mercoledì 8 novembre 2006

sapevo

mi conosco. Lo sbarco, la strada, il semaforo, la libreria improvvisata nella piazzetta....ho camminato svelta, per un po', occhi sulle vetrine per riempirli e non pensare troppo.
ma mi conosco.
Ho cercato di evitare il vicolo...poi ...invece, mi sono fermata, pochissimi secondi, mano a sfiorare il muro, più o meno lì..dove ricordo. Pochi secondi davvero, ma ci dovevano essere. come una benedizione, un augurio, un.
Feltrinelli, la vetrina, mancava il musicista da strapazzo ma veniva spontaneo comunque cercare l'incavo di un braccio a cui agganciarsi.
Vagare punteggiato da piccole pause, a ricordarsi un momento una frase uno sguardo un bacio.
Binari, quanti binari.
Per fortuna ero in treno, niente cartelloni pubblicitari e negozietti cinesi...troppo difficile tornare lì...troppa emozione.
Chi lo avrebbe mai immaginato. Non è più la stessa la città. Giobbe...le Madonne...i venditori di rose e i proprietari dei negozietti con minuscolo bagno sul retro...avvertono la tua assenza.
E mi guardano e strizzano l'occhio e mi dicono...lo senti anche tu eh, che manca?
Fratellanza di nostalgia...ma poi siamo fortunati...perchè come potremmo avvertirla, se non avessimo avuto il calore della tua presenza? Ne vale tantissimo la pena.

Nessun commento: