"ti ricordi, Michele? ti ricordi? ti ricordi? ti ricordi?"
questa volta...NO.
Spiazzata eh? tu che già pregustavi il calore dolciastro del sangue.
Niente. Non ricordo. Non esiste che io ricordi. Prova a costringermi , ma non ti dirò mai sì.
Mi sono rotta.
Basta. Le cicatrici sono ormai strisce di tigre, tutt'uno col mio corpo.
Le ho fatte mie e le porto in giro come se fossimo nate insieme, naturali e senza dolore.
Non puoi più farmi niente.
Sono giovane e forte. non più piccola e spaventata.
Dovresti finalmente accorgerti che tutto è cambiato.
Io ora sono la tigre, e lei è diventata il mio cucciolo.
Ho grandi zanne e unghie lunghe per difenderla, sappilo.
So ringhiare, balzare e sbranare se necessario.
Non puoi più raggiungerla, se non passando su di me, e sai che non puoi più.
Ricordati di questo. Non hai più breccia da cui passare.
Finchè io sarò qui. E io sarò qui. Sono tornata per restare.
Tu non vedi oltre il tuo naso, non esci mai da te stessa neanche per sfiorare il pensiero altrui. Ma attenta.
Sei sul filo sottile di una corda tesa.
Prima che sia tardi, smettila con gli affondi e le sortite inutili.
Non ti rendi conto che lei è ciò che ti salva?
Tu continui ad attaccare, credendo di vincere. E invece.
Dovesse mai accaderle qualcosa...lo sai...non avresti più nulla, IO non avrei più la sua mano a trattenermi il braccio. Lo capisci questo?
Dura...è questo che pensi di me. Non lo so, non credo.
Ma se ti piace pensalo. E ricordati che ancora non sai cosa sarebbe senza quella mano leggera che mi ferma.
Prega che la stretta non si allenti mai. O che tu capisca in tempo.
E non serve neanche minacciarla con l'assegno.
Non ce n'è bisogno. Una tigre sa sempre come portare cibo al cucciolo. Ricordatelo. Io sono qui, adesso. E ti tengo d'occhio.
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