E mi giro tra le mani questi brandelli di vita.
"spe ma il tuo modo di vivere non puoi considerarlo umano".
Se giro lo sguardo intorno.Sulla scrivania il telefono, i libri della biblioteca, le penne, la tazza ex piena di camomilla, il vasetto di yogurt ormai vuoto anche lui, la collanina viola, i guanti.
Ernesto sorride dai muri, dalla porta.
Effettivamente è un po' incasinato il tutto. Però mi sembra umano dai.
Ma non era a questo che ti riferivi, lo so.
Lo so cosa volevi dire.
A volte ti dò quasi ragione, e allora mi chiedo.
Cosa c'è, di buono, in questa vita? cosa sto difendendo?
Me stessa.
Alla fine la risposta è solo questa.
Ma il resto? Il resto niente, il resto è abbastanza marcio direi.
si si.
Me stessa.
Non è per dire che " a me va bene così", perchè non sarebbe nemmeno vero.
Solo che Leibniz avrebbe detto che questo è il migliore dei modi possibili.
Sì.
Perchè non è che sia il modo migliore, e magari non è neanche buono, misurato in modo oggettivo.
ma per me è il migliore dei modi possibili.
Anche se spesso mi sembra tutto così vuoto.
E non è questione di come vivo. Quello pesa, sì, ma non è che sia terribile.
Non sento tante mancanze, fuori.
Sono quelle dentro, quelle che rendono tutto non umano. Su questo assolutamente hai ragione.
non è umano, e non è neanche animale.
Anzi...mettiamola così. E' sicuramente più umano, che animale, questo senso di freddo nonostante il lenzuolo di flanella.
Ciò non toglie a me il senso di responsabilità.
per questo e per il resto.
Questione di scelte, forse.
Per vivere, vivo in modo non umano.
ma per ora non conosco modo migliore.
Ci penso un po', mentre ancora giro tra le dita e cerco il senso.
Devo ancora trovarlo.
Ma quello di solito arriva alla fine.
Quando comunque non serve più a niente
lunedì 22 ottobre 2007
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