giovedì 5 marzo 2009

Per Luca, e per le altre ombre.

Quando qualcuno si avvicina a me, dopo un po', ho il vizio di chiedermi come sarà, la fine.
Come se ne andrà. E' che ho paura, di questi momenti.
Nella mia mente sono sempre "grandi", drammatici, questi momenti.
La realtà è ben diversa.
Nella realtà non ci sono porte sbattute, frasi memorabili, ultimi sguardi carichi di significato.
Nella realtà le persone se ne vanno in sordina, dicono " scusa esco un attimo eh?" e nascondono la valigia sul pianerottolo.
Io, stupido cane, seduta davanti alla porta, inclino la stupida testolina, a occhi tondi e orecchie tese aspetto che la porta si riapra.
Poi, piano piano, la consapevolezza si insinua e mi accorgo che manca la valigia, mi accorgo che ha tolto i libri dalla libreria e i vestiti dall'armadio.
mi accorgo che da troppi giorni nessuno ritira la posta, nessuno mi lancia la mia pallina preferita per farmi giocare.
E mi accorgo che sono passati davvero troppi giorni, per essere "un attimo".
E' così che se ne vanno. In sordina. Facendo finta che il momento dell'addio non esista, che tutto sfumi così nel niente.
E non so, a questo punto, se sono peggio i miei addii temuti, o i loro addii mancati.

Nessun commento: