All'improvviso è diventata una notte da inchiostrare, da picchiettare come pioggia sulla tastiera.
E dire che i presagi c'erano tutti, per un sonno di quelli lunghi fino a mattina quasi.
silenzio irreale...l'occhio azzurro (unico da tempo) del gatto di peluches mi fissa e io gli rispondo che non è quello che conta. e che lo so. che non è stato quello. No no. E che in realtà sapessi cosa è successo, cosa in particolare è contato... ha incantato....fosse qualcosa di chiaro e definibile, forse avrebbe meno forza.
...Non dormo ho gli occhi aperti per te...
E torna, nella mente, l'incanto. già.
domenica 29 ottobre 2006
mercoledì 25 ottobre 2006
gol
...che cosa splendida le parole. anche solo per un attimo, magari uscite senza volere.
Dea. per esempio. Sono cose che volenti o nolenti restano nella memoria.
Come un primo sguardo troppo vicino perchè poi non diventi vicinanza più morbida e sensazione di latte caldo al posto del sangue...
Occhi. per esempio.
Sei sempre così?, per esempio. E che questo sia bene, stupore e meraviglia...sì sono così...e scoprire che così, va bene.
E' bello. Come certe volte all'alba..momenti perfetti. Un'alba di ore.
E' un gol. di quelli seri.
Di quelli che " dopo c'é l'armonia, capisci? E questo succede centosessantatrevolte nella vita, dopo si muore. E questo è molto importante, molto importante."
162.
Già. Non riesco a non pensarci e non ci provo neanche più..lascio fluire in me il pensiero e la sensazione.
Ike: Allora, cosa vuoi fare stasera? Qualunque cosa. Possiamo andare al cinema, a... ti porto a ballare se vuoi. Qualunque cosa, decidi tu.
Tracy : Qualsiasi cosa?
Ike : Assolutamente.
Tracy : Ok... so cosa possiamo fare.
Ike : ..togliti quel brutto sguardo dalla faccia.
Tracy : Taci. Non è brutto.
Dea. per esempio. Sono cose che volenti o nolenti restano nella memoria.
Come un primo sguardo troppo vicino perchè poi non diventi vicinanza più morbida e sensazione di latte caldo al posto del sangue...
Occhi. per esempio.
Sei sempre così?, per esempio. E che questo sia bene, stupore e meraviglia...sì sono così...e scoprire che così, va bene.
E' bello. Come certe volte all'alba..momenti perfetti. Un'alba di ore.
E' un gol. di quelli seri.
Di quelli che " dopo c'é l'armonia, capisci? E questo succede centosessantatrevolte nella vita, dopo si muore. E questo è molto importante, molto importante."
162.
Già. Non riesco a non pensarci e non ci provo neanche più..lascio fluire in me il pensiero e la sensazione.
Ike: Allora, cosa vuoi fare stasera? Qualunque cosa. Possiamo andare al cinema, a... ti porto a ballare se vuoi. Qualunque cosa, decidi tu.
Tracy : Qualsiasi cosa?
Ike : Assolutamente.
Tracy : Ok... so cosa possiamo fare.
Ike : ..togliti quel brutto sguardo dalla faccia.
Tracy : Taci. Non è brutto.
martedì 24 ottobre 2006
per vicoli e parcheggi
La pace è necessaria, ma non improvvisata.
O qualcosa del genere. E dire che l'ho avuta davanti agli occhi per un po', per un pezzo...colore alla scena, già bella di suo. Eppure ricordo meglio altro. Voci, sensazioni, vicinanze sguardi (e non era il mio quello pericoloso).
A volte gli dei si distraggono un attimo, e capita qualcosa di inaspettato...di bello, di..estraneo. Un rapimento vero e proprio, liquefarsi quasi totale della capacità di controllo. Super Io che boccheggiante a fatica mi bacchetta sulle dita e mi fa essere brava più che posso..ma non è mica così facile anzi.
Sensazione di cosa bella, limpida...naturale come certo stringersi senza pensare parlare prevedere.
Ci sarebbe da riflettere, forse,ma per intanto, grazie. Sì. Non mi aspettavo, non credevo, non speravo. Posso dire che in fondo in fondo...Allen ha ragione. Certo momento...credo che se Giobbe avesse dato un'occhiata non avrebbe avuto da ridire.
Mi ritengo fortunata. Ci sono persone a cui una cosa del genere non capita mai. Lo so per esperienza. E ora...ma pensa te. roba che lascia secchi, se la pensi a ritroso e non ci avresti mai scommesso su. Io che non sono facile al lasciarmi andare, al farmi avvicinare, da buona volpe selvatica. ma sopra a tutto c'è una strana sensazione di vicinanza di pensiero. Bello. Rilassante questo e tutto il resto...au cointraire. E mi chiedo, in luogo meno improbabile..che cosa...come...Chissà, vedremo forse.
Ma non dovesse più ripetersi...posso sempre dire che per una volta gli dei mi hanno strizzato l'occhio. Mica roba da niente.
O qualcosa del genere. E dire che l'ho avuta davanti agli occhi per un po', per un pezzo...colore alla scena, già bella di suo. Eppure ricordo meglio altro. Voci, sensazioni, vicinanze sguardi (e non era il mio quello pericoloso).
A volte gli dei si distraggono un attimo, e capita qualcosa di inaspettato...di bello, di..estraneo. Un rapimento vero e proprio, liquefarsi quasi totale della capacità di controllo. Super Io che boccheggiante a fatica mi bacchetta sulle dita e mi fa essere brava più che posso..ma non è mica così facile anzi.
Sensazione di cosa bella, limpida...naturale come certo stringersi senza pensare parlare prevedere.
Ci sarebbe da riflettere, forse,ma per intanto, grazie. Sì. Non mi aspettavo, non credevo, non speravo. Posso dire che in fondo in fondo...Allen ha ragione. Certo momento...credo che se Giobbe avesse dato un'occhiata non avrebbe avuto da ridire.
Mi ritengo fortunata. Ci sono persone a cui una cosa del genere non capita mai. Lo so per esperienza. E ora...ma pensa te. roba che lascia secchi, se la pensi a ritroso e non ci avresti mai scommesso su. Io che non sono facile al lasciarmi andare, al farmi avvicinare, da buona volpe selvatica. ma sopra a tutto c'è una strana sensazione di vicinanza di pensiero. Bello. Rilassante questo e tutto il resto...au cointraire. E mi chiedo, in luogo meno improbabile..che cosa...come...Chissà, vedremo forse.
Ma non dovesse più ripetersi...posso sempre dire che per una volta gli dei mi hanno strizzato l'occhio. Mica roba da niente.
lunedì 23 ottobre 2006
mercoledì 18 ottobre 2006
notte
Shomer, Ma Mi-llailah?
Sembra non debba finire mai.
Finchè sfuggo il mio stesso riflesso nelle vetrine, allontano il disgregarsi.
Ma la notte torna e sono di nuovo sempre le 2.30 come le 4.48.
"Una linea tratteggiata sulla gola
TAGLIARE QUI"
E tutto questo correre solo per non cadere indietro, per rimanere ferma nello stesso posto.
E sorge, lecita, la domanda..ma a che (chi?) giovo?
Non so.
Sembra non debba finire mai.
Finchè sfuggo il mio stesso riflesso nelle vetrine, allontano il disgregarsi.
Ma la notte torna e sono di nuovo sempre le 2.30 come le 4.48.
"Una linea tratteggiata sulla gola
TAGLIARE QUI"
E tutto questo correre solo per non cadere indietro, per rimanere ferma nello stesso posto.
E sorge, lecita, la domanda..ma a che (chi?) giovo?
Non so.
martedì 17 ottobre 2006
vacanza: assenza-vuoto-mancanza
"Non cercate a tutti i costi libertà e piacere in una stagione, per quanto questa stagione sia l'estate, per quanto questa estate sia caldissima e lunga, per quanto questo lungo sonno della fatica si diliati - come un ventaglio- in un 'assenza. Perchè questo è il vero senso della parola vacanza: assenza - vuoto - mancanza."
"Diario di bordo. Storia di Malinka e del suo dottore" F. Rizzi
Terza telefonata nell'arco di poche ore, ricevuta. A sentirmi dire "mi dispiace". dev'esserci qualcosa nell'aria in questo periodo. Assenza vuoto mancanza. Un trittico che, paradosso, riempie di nulla assordante questa giornata.
Cosa succede?
forse è solo sfortuna, o il mio malo umore di oggi rende difficile accettare le svolte improvvise della vita.
Ma...ma faccio fatica.
Si accumulano le piccole cose oggi. Piccole..ma sì, via, piccole, c'è sempr qualcosa di più ingombrante...che poi piomba su tutte come un falco. E c'è l'ultima chiamata, inaspettata.
E che faccio ora?
Io ho paura, per domani: una paura irrazionale, sicuro, lo so anch'io. ma ho paura. E lo avevo già detto "ho paura. ti prego, vieni con me?" io che di solito non chiedo queste cose per vergogna e disabitudine.
ma ho paura stavolta. anche se immotivata (spero, mi dico, mi convinco). Ma tanto ormai. "scusa scusa scusa...mi ha appena chiamato R. e devo vederla, proprio domani sì, non ce la faccio a venire là, proprio non farei in tempo.."
Porca e anche puttana...a parte dire "capisco...no no non preoccuparti..no no tutto bene, dai, ci sentiamo quando torno". Cosa dovrei dire o fare? Vorrei non puntare la sveglia domattina e far passare la giornata senza fare nulla. Ma sarebbe peggio. E magari sono solo ansiosa. Anche se.
E poi dici "hai la voce strana...sei troppo tesa".
Può darsi. Forse non mi ero spiegata bene. Forse non ti ho dato modo di capire, quando ho detto "ho paura" e tu hai sentito "sto bene".
Devo regolare meglio il volume, e scandire meglio la prossima volta. E imparare una buona volta che non si deve far conto su...che non si deve pensare che. Che bisogna accettare meglio.
Adesso bisogna lasciar decantare il tutto. Perchè c'è sempre un po' di fondo che deve depositarsi. Poi la trasparenza torna fuori, e il giallo oro mi rincuora e penso che il grano poi non sia inutile. E sorrido lo stesso. E domani mi chiamerai, ti chiamerò e spero di poterti dire "dai è andata, sono tornata sono qui" e sarà passata la nube. Ma non è facile pensarlo ora.
Adesso bisogna lasciar decantare. Senza agitare. senza pensare a domani. Senza pensare a oggi.
"Diario di bordo. Storia di Malinka e del suo dottore" F. Rizzi
Terza telefonata nell'arco di poche ore, ricevuta. A sentirmi dire "mi dispiace". dev'esserci qualcosa nell'aria in questo periodo. Assenza vuoto mancanza. Un trittico che, paradosso, riempie di nulla assordante questa giornata.
Cosa succede?
forse è solo sfortuna, o il mio malo umore di oggi rende difficile accettare le svolte improvvise della vita.
Ma...ma faccio fatica.
Si accumulano le piccole cose oggi. Piccole..ma sì, via, piccole, c'è sempr qualcosa di più ingombrante...che poi piomba su tutte come un falco. E c'è l'ultima chiamata, inaspettata.
E che faccio ora?
Io ho paura, per domani: una paura irrazionale, sicuro, lo so anch'io. ma ho paura. E lo avevo già detto "ho paura. ti prego, vieni con me?" io che di solito non chiedo queste cose per vergogna e disabitudine.
ma ho paura stavolta. anche se immotivata (spero, mi dico, mi convinco). Ma tanto ormai. "scusa scusa scusa...mi ha appena chiamato R. e devo vederla, proprio domani sì, non ce la faccio a venire là, proprio non farei in tempo.."
Porca e anche puttana...a parte dire "capisco...no no non preoccuparti..no no tutto bene, dai, ci sentiamo quando torno". Cosa dovrei dire o fare? Vorrei non puntare la sveglia domattina e far passare la giornata senza fare nulla. Ma sarebbe peggio. E magari sono solo ansiosa. Anche se.
E poi dici "hai la voce strana...sei troppo tesa".
Può darsi. Forse non mi ero spiegata bene. Forse non ti ho dato modo di capire, quando ho detto "ho paura" e tu hai sentito "sto bene".
Devo regolare meglio il volume, e scandire meglio la prossima volta. E imparare una buona volta che non si deve far conto su...che non si deve pensare che. Che bisogna accettare meglio.
Adesso bisogna lasciar decantare il tutto. Perchè c'è sempre un po' di fondo che deve depositarsi. Poi la trasparenza torna fuori, e il giallo oro mi rincuora e penso che il grano poi non sia inutile. E sorrido lo stesso. E domani mi chiamerai, ti chiamerò e spero di poterti dire "dai è andata, sono tornata sono qui" e sarà passata la nube. Ma non è facile pensarlo ora.
Adesso bisogna lasciar decantare. Senza agitare. senza pensare a domani. Senza pensare a oggi.
Etichette:
...libri...frasi...,
solitude standing
lunedì 16 ottobre 2006
il colore del grano
Il piccolo principe torno' l’indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero' ad essere felice.
Col passare dell’ora aumentera' la mia felicita'. Quando saranno le quattro, incomincero' ad agitarmi e ad inquietarmi;
Scoprirò il prezzo della felicità!
Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro' mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti".
"Che cos’e' un rito ?" disse il piccolo principe. "Anche questa e' una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
"E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore.
C’e' un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi' ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi' e' un giorno meraviglioso ! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi,i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe.
E quando l’ora della partenza fu vicina:
"Ah !" disse la volpe, "...piangerò".
"La colpa e' tua", disse il piccolo principe,
"io, non ti volevo far del male,ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"E’ vero", disse la volpe.
"Ma piangerai !" disse il piccolo principe.
"E’ certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni ?"
"CI GUADAGNO", disse la volpe, "IL COLORE DEL GRANO".
...e la paura di affezionarsi...perchè poi, ogni volta che ci si trova bene..se ci si trova qualche volta bene...poi tutto deve finire.
Già. Qualcosa che conosco e ho sperimentato.
Ma.
Ma.
Ma.
Non importa. O se importa...io aspetto, lo stesso.
Sulinari the fox.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero' ad essere felice.
Col passare dell’ora aumentera' la mia felicita'. Quando saranno le quattro, incomincero' ad agitarmi e ad inquietarmi;
Scoprirò il prezzo della felicità!
Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro' mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti".
"Che cos’e' un rito ?" disse il piccolo principe. "Anche questa e' una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
"E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore.
C’e' un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi' ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi' e' un giorno meraviglioso ! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi,i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe.
E quando l’ora della partenza fu vicina:
"Ah !" disse la volpe, "...piangerò".
"La colpa e' tua", disse il piccolo principe,
"io, non ti volevo far del male,ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"E’ vero", disse la volpe.
"Ma piangerai !" disse il piccolo principe.
"E’ certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni ?"
"CI GUADAGNO", disse la volpe, "IL COLORE DEL GRANO".
...e la paura di affezionarsi...perchè poi, ogni volta che ci si trova bene..se ci si trova qualche volta bene...poi tutto deve finire.
Già. Qualcosa che conosco e ho sperimentato.
Ma.
Ma.
Ma.
Non importa. O se importa...io aspetto, lo stesso.
Sulinari the fox.
domenica 15 ottobre 2006
diario di...
A quel punto - ricordo -
la conversazione era già scivolata lentamente
da bocche troppo aperte
ad orecchie troppo chiuse.
E così d'improvviso si alzò il vento
e gonfiò le vele dell'incomprensione.
Dentro oceani di lotte inutili
abbiamo navigato fino a confonderci
abbiamo perso la rotta
e la voglia di cercarla ancora.
"Diario di bordo. Storia di Malinka e del suo dottore".
Grazie. E' stato bello parlare e vedere che i brandelli di me che scivolavano in giro venivano raccolti e spolverati, messi da parte e poi di nuovo porti verso di me con pazienza.
C'è stato tempo per camminare tanto, in una pace verde che lascia senza fiato.
la conversazione era già scivolata lentamente
da bocche troppo aperte
ad orecchie troppo chiuse.
E così d'improvviso si alzò il vento
e gonfiò le vele dell'incomprensione.
Dentro oceani di lotte inutili
abbiamo navigato fino a confonderci
abbiamo perso la rotta
e la voglia di cercarla ancora.
"Diario di bordo. Storia di Malinka e del suo dottore".
Grazie. E' stato bello parlare e vedere che i brandelli di me che scivolavano in giro venivano raccolti e spolverati, messi da parte e poi di nuovo porti verso di me con pazienza.
C'è stato tempo per camminare tanto, in una pace verde che lascia senza fiato.
giovedì 12 ottobre 2006
che tu sia per me il coltello
Come mi piacerebbe scriverti diversamente. Come mi piacerebbe essere uno che scrive in un altro modo. Le mie parole sono così pesanti. In fondo avrebbe potuto anche essere semplicissimo no? Come quando si chiede:”Dimmi piccino, dove ti fa male?”. Allora chiuderei gli occhi e scriverei in fretta: volesse il cielo che due estranei vincessero l’estraneità. ... Come vorrei pensare a noi come a due persone che si sono fatte un’iniezione di verità, per dirla, finalmente, la verità. Sarei felice di poter dire a me stesso: “Con lei oggi ho stillato verità”. Sì, è questo quello che voglio. Voglio che tu sia per me il coltello, e anch’io lo sarò per te, prometto. Un coltello affilato ma misericordioso – parola tua.
Resta il fatto che il mio migliore e più affilato coltello sono io. Manca forse quel pizzico di misericordia in più. Ma è bello incontrare per un attimo altri occhi che sembrano volerti vedere davvero. Inaspettato.
L'importante è non illudersi troppo che questo accada. Fermarsi prima, alla sensazione che sia possibile.
Ma è bello..lo stesso..come un bacio in fronte non sperato. benedizione laica come della strega del Nord...perchè no?
Resta il fatto che il mio migliore e più affilato coltello sono io. Manca forse quel pizzico di misericordia in più. Ma è bello incontrare per un attimo altri occhi che sembrano volerti vedere davvero. Inaspettato.
L'importante è non illudersi troppo che questo accada. Fermarsi prima, alla sensazione che sia possibile.
Ma è bello..lo stesso..come un bacio in fronte non sperato. benedizione laica come della strega del Nord...perchè no?
mercoledì 4 ottobre 2006
lavoro
Si inizia domani.
E' strano. tornata ieri e domani si firma per nuovo lavoro con ragazzi.
Più grandi stavolta, degli ultimi a cui ero abituata. Si vedrà che fare.
Almeno la ruota gira in qualche senso, stavolta. temevo mesi a casa. Non è ancora un lavoro sicuro, si parte come sostituta, che non è come dire che il posto è mio.
ma sempre meglio di zero. Vediamo il bicchiere mezzo pieno, prima di scolarcelo tutto.
Ora vorrei telefonare anche ...a te..e dirtelo, e raccontarti le impressioni, le paure, le mie solite ansie da prestazione.
ma non si può aver tutto.
Stringo forte l'aria sperando che comunque un abbraccio arrivi fino là.
E' strano. tornata ieri e domani si firma per nuovo lavoro con ragazzi.
Più grandi stavolta, degli ultimi a cui ero abituata. Si vedrà che fare.
Almeno la ruota gira in qualche senso, stavolta. temevo mesi a casa. Non è ancora un lavoro sicuro, si parte come sostituta, che non è come dire che il posto è mio.
ma sempre meglio di zero. Vediamo il bicchiere mezzo pieno, prima di scolarcelo tutto.
Ora vorrei telefonare anche ...a te..e dirtelo, e raccontarti le impressioni, le paure, le mie solite ansie da prestazione.
ma non si può aver tutto.
Stringo forte l'aria sperando che comunque un abbraccio arrivi fino là.
Iscriviti a:
Post (Atom)