"Con la parola non-amore non voglio dire che nei confronti di quella ragazza lui avesse un atteggiamento cinico, che in lei vedesse, come suol dirsi, solo un oggetto sessuale: al contrario, le voleva bene, apprezzava il suo carattere e la sua intelligenza, era pronto ad aiutarla ogni volta che lei ne avesse avuto bisogno. Non era lui a comportarsi male con lei; era la sua memoria che da sola, a sua insaputa, l'aveva esclusa dalla sfera dell'amore.
Si direbbe che nel cervello esista una regione del tutto particolare che si potrebbe chiamare memoria poetica e che registra ciò che ci affascina, che ci commuove, che rende bella la nostra vita. Da quando lui ha conosciuto Tereza, nessuna donna ha il diritto di lasciare in quella parte del suo cervello foss'anche la più fuggevole impronta. (...)
In altre parole, lei batteva al cancello della sua memoria poetica. Ma il cancello era chiuso. Nella memoria poetica di Tomas non c'era posto per lei. Per lei c'era posto solo sul tappeto."
Ho dormito circa tre ore.
Questo forse (?) la dice lunga sulla mia scarsissima salute mentale.
Mi sono svegliata pensando a questo.
A volte sono fatta così. Finchè non faccio domande, stupide inutili banali pleonastiche domande, non sono a posto.
So già la risposta.
Eppure. Ho bisogno che la voce che me la spiega non sia la mia.
Per certi versi è consolante.
ci sono momenti in cui qualsiasi cosa tu dica, qualsiasi cosa tu faccia, qualsiasi cosa tu offra.
Stai dicendo, facendo, offrendo...al momento sbagliato.
Non importa se la cosa in sè poteva forse essere giusta. Il momento no.
Per lei c'era posto solo sul tappeto.
Succede. Esistono queste realtà.
Ci sono casi in cui tutto questo fa solo venire voglia di ricordare agli dei che hanno rotto le palle, che a noi, questo loro divertimento, non fa ridere più che tanto.
Non sempre. A volte...bisogna solo rendersi conto che è così.
Per lei c'era posto solo sul tappeto.
A volte non bisogna pensare troppo a se stessi, non concentrarsi su questo lato della medaglia, perchè noi non siamo così importanti.
Non siamo "relegati" sul tappeto. E' il nostro posto, semplicemente.
Gli altri posti...non dovremmo neanche guardarli. E' questione di ruoli, di attitudini, di compatibilità...e ...mi si lasci dire, di tempi e sfortuna mescolati insieme anche. (Mi piace pensarlo, mi piace pensare che sia soprattutto perchè c'è chi è molto meglio, non perchè io sono molto peggio. Anzi, pensare che semplicemtne c'è chi "è". E io non sono nemmeno in gioco. Suona meglio così. Della serie...non sono io a far schifo. E' che...per lei c'era posto solo sul tappeto.)
Bisogna capire che quello è il nostro posto.Il mio posto.
Per lei c'era posto solo sul tappeto.
Stamattina mi sono svegliata e ci ho pensato.
Un tappeto. Il tappeto.
Il mio posto sul tappeto, spero ci sia davvero.
Un tappeto su cui sedermi per chiacchierare, scambiare opinioni, sostegno, risate, e magari quando serve, un abbraccio.
Perchè a volte bisogna proprio riconoscerlo, quando un posto non è fatto per noi.
Me lo sono sentito spiegare, e non era obbligatorio. Dopotutto era chiaro e si sarebbe potuto dire "che domande fai, la risposta l'hai già data tu".
E' come quando scopri che hai sbagliato treno. L'ho fatto. E un ferroviere gentile mi spiegò che avevo letto male alcune cose sul biglietto.
Che il mio binario, era un altro.
Per lei c'era posto solo sul tappeto.
Ma sì, speriamo di sì. Se è un tappeto di quelli vecchio stile, bello folto, ci si sta comodi, seduti sopra.
domenica 18 novembre 2007
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2 commenti:
Stavolta il pezzo di Kundera non è uguale a quello che mi hai spedito. Ci sono frasi in grassetto,altre no, altre le hai eliminate.
Normale.
Ma non sono in grassetto quelle che avrei messo io.
Per dire: il posto sul tappeto, che citi continuamente, io me l'ero dimenticato.
E' che a volte è eccessivo trarre conclusioni esistenziali e definitive da un dialogo di due minuti. Nè ho io diritto alcuno per far si che tu le tragga, in realtà..
E' che io non condivido - e fatico anche a capire - quando arrivi alla conclusione del qualcuno che "è", rispetto a qualcuno che "è molto peggio". Non serve. A volte le spiegazioni sono molto più semplici.
Il fattore tempo lo citi, ma è più importante di come appare dalle tue parole. E invece tre mesi, dopo sei anni e mezzo, sono pochi. E' troppo presto per chiunque.
Chiunque.
Non sono convinto che ritenersi inferiori a qualcun altro sia di qualche aiuto. Non sono convinto che, nel caso specifico, tu debba ritenerti inferiore a qualcun altro. A prescindere da come mi comporto, da con chi voglio stare. Come se il mio giudizio fosse un metro di paragone assoluto.
Se non vuoi lasciare il mio commento in bella vista, cancellalo pure, non mi offendo.Ma immagino che se non avessi dovuto leggere queste parole non sarebbero diventate un post.
devo tantissimo prestarti la Pragmatica...
Eh le meraviglie della comunicazione :-P
Baci
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