sabato 25 agosto 2012

In attesa dell'autunno

Era più di due anni fa. Ma va benissimo anche ora.
E' tutto diverso, ora. Eppure, è come se certe cose fossero uguali.
Sono tornate, con una faccia diversa, ma la sensazione è la stessa.
Io sono diversa però.
E' tutto diverso.
E quindi, farò del mio meglio per arrivare a conclusioni diverse anch'esse.


Per il resto. Che dire.
Cito ancora una volta la Winterson. Che in questo brano tocca il punto più alto della sua non eccelsa scrittura.
"Non piove da tre mesi. Gli alberi scavano sonde sottoterra, inviano radici di riserva nel suolo arido, radici che aprono come fossero rasoi ogni vena gonfia d'acqua.
I grappoli si sono appassiti sulle viti. Ciò che dovrebbe essere turgido e sodo, resistente al tatto per aprirsi in bocca, è spugnoso e piagato. Quest'anno non avrò il piacere di rigirare gli acini bluastri fra indice e pollice e di impregnarmi di muschio il palmo della mano. Perfino le vespe sdegnano quelle esili gocce marroni. Perfino le vespe, quest'anno. Non è stato sempre così."


Dicono che nei prossimi giorni pioverà.
L'estate è stata arida, da molti punti di vista.
Ma dicono che presto pioverà.

Speriamo in questo autunno piovoso.
Niente, come la pioggia, sarà di buon auspicio.

domenica 3 giugno 2012

Chi cerca trova

Mi rendo conto sempre di più, ogni giorno, che viviano nella stagione dell'istantaneità, dell'immediatezza.
Le informazioni quasi ti saltano addosso, non devi neanche pensare di cercarle, che già ti sono davanti.
Di contro, c'è il fatto che tutto questo immediato, tutta questa abbondanza finisce per soffocarci, spesso. E in tutto sto maelstrom di informazioni dati concetti elementi...non hai neanche il tempo di digerirle, le cose che scopri, che sai.
E' strano.
Magari hai bisogno di una notizia...ma non ti rendi conto di quanto avresti bisogno anche del tempo per farla tua, per metabolizzarla.
Questo tempo non c'è. Perchè se fai tanto di cercare un'informazione...eccola. Senza scuse, te la trovi davanti in un battito di ciglia. Se ti serviva un po' di tempo per abituarti, arrangiati.
Il lato positivo è che qualsiasi prurito mentale, o quasi, può trovare soluzione...o così sembra.
L'altro giorno avevo voglia di fare una torta salata "svuota frigo": è bastato cercare il nome degli ingredienti che avevo in casa + torta salata, et voilà, un ricettario pieno.
Poi volevo saperne di più su una certa malattia, e volevo saperlo senza parlare direttamente con un medico: informazioni a palate, e anche una  serie di immagini molto, molto esplicative.
Un'altra volta mi sono fatta alcune domande su una persona: volevo confermare alcune mie ipotesi sul fatto che i lupi perdono il pelo, ma non il vizio. Zac! Non immediato come cercare una ricetta, ma un paio di clic, due o tre link aperti..et voilà.
Ecco. Immediatezza e confusione insieme.
Nel caso delle ricette, l'unico dramma è scegliere quella che mi ispira di più..e sperare che venga bene.
Ma negli altri casi...le risposte possono generare nuove domande, o affondare come lame in quelli che sembravano dati certi e inamovibili, e lasciarti lì, con le dita sulla tastiera, il cursore che lampeggia sotto la scritta "google": cosa cerchi, adesso? Quanto vuoi andare a fondo? Sei sicura, di voler sapere altro? E una volta saputo..cosa ci farai?
E' pericolosa, questa istantaneità. E' strano, poter trovare di tutto in così poco tempo, senza filtro e senza arrivarci per gradi. E non sempre è piacevole, anche quando confermi quello che già pensavi.

venerdì 1 giugno 2012

And if it's in your power please purge the memory of this place

Mica facile, ritrovare un pezzo quando ti ricordi solo che il video era orrendo, e un paio di frasi che oltretutto non ricordi neanche perfettamente...
Ma è possibile.

...This street holds its secrets like a cobra holds its kill 
This street minds its business like a jailer minds his jail 
that house there is haunted, that door's a portal to hell
This street holds its secrets very well

domenica 27 maggio 2012

Io sono atea. Ma le orecchie le ho lo stesso.

E mi piace ascoltare questo inno.


Mi ricorda quando da piccola leggevo le fiabe con mia madre. Non pensavo davvero che esistessero, ma era bello per qualche minuto immergersi in quel mondo.
A volte ho bisogno di pensare, per qualche minuto, che certe persone abbiano avuto ragione, e che per loro ci sia il paradiso che meritavano.

mercoledì 23 maggio 2012

in ricordo. come ogni anno.

sabato 5 maggio 2012

persone

Scrivo sempre meno, qui. Ci entro spesso, vado a ricercare e ritrovare brandelli di me stessa che ho distrubuito a spizzichi tra le pagine virtuali del blog.
Ci entro, e poi leggo. E poi...non scrivo. In realtà a volte mi viene intensamente voglia di scrivere qui...ma è quando sono in treno, o in auto, o ancora, di notte, nei momenti di insonnia prolungata. In pratica, sempre quando non posso farlo. Forse perchè negli anni sono cambiata, e questo blog mi riporta a molte cose di me stessa che non sono più?
A volte nemmeno capisco io stessa le cose che ho scritto. Sul momento mi devono essere sembrate naturali, non penso mai molto, quando scrivo...eppure ora...dopo anni...è come se si fossero depositate su un fondo limaccioso, e avessero perso i confini, i colori. Ci sono parole che diventano troppo difficili da collocare e leggendo mi domando "a cosa pensavo, quel giorno?".
Poi ci sono le parole chiare, inconfondibili, che a rileggerle è tutta una ridda di voci, di volti, di parole mie e altrui, di odori, di momenti. E mi torna in mente tanta parte di me.
Quante persone ho incrociato nella mia vita, e ora non so nemmeno più che faccia abbiano. Non è strano? A volte, a ripensarci, mi sembra incredibile che qualcuno che ho frequentato, abbracciato, magari con cui ho condiviso pasti improvvisati e confidenze lacrimose, poi sia scomparso come se non fosse nemmeno mai stato.
Suppongo che, complici le tecnologie, primo fra tutti l'inquietante facebook, potrei scoprire chi fa cosa, ora, dove vive, che lavoro fa, che faccia ha chi e chi si è sposata e chi è diventato padre. Potrei aggiornare tutte le mie informazioni datate.
Ma ... a che scopo? Non mi interessa, farlo. Non farebbe altro che aumentare il senso di straniamento: chi è questa gente? Scoprirei solo che sono persone che (ormai) non conosco.

lunedì 26 marzo 2012

tu

Incredibile come un monosillabo così semplice generi tanto fermento.
Basta scriverlo da qualche parte, che si scatena la ridda delle ipotesi.
Chi è "tu"? Sono io, sarà lei, è forse lui?
Basta scrivere "tu" e scopri che un sacco di gente si sente chiamata in causa, anche la più improbabile.
Qualche anno fa utilizzavo facebook. Non è che stessi molto lì a pensare, quando qualcuno che conoscevo mi chiedeva "l'amicizia" accettavo. Poi interagivo molto poco, e finiva che più che altro ogni tanto spadellavo una frase in "il mio stato" o qualcosa del genere.
Una cosa molto autistica e autoriferita, a dire il vero.
Insomma, una volta avevo in mente un pezzetto di canzone di Nacho Vegas, esimio cantautore spagnolo.
Mi piaceva molto. Ecco. Copia incollata su facebook. Passa qualche giorno.
Ricevo una mail da un conoscente che non sentivo da mesi, al momento residente in Spagna pur se nativo di altro luogo, il quale mi domandava quale fosse il significato del brano, che CHIARAMENTE doveva essere per lui. Era persino un po' preoccupato del non averlo capito da solo, il motivo di quel criptico "saluto".
Non è stato questo il motivo per cui ho eliminato facebook, ma ricordo che mi colpì questa cosa.
Mi fece pensare che forse non ero l'unica a sentirsi chiamata in causa anche un po' a caso, o per "codadipaglismo", o per errata percezione della realtà.
Di cosa mai poteva sentirsi in colpa una persona con cui avevo scambiato tutt'al più un po' di chiacchiere in un pub? Cosa mai potevo volergli comunicare, con una tristanzuola ballata spagnola? E perchè essere così criptica, e non mandargli direttamente un messaggio?
eppure lui si era preoccupato.
Forse è solo che devo stare attenta, quando scrivo, e che devo pensare anche a dove scrivo.
E a chi legge. E a un sacco di altre cose.
Troppe.
Credo che continuerò a fare come mi viene, e a lasciare che chi vuole sentirsi un "tu" lo faccia, se la cosa lo/la fa stare bene. Se invece genera sofferenza...permettimi di rassicurarti, tu che ti senti "tu": non stavo parlando con te. Non sei tu a farmi dire cose tristi brutte o cattive. Sul serio. Non parlavo di te.

Senso di colpa

Sono cresciuta così imbevuta di senso di colpa che a volte non so distinguere quello sensato da quello che non lo è.
Ho sviuppato una specie di abitudine a sentire il vago fastidio al petto, la sensazione di dolore e di tristezza, quella specie di bruciore in cui penso "Dove ho fatto male? Dove ho sbagliato? Dove dovevo agire diversamente? In cosa consiste (questa volta) la mia colpa?".
Questo non aiuta, perchè l'abitudine non è positiva. Perchè poi non più capire se è uno dei miei tanti viaggi mentali in cui mi auto eleggo centro del mondo: tutto è colpa mia, tutto c'entra con me, tutto poteva andare diversamente se io avessi fatto x e non y, oppure se invece è veramente così, se veramente io ho avuto un ruolo importante nella faccenda.
Ci stavo pensando ora. Ci sono persone con cui mi capita più spesso che con altre, tu sei decisamente una di queste, e non ho ancora capito come mai.
Mi incolpo più o meno sempre, in qualche modo. Forse perchè dentro di me so che non mi sono comportata nel modo giusto? O no? Che ne so...non riesco più ad essere obiettiva, e non riesco neanche ad affrontare la cosa una volta per tutte e dire "parliamone, così magari ci caviamo i piedi da sta cosa che ciclicamente si ripresenta".
Sarà che con te non è facile parlare. Almeno non di queste cose. o non è facile per me? Ah, ancora dubbi, domande, dubbi.
Che caos.

mercoledì 21 marzo 2012

sabato 10 marzo 2012

E così ci siamo.

Mancano meno di 24 ore.
Facendo un calcolo quasi preciso...direi 20 ore, minuto più minuto meno.
Sei mesi fa spingevo per la prima volta la porta di quel negozio.
La settimana scorsa l'ho spinta per l'ultima.
E' tutto pronto, o quasi.
Io sono pronta, o quasi.
Ci siamo.
Se mi fermo e ci penso bene provo una sensazione strana: da un certo punto di vista mi sembra una cosa incredibile, da un altro mi dico "..in fondo che cosa cambierà?".
Non lo so. Ma ho la sensazione che cambierà.

sabato 18 febbraio 2012

Il momento della "reclame"

Ci ho pensato molto, prima di farlo. E poi ho deciso. L'idea mi ispirava, ma non mi andava di farlo qui, a questo blog sono affezionata da anni, e sentivo che non era il luogo adatto.
Così, dopo accurato ponzare e pensare, nasce Piccoli guadagni online.
Siccome da circa un anno ho iniziato a dilettarmi con alcuni siti che permettono di arrotondare lo stipendio...ho deciso di creare un nuovo, piccolissimo blog, in cui segnalare quelli migliori...quelli che pagano, per intenderci.
Sarà il mio blog dedicato al buzz marketing, ai modi per guadagnare un pochino di soldi online (o per ottenere oggetti utili gratis), con sondaggi, concorsi, microlavori e cose del genere.
Se qualcuno è incuriosito, le visite sono sempre gradite. Ecco, il momento "reclame" è finito. Torno nelle mie oscure latebre, per il momento.

martedì 3 gennaio 2012

punteggiature

Cambieranno molte cose.
Cambieranno molte cose?
Non so decidere su quale sia la frase corretta. Punto o punto interrogativo?
Al momento non so rispondere.
C'è chi dice che non cambia nulla, ma poi aggiunge "Io però non lo farei": questo non fa altro che aggiungere confusione alla confusione, no?
Poi ci sono tutte le altre opinioni, più o meno richieste, più o meno divergenti.
Non lo so.
Al momento io non so neanche quale sia la giusta punteggiatura.
So che dovrei essere più brava, in questo come in tutto il resto. Più organizzata, per essere precisi, più pronta, più "sul pezzo".
E invece, in questo come nel resto, finisce che mi ritrovo sempre con metà lavoro fatto e metà da inseguire.
Solo che le scadenze non le decido mica io. Sarà il caso di darsi una mossa.

martedì 29 novembre 2011

nervoso e fastidio

Devo avere qualcosa di storto davvero. E ben evidente, la stortura.
Tipo una cicatrice infiammata che ti deturpa la faccia, che tutti tranne te vedono bene.
Altrimenti non si spiega che dopo tentativi e tentativi di gentilezze, finisce ancora che devo sapere per ultima, e per caso, certe cose.
C'era quella fiaba terribile, della fiammiferaia che schiacciava il naso contro la finestra e vedeva dentro l'allegra famigliola. mentre lei se ne stava fuori.
A questo giro io non schiaccio il naso, solo che buttando l'occhio vedo che quella che doveva essere una cosa, diventa un'altra.
Che tutte le persone che normalmente ne sono escluse, che normalmente non ne fanno parte, ci saranno.
Parteciperanno tutte.
La cosa divertente è che non mi hanno coinvolta proprio quelle persone che a tutti appaiono così "sociali", così "adeguate (socialmente)", persone così stupendamente abili nell'intessere banali cortesie.
Delle due l'una. O io sono veramente la versione femminina del mostro di Frankenstein, o qualcuno qui non è poi così gentile.

giovedì 17 novembre 2011

nemmeno io voglio essere come me

Mi preoccupa, questa cosa del lavoro.
Mi preoccupa tanto che non riesco nemmeno a parlarne.
Se non in parte, in maniera incompleta e mutila.
Mi sembra di essere continuamente sommersa da una marea violenta e non beneodorante.
A questo punto, mi domando cosa fare, per sentirmi almeno un po' meglio.

lunedì 31 ottobre 2011

poesia

Molti, me compresa, tendono spesso a liquidare J. Pervert come poeta adatto solo ai noti cioccolatini con il biglietto dentro, poeta per coppie mielose in cerca di smielate poesiole.
Quando però rileggo certi versi, mi ricredo.
Questa poesia l'ho letta per la prima volta una quindicina di anni fa. A volte mi torna in mente. Non la so tutta.
Solo i primi versi, ricordo bene. Ma mi piace a volte rileggerla.
La trovo incredibile, nell'esattezza di certi versi. Di certi discorsi.

Quando dormi

Tu di notte dormi

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo dormire

questo mi fa soffrire


Hai gli occhi chiusi il lungo corpo disteso

E' buffo ma tutto questo mi fa piangere

poi d'improvviso eccoti sorridere

ridi di gusto mentre dormi

ma dove sei in quel momento

per dove sei partito mi domando

magari con un'altra donna

molto lontano e in un altro paese

per ridere di me insieme a lei


Tu di notte dormi

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo dormire

questo mi fa soffrire


Quando tu dormi non so se mi ami

sei qui con me eppure sei distante

io tutta nuda mi sto aggrappando a te

ma è come se io fossi lontana

eppure sento il tuo cuore che batte

ma non so se batte per me

non so più niente non ne so più niente

vorrei che il tuo cuore non battesse più

se un giorno tu non dovessi più amarmi


Tu di notte dormi

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo dormire

questo mi fa soffrire


Tutte le notti io piango tutta la notte

e tu sogni e tu sorridi

ma tutto ciò non può durare

certo una notte io ti ucciderò

e i tuoi sogni allora finiranno

e poiché anch'io mi ucciderò

anche la mia insonnia potrà avere fine

e i nostri due cadaveri di nuovo assieme

dormiranno nel letto nuziale


Tu di notte sogni

e io invece ho l'insonnia

io ti vedo sognare

e questo mi fa piangere


Ecco il giorno e subito ti svegli

e proprio a me sorridi

sorridi con il sole

e io non penso più alla notte

dici quelle parole sempre quelle

"Hai passato una buona notte"

e io come sempre rispondo

"Sì mio caro ho dormito bene

e ti ho sognato come ogni notte."