martedì 10 agosto 2010

libri

"La realtà è dolorosa e imperfetta", mi diceva (mia madre), "è questa la sua natura e per questo la distinguiamo dai sogni.
La realtà ci ferisce, anche quando, per un attimo, ci sembra un sogno.
nei libri c'è tutto ciò che esiste, spesso con colori più autentici, e senza il dolore vero di tutto ciò che realmente esiste. Tra la vita e i libri, figlio, scegli i libri."
Agualusa_ Il venditore di passati

Mia madre non ha mai parlato così chiaramente.
Però mi faceva leggere.
Prima dei 16 anni avevo già divorato Tolstoj, Dostoevskij, Marquez, Zola...e poi La morte a Venezia, Schiavo d'amore, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, e tanto altro.
Leggevo.
Adesso ho il doppio di quegli anni, e ancora leggo, leggo, leggo.
Anche e soprattutto d'estate, chiusa in casa, in penombra.
La realtà mi ferisce. Mi assedia.
Continuo ad esser fatta di carta velina, mi stropiccio facilmente e mi lacero, quasi senza far rumore.
Le mie brevi sortite nella realtà, quella vera, quella che non è lavoro nè obbligo, hanno spesso un retrogusto amarognolo. Come se una sostanza vischiosa mi ricoprisse e non mi permettesse di toccare davvero le cose.
Tutto ciò che vorrei è condividere davvero. Ho viaggiato per anni, da sola.

1 commento:

asfodelodivetro ha detto...

Conosco questa sensazione. Provata sulla pelle, nell'anima. Con disappunto, a volte. Altre quasi con l'orgoglio di una speciale e diversa sensibilità.
Nel tempo ho capito che la solitudine, questa "solitudine", è solo uno stato consapevole.
Puoi amare ed essere amato, condividere momenti speciali, sogni ed incubi.
Ma il percorso è comunque da soli.
Saperlo è difficile, il più delle volte. Ma è anche una forza, che sa radicare nel tempo.