volte mi sento come se mi avessero inchiodato malamente le ali al terreno.
Altre volte è soltanto come essere un passerotto ricoperto di catrame.
Di volare non se ne parla, ma zampetto qua e là.
Eppure ho sempre avuto bisogno di un'ancora. Di qualcuno o qualcosa.
Ho eliminato i qualcuno, niente di più facile che assecondare il moto centrifugo altrui. non serve altro, basta lasciare andare e in poco tempo non ci sarà più nessuno.
Restano i qualcosa. Resta qualcosa, pesante, a tenermi qui.
L'ho scelto io. Non è stato facile, e ogni tanto mi guardo intorno e mi chiedo a che scopo tutto.
Credevo, credo tutt'ora, che se non hai nessuno di cui preoccuparti la vita perda molte sfumature.
Quando guardo casa ci penso: per chi tanta fatica e sacrificio, se non avrò nemmeno figli a cui lasciarla. Qualcuno a cui dire "perchè tu non debba fare la mia stessa fatica".
Avrebbe tutt'altro significato.
E invece resta solo un'ancora. Qualcosa che impedisce di mandare tutto alla deriva.
Qualcosa che riguarda solo me. E le mie fluttuazioni.
giovedì 13 dicembre 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento