giovedì 22 novembre 2007
c'era Pratchett....c'ero io....
Meraviglioso Pratchett.
Che emozione, come una bambina piccola. Mi sarei andata a sedere sulle sue ginocchia. Bellissimo sentirlo parlare.
Davvero.
Che poi, lo ammetto. Ogni tanto mi giravo a guardare la gente. Intravedevo un paio di occhiali, a volte. Un'onda bionda. Un cappotto lungo. Non eri tu.
Non potevi esserci ma io guardavo lo stesso perchè non si sa mai.
Pratchett non può che farmi pensare a te. E' inutile. Non può che.
E poi...e poi è inverno.
La tua stagione preferita.
Queste giornate, di poca nebbia e cielo da neve, sono quelle in cui mi sento più sola, in cui sento più il vuoto lasciato dalla mancanza.
La mancanza di qualcuno di cui prendermi cura, in giornate così.
Mi ricordo quando tornavi a casa avvolto nella sciarpa, le mani gelate e gli occhi che brillavano perchè finalmente era inverno.
mi ricordo quando infilati sotto la coperta ci scambiavamo i libri e tu mi ammonivi "Non superarmi dai, non superarmi anche se leggi più veloce".
Mi ricordo che quando hai comprato quell'harry potter, e poi Jonathan Strange..mi ricordo che ti piaceva leggermeli ad alta voce.
E io ricambiavo con Maledette piramidi. Ero adatta a leggere Pratchett, con la mia vocetta, ti ricordi?
ti ricordi. Non lo so, se ti ricordi.
Se ti incontrassi forse mi trapasseresti con quello sguardo gelido con cui mi infilzavi a volte.
Ma è inverno, e non posso fare a meno di pensarti raggomitolato sul divano col libro in mano, gli occhiali che scivolano, più gatto che mai.
E io sempre molto più cane di te, io sempre lì a scodinzolare, a saltellarti intorno, a toccarti, disturbarti. E tu che per gioco, soffiavi e inarcavi la schiena.
Eri bello. per me lo sei sempre, nessuno può negarlo. A volte qualcuno vede la tua foto. Per me sei sempre il più bello del mondo, dico davvero.
E ogni volta che qualcuno anche solo un po' ti assomiglia, per strada, io sorrido un attimo,e poi lo guardo di nuovo, furtiva. Non sei tu.
Ieri è stata dura.
Immaginavo come sarebbe stato essere lì con te. Immaginavo che mi avresti tenuta per mano, che col tuo inglese migliore del mio avresti capito tuttissimo e che poi avremmo riso, tornando a casa, delle sue battute.
Immaginavo che mi avresti sorriso e mi avresti riscaldato con le mani il naso che mi si gela sempre, lo sai, d'inverno.
Tornando a casa piena di libri ti pensavo. Continuavo a sorridere e ad asciugare qualche lacrima ribelle che sgusciava fuori.
Sono sicura che saresti stato felice di incontrare Pratchett.
Magari nemmeno lo sapevi, che c'era. Magari.
O forse sì, ma col lavoro e tutto il resto. non so nemmeno dove abiti. Ancora lì? di nuovo là?
Non so più nulla. N. mi ha detto che stai bene, mi ha detto che sei fidanzato "da un po' di tempo".
Mi ha detto che stai bene.
Stai bene? Io spero tanto di sì.
chissà se lo hai letto, Stelle cadenti.
Ma quasi sicuramente sì. E avrai riso, lo so.
La scena degli yeti. sono sicuro che me l'avresti letta ad alta voce.
Posso ancora sentirla la tua voce. Sono felice che stai bene. E spero davvero che tu abbia riso.
Che tu abbia sempre nuovi libri da leggere che ti facciano sorridere.
Pratchett è stato meraviglioso.
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