A volte parto con l'idea di scrivere qualcosa, un racconto sensato, finalmente, non gli abbozzi intimi(stici) che qualcuno ha giustamente definito "tipico esemplare di scrittura femminile che non parla di niente se non di emozioni sensazioni sfumature...ma poi non succede un cazzo".
Poi appassisco.
mi sa che non sono proprio in grado di andare oltre il fissare il mio ombelico scrivendo paginette insulse.
E' un po' una delusione, anche se non mai pensato di essere Tolstoj, peccato che non io non sia neanche Lydia Davis, volendo tornare al genere "femminile senza avvenimenti".
Mi sa che sono e resto un'imbrattacarte senza speranza, e senza soluzione di continuità.
Cosa farne, di questi piccoli cosini scritti e mai sistemati?
Di un paio di loro sono persino arrivata ad essere contenta, per un attimo, a dire "ecco guarda qua, l'ho finito", per poi scontrarmi con la realtà: non è un racconto, questo al massimo è la bozza di un inizio di racconto.
Capperi. Credevo meglio.
Probabilmente prima o poi la smetto, di provare a scrivere, e mi dedico finalmente a cose più intelligenti...anche se ancora non so quali: le pulizie le ho fatte, la cena per la sera ce l'ho in mente, a lavorare mi impegno...non ho altro, al momento, che mi faccia pensare "sìììì, ora mi butto in questa cosa".
E dire che vorrei eh? Non si pensi che non vorrei avere, per esempio, UN preciso e determinato impegno costante, giornaliero, perenne. Ma quello non c'è.
E non posso farci molto, al momento.
Sto facendo del mio meglio, e il mio meglio non basta.
Almeno quando scrivo non ci penso. O se ci penso, faccio finta di non accorgemene.
Mi sa che è per questo che continuo a pensare ad abbozzi di racconti.
Mi sa che finchè non cambia LA cosa, continuerò a fingere di voler provare a scrivere davvero.
domenica 21 aprile 2013
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