giovedì 17 aprile 2008
nec fleclat retro sua lumina...aut irrita dona futura
Eppure ogni volta,mi viene da urlare.
Dentro di me grido NON VOLTARTI non voltarti cammina e non voltarti un passo avanti all'altro e non chiedere di più. Nessuno sa bene come sia andata, ma si sente dire che lui si sia voltato, poi, sì,...e che lei allora ...se ne sia andata per sempre.
E non sia tornata più. Una storia molto triste. Perchè tutto quello che lui non avrebbe voluto era questo. tutto quello che avrebbe voluto era solo girarsi e stringerla tra le braccia.. Credo sia stato orribile, non poterlo fare più, neanche per un altro attimo. Credo che sarebbe stato meno terribile, se lei poi se ne fosse andata, se avesse potuto sentirla ancora una volta. Ma dicono che non fu possibile, che voltarsi fu…forse fu ammettere il desiderio che aveva di vederla, e che fu questo, l’errore.
A volte ci penso, nascosta a me stessa anche, ci penso ... e mi sembra di vederlo, lui, di vederlo camminare concentrato - ancora venti passi diciannove passi diciotto passi ancora diciassette passi sedici passi...- di sentirlo quasi contarli a bassa voce tra sé. Di essere io, a contare a bassa voce.
Lui, più di me, sapeva suonare la lira così bene che poi...ma è un'altra storia.
- ancora quindici passi quattordici passi tredici passi ancora dodici passi....- e lo capisco, che non ci credeva nemmeno lui e dicono per quello o per quell'altro lui si voltò e sappiamo cos'è successo dopo.
E io? Io conto conto conto eppure so che è un gioco truccato, - ancora undici passi dieci passi nove passi...- ma alle mie spalle nessuno sta camminando nell'eco delle mie orme.
E a specchio di lui che voltandosi la perde, io non mi volto per non avere la certezza del vuoto dietro.
Non posso perdere nulla, lo so. Se non l'illusione di qualcuno che, mentre conto, conta con me.
martedì 15 aprile 2008
Agonia. Scomparsa. E che altro?
Che altro posso aggiungere?
Che sarà adesso, non lo so.
Qualcuno lo ha eletto. Non sono stata io.
La mia coscienza è a posto.
E ora, che resta? Io, intanto.
domenica 13 aprile 2008
contrasti
da tempo non dormivo fino a tardi la domenica.
Uno pensa che una bella serata seguita da deliziosa dormita ristoratrice, ti metta al riparo.
invece no.
La giornata iniziata bene scivola sempre di più nella malinconia.
Sento particolarmente forte, oggi, per contrasto, il silenzio, la solitudine, la sensazione di non avere altra possibilità che la radio,per riempire questo vuoto.
Perchè?
non lo so, è qualcosa che non dipende dalla mia volontà credo.
A volte penso che rimanere isolata sempre e comunque sia la soluzione migliore, perchè poi, per contrasto, lo senti solo più forte, subito dopo, il gelo che ti circonda.
mercoledì 9 aprile 2008
questa sera...
Da clinica quale sono, ero preoccupata.
Gestire un gruppo, le dinamiche, le aspettative.
Non so come sia andata.
Credo si aspettassero un po' di più. Dalla mia posso dire che era il primo incontro, e che avevo premesso sarebbe stato introduttivo.
Avrei voluto raccontartelo. Sentire una voce amica.
Va beh, non importa. Sono viva, ce l'ho fatta e magari non è stato neanche schifosissimo.
Lo dico a me stessa, visto che non ci sono altre orecchie.
mi manchi. E mi mancherai ancora sai? sarebbe stato bello, potertelo raccontare.
martedì 8 aprile 2008
domenica 6 aprile 2008
scomparse
Negli ultimi mesi è stato troppo freddo per passeggiare, dopo tanto tempo oggi ho ripreso i passi soliti.
Col naso infilato nel libro, cammino sentendo sotto i piedi i soliti sentieri di cemento che serpeggiano tra le case.
Questo quartiere è sempre stato verde.
Quando ci venimmo ormai più di vent'anni fa i miei genitori lo scelsero perchè costava poco e non ci abitava quasi nessuno ancora. Era verde.
Cammino e il prato dove giocavo da bambina è un tappeto di margherite. dei miei vecchio giochi restano solo le altalene.
Andando avanti, c'è la scuola dove si va a votare, e davanti gli orti dei pensionati.
Gli orti. Era bellissimo da piccola, andarci con babbo verso sera, lo aiutavo ad innaffiare e l'odore di terra bagnata era buonissimo.
C'era sempre qualche vecchio chino sulle sue melanzane o sull'insalata.
All'improvviso oggi mi si para davanti un enorme casa in costruzione. Da quando?
Dev'essere stato nell'ultimo anno, sì, sicuramente. ma io non me ne sono mai accorta?
Gli orti non ci sono più. I nontiscordardimè hanno invaso ogni quadrato di terra, resiste qualche pianta di fragole in fiore, ci sono ancora, come vecchi spaventapasseri, gli stecchi piantati per tener su le piante di piselli e di pomodori.
Babbo diceva sempre di stare attenta, quando camminavo nell'orto, di non mettere in piedi a casaccio in giro perchè potevo pestare i germogli.
Adesso le scarpe da ginnastica affondano tra rami secchi ed erbacce.
Mi sento in una terra desolata, con questo vento che mi manda i capelli negli occhi e quella casa ancora a metà che si impone ai miei occhi.
Ho comprato casa qui pensando che un giorno degli ipotetici figli avrebbero giocato in questi prati, si sarebbero sbucciati le ginocchia sugli stessi sentieri.
I 30 anni si avvicinano, e nessuno mi chiama mamma. Non c'è più nemmeno l'orto.
E' questo che significa diventare adulti? Che le cose che ami vengono pian piano ricoperte di erbacce?
Resto immobile. Se guardi bene si vede ancora, in qualche punto, la linea di legno che divideva i quadrati di terra. Seguo con gli occhi le ultime tracce, e un uomo col cane segue con gli occhi me che me ne vado piano.
Ho la sensazione di avere perso qualcosa, da qualche parte. Mi sento defraudata.
Ho fatto delle scelte, lo so.
Ho scelto di studiare tanto, ho scelto di fare una professione in cui è difficile farsi strada, ho scelto di concludere quella solitudine a due che ci consumava, ho scelto di essere sincera e di non fare troppi compromessi.
Il risultato è in questa domenica d'aprile non c'è nessuno.
Nessuno verso cui voltarmi, a cui dire ti ricordi quando qui c'erano gli orti o lo sai che qui una volta c'erano gli orti?
nessuno.
Solo io, e l'uomo che parla piano piano col suo cane.
Forse gli sta spiegando che qui non ci sono sempre stati tutti questi fiori blu, sai?
questo cuore è inutile.
sabato 5 aprile 2008
e chi non lo capisce, in fondo, anche Bill?
Non l'avevo mai visto , Kill Bill. ci sono voluti due sabati sera casalinghi.
Molto figa, la Sposa, davvero. L'ho onestamente e cristallinamente adorata. sbavandole dietro come una lumaca in calore, potrei dire.
Da bambina adoravo Lady Oscar. Devo avere un debole per le spade.
Ma insomma..alla fine...alla fine..in un dialogo così. come fai a non sentirti Bill?
No dico, come?
Che poi lui, si, è vero..con lei..ha reagito male, ecco.
BILL: "quando ho visto che non tornavi più, ho ovviamente pensato che Lisa Wong o qualcun altro ti avesse uccisa... Oh, tra parentesi, far credere a qualcuno che è morta la persona che ama quando non è così, è una cosa molto crudele... Io ti ho pianto, per 3 mesi. E dopo 3 mesi, diciamo di lutto, io ti ho trovato. Non stavo cercando di trovare te, io vedi stavo cercando quei bastardi del cazzo che credevo ti avessero ucciso, e ho trovato te. Che cosa ho scoperto? Che non solo non eri morta, ma che stavi per sposare un povero coglione, e che eri incinta per giunta. E io ho... reagito male.
BEATRIX"Hai reagito male? È questa la tua spiegazione? "
BILL: "Io sono un killer, un assassino bastardo, tu lo sai. E ci sono delle conseguenze quando spezzi il cuore a un assassino bastardo, tu ne hai avuto un esempio."
Cazzo, Bill..come ti capisco. Dopotutto anche a me a volte viene da reagire così. male, ecco.
martedì 1 aprile 2008
Madre notte
"Tu odi l'America, non è vero?" disse.
"Odiarla sarebbe stupido almeno quanto amarla", dissi." non riesco a provar nessuna emozione: la terra di per sè non mi interessa. Sono certo che si tratta di una grande lacuna nella mia personalità, ma non riesco a pensare in termini di confini. Per me quelle linee immaginarie non sono più reali degli elfi e dei folletti. Non posso credere che indichino veramente l'inizio o la fine di qualche cosa di importante per un essere umano. Le virtù e i vizi, il piacere e il dolore attraversano le frontiere a loro piacimento."
Pagina 137
Il mio caso è diverso. Quando dico una bugia io me ne rendo sempre conto, e sono capace di immaginarmi le crudele conseguenze in cui incapperà chiunque creda alle mie bugie, e so anche che la crudeltà è male. non potrei mentre senza accorgermene così come non riuscire ad evacuare, senza avvertirlo, un calcolo renale.
Se c'è un'altra vita, dopo questa, mi piacerebbe molto , nella prossima, essere quel tipo di persona di cui si può dire "Perdonatelo, poichè non sa quello che fa".
Il che non si può dire di me, oggi.
Vonnegut.
Ho deciso. Oltre a Watzlawick e a Ernesto Guevara, dovrò dedicare parte della mia pagana venerazione a quest'uomo.