A volte mi sento così, con te.
Un uccellino infreddolito, che aspetta nel nido...becco spalancato a chiedere ancora carezze ancora baci ancora ancora ancora.
Scaldami per favore stringimi tienimi parlami dai un contorno al mio corpo con le tue mani per favore per favore.
Chissà se si vede, quando inclino il capino verso di te, le mie piccole penne arruffate...chissà se si vede ...
Chissà. Pensiero ozioso. Sono sicura, che tu lo vedi.
Ti diverte, credo, la sensazione di potere quando ti sposti di quel centimetro che basta perchè le mie labbra non possano raggiungerti. Persino questo, mi piace, di te.
domenica 30 novembre 2008
venerdì 28 novembre 2008
voglio il Nobel per Lansdale!!!!!!!!!!!
"Il messaggio del libro era che perchè tutto andasse nel migliore dei modi bastava soltanto credere nell'amore, e l'amore avrebbe riempito l'aria.
l'inquinamento riempie l'aria, tesoro, che noi ci crediamo o no. Per credere nell'amore ci vuole uno sforzo maggiore. E a differenza dell'inquinamento, l'amore a volte scompare."
Rumble tumble
E poi qualcuno osi dirmi che non è un genio. i suoi libri, inutile dirlo, mi danno dipendenza.
l'inquinamento riempie l'aria, tesoro, che noi ci crediamo o no. Per credere nell'amore ci vuole uno sforzo maggiore. E a differenza dell'inquinamento, l'amore a volte scompare."
Rumble tumble
E poi qualcuno osi dirmi che non è un genio. i suoi libri, inutile dirlo, mi danno dipendenza.
giovedì 27 novembre 2008
passi
A volte sento un rumore di passi, qui, all'altezza del petto, dietro, più o meno, al seno sinitro.
Dove dicono, ma non ci sono prove sperimentali, ci sia il cuore.
A volte sento un rumore di passi.
Leggeri, pesanti, trascinati o saltellanti.
Dipende dal visitatore, credo.
Ma è sempre piacevole. anche quando poi, allontanandosi, i passi amplificano il vuoto.
Dove dicono, ma non ci sono prove sperimentali, ci sia il cuore.
A volte sento un rumore di passi.
Leggeri, pesanti, trascinati o saltellanti.
Dipende dal visitatore, credo.
Ma è sempre piacevole. anche quando poi, allontanandosi, i passi amplificano il vuoto.
mercoledì 26 novembre 2008
vedendomi
a che scopo
a che scopo partecipare al concorso?
Ci sono 4 posti, 3 decisi già, una sola che non si presenta e quindi lascia e forse l'unica il cui posto neanche è nella rosa delle mie possibilità.
A che scopo perdere un giorno di lavoro?
Andare fino là, sostenere quel cavolo di colloquio, e poi tornare a casa dopo aver fatto anche una figura scema, perchè, come ha detto qualcuno "se devo assumere voglio che abbia esperienza".
Sì,peccato che, pensandola tutti così, io l'esperienza necessaria non la maturerò...mai.
Basta.
Oggi sono triste.
Vorrei infilarmi sotto un sacco di coperte, tirarmele fino sulla testa e cancellare tutto.
Tanto non ce la faccio. E non ho neanche nessuno a cui dirlo, che non ce la faccio.
Potrei alzarmi e andare davanti allo specchio, per confessare a qualcuno i nodi e i grumi di queste giornate.
Di questo ennesimo boccone amaro.
Ci sono 4 posti, 3 decisi già, una sola che non si presenta e quindi lascia e forse l'unica il cui posto neanche è nella rosa delle mie possibilità.
A che scopo perdere un giorno di lavoro?
Andare fino là, sostenere quel cavolo di colloquio, e poi tornare a casa dopo aver fatto anche una figura scema, perchè, come ha detto qualcuno "se devo assumere voglio che abbia esperienza".
Sì,peccato che, pensandola tutti così, io l'esperienza necessaria non la maturerò...mai.
Basta.
Oggi sono triste.
Vorrei infilarmi sotto un sacco di coperte, tirarmele fino sulla testa e cancellare tutto.
Tanto non ce la faccio. E non ho neanche nessuno a cui dirlo, che non ce la faccio.
Potrei alzarmi e andare davanti allo specchio, per confessare a qualcuno i nodi e i grumi di queste giornate.
Di questo ennesimo boccone amaro.
lunedì 24 novembre 2008
una canzone
Devi dirmiiii voglio solo te, voglio solo te
Devi dirmiiii hai ragione te, hai ragione te
Devi dirmi scusami e feriscimi e implorarmi di non ucciderti
Dimmi se lui e' meglio di me lui e' meglio di me
e convincimi che tu pensavi a me tu pensavi a me...
Mi piace troppo questo pezzo, soprattutto queste frasi.
La capisco troppo,davvero, quella sensazione...quel desiderio di una bugia.
Etichette:
canta che ti passa...,
vedi alla voce: uomini
sabato 22 novembre 2008
dentro di me
se chiudo gli occhi e provo a scendere dentro di me, sento il rumore dell'acqua.
Come un pozzo profondo, o una palude.
E' freddo, limaccioso e buio, qui dentro.
Non dovrebbe mai entrarci nessuno, a parte me.
Come si può aprire le porte a un'altra persona e dirle "vieni, accomodati, questa sono io".
Che razza di regalo sarebbe?
Ci sono grate e serrature, a chiudere me stessa.
Mi concentro, chiudo a chiave, mi concentro, nascondo, sbarro la strada per il bene di chi si avvicina.
... il tuo più tenue sguardo, basta a far distrarre le mie sentinelle, così naturale che vorrei davvero lasciarmi aprire e guardare, e dirti "vieni, accomodati"...ma c'è l'acqua profonda, nera, io lo so che è solo un pozzo buio, una palude, e allora come faccio cosa faccio?
se mi vedi te ne andrai, o peggio inciamperai nel fango o ti bagnerà la nebbia.
E' faticoso montare la guardia, soprattutto quando mi verrebbe da lasciarmi andare, ma cosa vuol dire voler bene se non proteggere, per quel che si può?
O almeno, cos'è per me se non questo?
Quando mi guardo dentro non vedo quasi nulla, in tutto questo buio, sento l'acqua vicina, e mi ha sempre fatto paura, l'acqua di notte.
Nessuno deve bagnarsi, con questo freddo.
Se solo fossi davvero brava, se non facessi sempre errori.
Se solo fossi più rigorosa. Se solo non avessi così tanta voglia di essere avvicinata.
Vorrei avere da offrire qualcosa di più, un po' di luce, di calore.
Allora sì, che potrei dire "Ecco eccomi io sono questo, accomodati".
Ecco.
Come un pozzo profondo, o una palude.
E' freddo, limaccioso e buio, qui dentro.
Non dovrebbe mai entrarci nessuno, a parte me.
Come si può aprire le porte a un'altra persona e dirle "vieni, accomodati, questa sono io".
Che razza di regalo sarebbe?
Ci sono grate e serrature, a chiudere me stessa.
Mi concentro, chiudo a chiave, mi concentro, nascondo, sbarro la strada per il bene di chi si avvicina.
... il tuo più tenue sguardo, basta a far distrarre le mie sentinelle, così naturale che vorrei davvero lasciarmi aprire e guardare, e dirti "vieni, accomodati"...ma c'è l'acqua profonda, nera, io lo so che è solo un pozzo buio, una palude, e allora come faccio cosa faccio?
se mi vedi te ne andrai, o peggio inciamperai nel fango o ti bagnerà la nebbia.
E' faticoso montare la guardia, soprattutto quando mi verrebbe da lasciarmi andare, ma cosa vuol dire voler bene se non proteggere, per quel che si può?
O almeno, cos'è per me se non questo?
Quando mi guardo dentro non vedo quasi nulla, in tutto questo buio, sento l'acqua vicina, e mi ha sempre fatto paura, l'acqua di notte.
Nessuno deve bagnarsi, con questo freddo.
Se solo fossi davvero brava, se non facessi sempre errori.
Se solo fossi più rigorosa. Se solo non avessi così tanta voglia di essere avvicinata.
Vorrei avere da offrire qualcosa di più, un po' di luce, di calore.
Allora sì, che potrei dire "Ecco eccomi io sono questo, accomodati".
Ecco.
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solitude standing,
vedi alla voce: uomini
Associazioni di idee
giovedì 20 novembre 2008
partenze
non ci saremmo rivisti mai piu comunque, me l'avevi detto, che la nostra amicizia nata in un brutto momento della tua vita volevi cristallizzarla, bloccarla come una bella foto da riguardare.
poi mi chiami e dici " mi hanno preso mi hanno preso parto mi hanno preso".
E a me viene una cosa strana. Un senso, per un attimo, come di risucchio. come quando da bambina facevo il bagno nella vasca, e mia madre a tradimento infilava il braccio e zac! toglieva il tappo.
L'acqua se ne andava con quel rumore, e io restavo a rabbrividire per un lungo attimo prima dell'accappatoio.
Questa volta non ho trovato nessun accappatoio pronto, solo la vaga sensazione del freddo sulla pelle.
A me piacciono molto le partenze. Le mie partenze.
Viaggio da sola, non ci sono saluti alla stazione, solo quando riparto a volte, ma solo a volte, una mano si leva al binario, per dire ciao ciao fai buon viaggio stai bene e magari ciao ciao non ti dimenticare troppo presto e fai buon viaggio.
Ma quando le partenze sono degli altri, è diverso.
Ho sempre poca gente, nel cuore e nella testa. Si assottiglia, con gli anni, la collezione di visi.
Tu te ne vai, sono felice per te e non sarò, si sa, in aeroporto a dire ciao ciao stai bene e magari torna ogni tanto e pensami un po' eh e scrivi ciao riguardati ciao stai attento fai buon viaggio.
Sono felice per te, era quello che volevi.
E io adesso, però. che eri già lontano. sì. che non ti avrei, tu dicevi, più visto, sì.
ma ogni tanto me lo dicevi già "mi ricordi brutti momenti" e poi tornavi e sorridevi.
Non vai poi così lontano, lo so. Eppure. Non avrò neanche una scusa, più, per dire "hey mentre sei di strada, fermati per 5 minuti un caffè una chiacchiera un pezzo di pane che ho il pane in forno dai fermati e raccontami".
E' strano. O forse, come al solito, è solo che le cose definitive non mi piacciono.
le partenze altrui. Mi sento sul binario, a guardare i treni che vanno via.
Con la sensazione, addosso, del freddo umidiccio di questa pianura nebbiosa.
Però, te l'ho detto, sono felice per te.
Hai fatto tanto per. Spero che tu trovi quello che cerchi.
poi mi chiami e dici " mi hanno preso mi hanno preso parto mi hanno preso".
E a me viene una cosa strana. Un senso, per un attimo, come di risucchio. come quando da bambina facevo il bagno nella vasca, e mia madre a tradimento infilava il braccio e zac! toglieva il tappo.
L'acqua se ne andava con quel rumore, e io restavo a rabbrividire per un lungo attimo prima dell'accappatoio.
Questa volta non ho trovato nessun accappatoio pronto, solo la vaga sensazione del freddo sulla pelle.
A me piacciono molto le partenze. Le mie partenze.
Viaggio da sola, non ci sono saluti alla stazione, solo quando riparto a volte, ma solo a volte, una mano si leva al binario, per dire ciao ciao fai buon viaggio stai bene e magari ciao ciao non ti dimenticare troppo presto e fai buon viaggio.
Ma quando le partenze sono degli altri, è diverso.
Ho sempre poca gente, nel cuore e nella testa. Si assottiglia, con gli anni, la collezione di visi.
Tu te ne vai, sono felice per te e non sarò, si sa, in aeroporto a dire ciao ciao stai bene e magari torna ogni tanto e pensami un po' eh e scrivi ciao riguardati ciao stai attento fai buon viaggio.
Sono felice per te, era quello che volevi.
E io adesso, però. che eri già lontano. sì. che non ti avrei, tu dicevi, più visto, sì.
ma ogni tanto me lo dicevi già "mi ricordi brutti momenti" e poi tornavi e sorridevi.
Non vai poi così lontano, lo so. Eppure. Non avrò neanche una scusa, più, per dire "hey mentre sei di strada, fermati per 5 minuti un caffè una chiacchiera un pezzo di pane che ho il pane in forno dai fermati e raccontami".
E' strano. O forse, come al solito, è solo che le cose definitive non mi piacciono.
le partenze altrui. Mi sento sul binario, a guardare i treni che vanno via.
Con la sensazione, addosso, del freddo umidiccio di questa pianura nebbiosa.
Però, te l'ho detto, sono felice per te.
Hai fatto tanto per. Spero che tu trovi quello che cerchi.
venerdì 14 novembre 2008
ma cosa voglio poi?
Vorrei un po' di pace, questo sì.
un po' di tempo da spendere come voglio, senza sentirmi in colpa perchè non sto lavorando o studiando.
maledetta io e la seconda laurea.
maledetta io e il lavoro sempre da costruire.
Camminare per Bologna il venerdì pomeriggio mi fa male.
Spuntano troppi nuovi negozi, a ricordarmi che la geografia economica della città corre troppo veloce, che io sono sempre fuori tempo, fuori moda, fuori.
Ci sono troppe coppie in odore di weekend, e soprattutto troppa gente con le valigie...che ha un posto dove tornare.
Mi rende triste. Infeltrita.
Mi riduco a guatare il cellulare in attesa di un po' di calore, anche di seconda mano. Un pugno di briciole.
Quando so, benissimo, che non dovrei.
Cosa voglio cosa voglio cosa voglio.
Adesso vorrei avere di nuovo la sensazione di potermi abbandonare per un attimo, di affidarmi ad altrui braccia e ricaricare le mie stanchissime batterie.
un po' di tempo da spendere come voglio, senza sentirmi in colpa perchè non sto lavorando o studiando.
maledetta io e la seconda laurea.
maledetta io e il lavoro sempre da costruire.
Camminare per Bologna il venerdì pomeriggio mi fa male.
Spuntano troppi nuovi negozi, a ricordarmi che la geografia economica della città corre troppo veloce, che io sono sempre fuori tempo, fuori moda, fuori.
Ci sono troppe coppie in odore di weekend, e soprattutto troppa gente con le valigie...che ha un posto dove tornare.
Mi rende triste. Infeltrita.
Mi riduco a guatare il cellulare in attesa di un po' di calore, anche di seconda mano. Un pugno di briciole.
Quando so, benissimo, che non dovrei.
Cosa voglio cosa voglio cosa voglio.
Adesso vorrei avere di nuovo la sensazione di potermi abbandonare per un attimo, di affidarmi ad altrui braccia e ricaricare le mie stanchissime batterie.
e basta sempre così poco
a colorare di grigio fumo il mio umore.
Anche solo un "sì" detto in fretta, quando io dico "mi han detto, sai, di non affezionarmi a te..."
" SI'!".
Era proprio quello che mi ci voleva. una sferzata di energia.
Anche solo un "sì" detto in fretta, quando io dico "mi han detto, sai, di non affezionarmi a te..."
" SI'!".
Era proprio quello che mi ci voleva. una sferzata di energia.
lunedì 10 novembre 2008
riciclo
domenica 9 novembre 2008
venerdì 7 novembre 2008
Magick
Fino ad oggi, nessuna religione si è estinta per non avere promesso abbastanza; il crollo attuale di tutte le religioni è dovuto al fatto che la gente ha chiesto di controllare le garanzie
Aleister Crowley.
Mi inchino. Grandioso. Davvero.
p.s. e da uno che si firma Aleister non mi aspettavo nulla di meno.
Aleister Crowley.
Mi inchino. Grandioso. Davvero.
p.s. e da uno che si firma Aleister non mi aspettavo nulla di meno.
soluzioni
Ho messo fasce e guantoni e caricato di pugni il sacco da boxe.
Ho messo le scarpe da ginnastica e il sacco si è preso i calci.
Ho messo la fascia in testa e sono uscita per correre un po', anche se lo odio.
Speravo a forza di cazzotti di spaventare la tristezza, di seminare la rabbia correndo via.
Devo proteggere me stessa.
Faccio un lavoro che mi porta a caricarmi di dolore e paura e odio e tristezza e dubbi.
Faccio un lavoro che amo ma da cui ogni tanto devo staccare.
Non posso, davvero, nella vita privata, continuare a lavorare.
Devo proteggere me stessa, ogni tanto.
Ma a quanto pare non sono capace, continuo a pensarci e pensarci.
Vorrei poter chiamare ogni tanto, qualcuno, e PARLARE.
Oggi proprio non me la sento, di farmi ancora carico.
Ho troppe cose nere dentro, adesso.
Credevo davvero che ci fosse uno spazietto anche per me. Che ci fosse un momento anche per me.
Di poter parlare, di potermi sfogare.
Di poter un po' dimenticare tutto e sentirmi bene.
Ma a quanto pare non è lecito.
Credo che mi rimetterò i guantoni.
Ho messo le scarpe da ginnastica e il sacco si è preso i calci.
Ho messo la fascia in testa e sono uscita per correre un po', anche se lo odio.
Speravo a forza di cazzotti di spaventare la tristezza, di seminare la rabbia correndo via.
Devo proteggere me stessa.
Faccio un lavoro che mi porta a caricarmi di dolore e paura e odio e tristezza e dubbi.
Faccio un lavoro che amo ma da cui ogni tanto devo staccare.
Non posso, davvero, nella vita privata, continuare a lavorare.
Devo proteggere me stessa, ogni tanto.
Ma a quanto pare non sono capace, continuo a pensarci e pensarci.
Vorrei poter chiamare ogni tanto, qualcuno, e PARLARE.
Oggi proprio non me la sento, di farmi ancora carico.
Ho troppe cose nere dentro, adesso.
Credevo davvero che ci fosse uno spazietto anche per me. Che ci fosse un momento anche per me.
Di poter parlare, di potermi sfogare.
Di poter un po' dimenticare tutto e sentirmi bene.
Ma a quanto pare non è lecito.
Credo che mi rimetterò i guantoni.
giovedì 6 novembre 2008
è incredibile
come basti poco per far crollare tutto.
E' che a volte dimentico che tutto non è altro che bolle di sapone.
E mento a me stessa.
Spengo la radio, su radio 2 è finito "alle 8 della sera", e non ci sono più voci a tenermi compagnia stasera.
Ho voglia di rintanarmi sul divano, chiudere gli occhi e illudermi.
Sarebbe tanto stupido?
Tanto lo so, che non ci riuscirei...richiede troppa abilità, rammendare una bolla di sapone esplosa.
E' che a volte dimentico che tutto non è altro che bolle di sapone.
E mento a me stessa.
Spengo la radio, su radio 2 è finito "alle 8 della sera", e non ci sono più voci a tenermi compagnia stasera.
Ho voglia di rintanarmi sul divano, chiudere gli occhi e illudermi.
Sarebbe tanto stupido?
Tanto lo so, che non ci riuscirei...richiede troppa abilità, rammendare una bolla di sapone esplosa.
dolce
sentirmi abbracciata di fianco, così all'improvviso.
Sentire una voce gentile che dice qualcosa su salutare, su qualcuno.
Mi giro e vedo i tuoi occhi chiari e il rossore sul viso, il sorriso grande che dice "sono passato per salutarti, oggi compio 18 anni".
Lo sguardo luccica, mi abbracci di nuovo, borbotti.
Poi ti allontani, ti rincorro per strapazzarti 18 volte le orecchie.
"torna ogni tanto a trovarci, che ci fa piacere..."
"tornerò per salutare te..." mentre ti allontani.
Che dolce che sei.
18 anni.
Mi viene nostalgia, di quando li ho compiuti.
Di quando anch'io facevo quei sorrisi.
Grazie di esser passato a dirmelo, è stato un piacere farti gli auguri.
Sentire una voce gentile che dice qualcosa su salutare, su qualcuno.
Mi giro e vedo i tuoi occhi chiari e il rossore sul viso, il sorriso grande che dice "sono passato per salutarti, oggi compio 18 anni".
Lo sguardo luccica, mi abbracci di nuovo, borbotti.
Poi ti allontani, ti rincorro per strapazzarti 18 volte le orecchie.
"torna ogni tanto a trovarci, che ci fa piacere..."
"tornerò per salutare te..." mentre ti allontani.
Che dolce che sei.
18 anni.
Mi viene nostalgia, di quando li ho compiuti.
Di quando anch'io facevo quei sorrisi.
Grazie di esser passato a dirmelo, è stato un piacere farti gli auguri.
mercoledì 5 novembre 2008
martedì 4 novembre 2008
marbles
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