giovedì 12 ottobre 2006

che tu sia per me il coltello

Come mi piacerebbe scriverti diversamente. Come mi piacerebbe essere uno che scrive in un altro modo. Le mie parole sono così pesanti. In fondo avrebbe potuto anche essere semplicissimo no? Come quando si chiede:”Dimmi piccino, dove ti fa male?”. Allora chiuderei gli occhi e scriverei in fretta: volesse il cielo che due estranei vincessero l’estraneità. ... Come vorrei pensare a noi come a due persone che si sono fatte un’iniezione di verità, per dirla, finalmente, la verità. Sarei felice di poter dire a me stesso: “Con lei oggi ho stillato verità”. Sì, è questo quello che voglio. Voglio che tu sia per me il coltello, e anch’io lo sarò per te, prometto. Un coltello affilato ma misericordioso – parola tua.


Resta il fatto che il mio migliore e più affilato coltello sono io. Manca forse quel pizzico di misericordia in più. Ma è bello incontrare per un attimo altri occhi che sembrano volerti vedere davvero. Inaspettato.
L'importante è non illudersi troppo che questo accada. Fermarsi prima, alla sensazione che sia possibile.
Ma è bello..lo stesso..come un bacio in fronte non sperato. benedizione laica come della strega del Nord...perchè no?

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