domenica 11 ottobre 2009

con amore.

Ci ho messo diversi minuti a toglierti il telefono dalle mani.
Eppure vedevo le tue labbra contrarsi, il tuo viso arrossarsi, sentivo la tua voce salire di tono, e la sua uscire dal telefono così monotona e autocentrata.
Vedevo benissimo quanto ti stavi innervosendo, quanto ti costava parlare, rispiegare per l'ennesima volta la tua situazione.
Dev'essere orribile, essere prigionieri del proprio corpo. Sono sicura che avresti voluto gridare, agitarti, persino sbattere la porta e andartene.
Ma non lo puoi più fare. Una breve passeggiata ti stanca, se hai la mano impegnata sei già ferma lì, non puoi fare nessun altro gesto che reggere il telefono.
E io ci ho messo minuti, a fare il gesto che avrei dovuto fare subito.
Portarti via il telefono, poggiarmelo all'orecchio e poi interrompere, con voce pacata di rasoio, quel fiume torbido di parole.
avrei dovuto farlo prima. avrei dovuto farlo subito. Proteggerti, ora che sei fragile.
perchè non riesco a farlo? Lo so, non sono infallibile.
Eppure mi arrabbio con me stessa, vorrei essere scattante, una leonessa, per te, a volte.
L'altra parte di me, invece, vorrebbe ancora essere il tuo cucciolo. Vorrebbe vederti forte, sentirti come quando ero piccola e tu sapevi risolvere tutto.
E così ci metto minuti, ci metto tempo, a fare il gesto da adulta, ad alzarmi in piedi e, con tutta la delicatezza del mondo, sì, ma comunque in maniera inequivocabile, sostituirmi a te.
E' come ammetterlo nuovamente. Che i nostri ruoli, inesorabilmente, slittano e si ribaltano.
Mi viene da piangere, quando ti vedo all'improvviso mentre tu non mi stai guardando, e ho la sensazione, per un attimo, di cogliere come devi sentirti.
Mi sembra di vederti urlare dentro di te, imprigionata in quel guscio che non ti obbedisce come vorresti, e vorrei essere una di quelle guaritrici dei romanzi, e far sparire tutto.
In parte anche per egoismo, per averti di nuovo intera, per poter essere di nuovo io, almeno per un attimo, quella piccola e fragile.
A momenti sembri quella di prima, per un attimo, e io mi cullo nell'illusione di avere ancora tante pagine bianche da scriere. Poi l'immagine si sbriciola e all'improvviso vedo il tempo che si accanisce e sento la sabbia delle clessidre scorrere, e ci sono troppe cose che vorrei darti prima che sia troppo tardi.

9 commenti:

L. ha detto...

te l'hanno sicuramente detto già in molti che scrivi come un dio, ma vorrei dirtelo anch'io.
L.

Risparmiatrice ha detto...

...ti ringrazio tantissimo. In realtà il mio scrivere riflette il mio caos interiore.

L. ha detto...

allora forse il mio caos interiore riflette il tuo...perchè mi è sembrato di trovare una sorella.
L.

Anonimo ha detto...

come un dio...
Al massimo come dea....

L. (masculo)

asfodelodivetro ha detto...

Ci vuole dolcezza, ci vuole forza, a raccontarsi così.
A lasciare che l'anima riempia le parole, senza sottrarsene.

Un piccolo lungo brivido nella schiena, dolceamaro, mentre ti sento vicina. Un abbraccio, forte.
Senza parole, oltre le parole.

Risparmiatrice ha detto...

è strano ...e bello, vedere qualcun altro rispecchiarsi nelle mie acque torbide.

Anonimo ha detto...

oh vagabonda, tu che scrivi come una dea ti sei dimenticata del monologo?
Eddai...

L.

L. ha detto...

Troppo silenzio, non mi piace... L.

Anonimo ha detto...

concordo troppo silenzio...che accade?

L. (masculo)