mercoledì 5 maggio 2010

sensazione

C'è quel racconto di Carver che finisce così. Con la moglie che caccia il marito di casa, con lui che prima impreca, lancia un oggetto, e poi se ne va. Finisce con lui sulla porta:
"Soltanto una cosa voglio ancora dire".
Ma poi non riuscì a pensare cosa mai potesse essere.

Mi è sempre rimasta in testa questa fine di racconto, e a volte mi torna in mente, così, come stasera.
Forse perchè un po' mi sento così anch'io.
e' una sensazione difficile da spiegare.

C'entra anche il fatto che io, nel mio caos interiore, ho sempre cercato confini esteriori: università, lavoro, scadenze.
Ora che quest'altra scadenza, la seconda laurea, è ormai alle porte, mi sento come colta da una piccola vertigine, perchè mi mancano quei confini certi, quelle scansioni date dal preparare esami, darli, depennarli, e ricominciare.
La vertigine, la voce del vuoto che ci chiama, diceva Milan K., e anche questo un po' mi destabilizza.
Che la voce del vuoto si faccia sentire così suadente proprio ora, che almeno questo traguardo è quasi raggiunto, e che altre cose si affacciano?
La frase di Carver è quella che mi sento meglio addosso, pur non sapendolo spiegare nemmeno a me stessa.
La storia finisce che lui è lì, sulla porta. E io lo immagino così, un po' ridicolo, col cappotto in mano, già mezzo fuori di casa ma ancora aggrappato alla maniglia.

3 commenti:

L. ha detto...

seconda laurea: in cosa ?

costruttore di sogni ha detto...

E' naturale (credo) la voce suadente di vuoto che si vive in prossimità di un traguardo. "E' ora?": sembra emergere dal profondo un bisogno ulteriore di senso. E le strade, quale che sia il percorso, non ritornano mai su ciò che la vita ha macinato. Un nuovo oltre è sempre alle porte. Non ci resta che scommettere..... un abbraccio.

Risparmiatrice ha detto...

@L. lasciamo perdere....formazione primaria. 38 esami in 2 anni e mezzo.

@costruttore.. Che cosa aggiungere a quello che scrivi? è così malevola, a volte, la voce del mio "e ora?"