Qualcuno, oltre a me, che quando sforno il pane senta il profumino.
Qualcuno, oltre a me, che balli per casa quando attacco la musica.
Qualcuno che parli, che giri per le stanze, che apra il frigo e si accorga che non ci sono più pompelmi, che sfogli i libri e si sporga dal terrazzo verso il tramonto.
Non fosse che sono figlia unica. da bambina ero contenta così. Adesso mi piacerebbe, invece: con una sorella, o un fratello, ora potrei essere zia.
Potrebbero esserci manine appiccicose, testoline arruffate, vocette chiocce.
Prima o poi C. lo fa, un bimbo, secondo me. O forse E.
Dopotutto, anche loro sono figlie uniche. Una zia putativa fa sempre comodo.
domenica 13 luglio 2008
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