venerdì 23 gennaio 2009

cuidarse...

Avrei potuto (e sarebbe stato meglio)dormire ancora una mezz'ora.
Ma nonostante i tentativi, non c'è stato verso di chiudere occhio, più.
Il pensiero si è insidiato in mente, dribblando le piccole bugie che dicevo a me stessa per procastinarlo.
La verità qui è, prima di tutto, che sto commettendo l'errore di farmi carico di cose che non mi riguardano. Sto ricadendo nel circolo vizioso del "se sono brava, tu mi vuoi bene?" e non c'è niente di più deleterio.
Urge un ridimensionamento della faccenda.
Ritorniamo a guardare le cose dalla giusta prospettiva. Ritorniamo a quelli che possono essere i miei obiettivi, in questa merda di situazione.
Del tipo, visto che ci siamo dentro fino al collo, anzichè aspettare che faccia l'onda, perchè non provare a nuotare?
1. avere la possibilità di una valvola di sfogo ogni tanto
2. affinare la capacità di utilizzo di quello strumento
3. studiare "il nemico" dall'interno e acquisire informazioni
4. acchiappare qualche opportunità lavorativa.
Non ci devono essere altre opzioni. Sono irreali, distruttive e vampirizzano la mia energia residua.
E' una grossa sfida a me stessa, questa volta, uscirne senza troppe ossa rotte.
Devo tenere presente i dati di realtà, e gradualmente ridimensionare tutto ai miei obiettivi, finchè si staccheranno via via come mele mature, e non ci sarà più nulla a giustificare questo accanimento terapeutico.
Quando, e voglio pensare a un quando e non a un se, quando avrò davvero ripulito la faccenda come un osso di seppia, lasciando solo il mio piccolo elenco, prometto che mi congratulerò con me stessa.
Mi fermerò a fare un respiro profondo, e a celebrare il mio avercela fatta.

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