Nonostante i momboot, pattino sgraziatamente sul ghiaccio.
A dire il vero più che altro avanzo inesorabile come una valanga ubriaca.
L'uomo che cammina nella mia direzione, anche lui di fianco, e non sopra, al marciapiede ghiacciato, pare essere molto più stabile di me, sulle gambe.
Per questo lo noto, e lo guardo.
E poi continuo a guardarlo, perchè ti somiglia.
Così sto lì, a braccia spalancate per mantenere l'equilibrio, e gli sorrido. non posso farne a meno. mi viene.
Non avrei dovuto osare tanto: questo sposta il mio baricentro precario quel tanto che basta per farmi precipitare al suolo.
E, miracolo, mi acchiappa, l'uomo che ti somiglia. (L'uomo che, noto, neanche ha i monboot, ai piedi...no, scarpe normali. Stupisco).
Al volo, mi acchiappa. Impedisce al mio gomito di frantumarsi al suolo, stringendolo, e nel frattempo anche lui sorride: "..attenta,cinì, che si sfolga!!"
Già. Attenta, piccolina, che si scivola.
Sorrido ancora, ma è un sorriso diverso. E' solo un sorriso di grazie.
Mentre se ne va, per un attimo vorrei trattenerlo per il braccio e dirgli che tu cinì non lo diresti mai.
Che non lo so come diresti tu, ma non cinì. E nemmeno sfolga.
E che già che ti somiglia, potevano anche dargli un copione migliore. Più credibile.
Ma lascio perdere, non credo apprezzerebbe.
E poi ha ragione.
Buon proposito per il 2010:
Ricordati, cinì, che se ti distrai, ghiaccio o non ghiaccio, la tua vita tende a sfolgare.
martedì 22 dicembre 2009
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