venerdì 5 dicembre 2014

ovunque


....non dormo ho gli occhi aperti per te...

mercoledì 25 giugno 2014

Non me ne frega un cazzo

Non è bello, e non è neanche politicamente corretto, nè gentile, nè niente.
ma non me ne frega proprio un cazzo.
Anzi, mi fanno rabbia. mi fate rabbia. vorrei non sentirvi parlare, mai, vorrei non vedervi, vorrei che non esistesse quello che invece esiste nella vostra vita.
E' vero.
Sono cattiva, cattiva, cattiva, un mostro.
Perchè lo penso davvero, che vorrei che non succedesse neanche a voi quello che non succede a me.
Lo penso davvero. Non si può dire a voce alta. ma è vero.
E non posso farci niente.
E' così mi sento, e sono sicura di non essere unica.
le belle parole del cazzo sono solo belle parole del cazzo, appunto.
Forse un giorno sarò dall'altra parte, ma è sempre più difficile e improbabile, e io vorrei solo prendervi a pugni in faccia e dirvi la verità su come la penso.

venerdì 28 marzo 2014

Domandarsi

Se tornerò a sentirmi davvero bene.
Su questo interrogativo non ci passo le ore, ma i minuti. Piccoli minuti.
Ho tanto tempo da sola, così spesso, che un po' posso spenderlo a pensare a questo.
Continuo a svuotare casa. Butto via, vendo e regalo. E non ricompro.
Neanche vestiti.
Non ci penso, poi capita che mi si dica, sempre più raramente, "vuoi venire con noi?" in un locale...e no, non voglio, perchè non ho vestiti, non ho stile, non ho niente di adatto neanche nel pensiero.
Mi riprenderò?

venerdì 17 gennaio 2014

Infelice

Non saprei che altra parola usare per definirmi, se non questa.
Mi sembra che la mia vita non sia altro che un susseguirsi di piccole giornate senza sostanza.
Lavoro, pulisco casa, vado a letto.
E il resto?
Forse mi aspettavo troppo, dalla vita? Dal matrimonio, dal lavoro, da tutto..
Non lo so.
So solo che le cose vanno così, che io non ho più momenti di vera felicità e passo il tempo a fingere di stare bene.
Mi manca avere davvero vicino mio marito, mi manca lui.
E' qui ma è diverso, non è più l'uomo che ho conosciuto.
So che mi vuole bene, ma...ma quando staremo bene di nuovo? Staremo mai bene di nuovo?

martedì 17 settembre 2013

Ritenta

...come avere sempre davanti e sotto un enorme buco nero senza fondo, un buco nero, nerissimo, con dentro qualche spunzone, magari, e tu fai parte di quel buco, e cadi anche quando rimani dove sei (...magari quando capisci che il buco sei tu e nient'altro...) 

D.F.W. 

E' bene sfogarsi. Con se stessi, quantomeno. Un buco nero può mangiare se stesso?
Non ne ho la più pallida idea.
Ma voglio supporre di no.
Quindi, anche se vomito qui, nel mestessaspaziovirtuale, un bel po' di putredine, questo non può peggiorare il peso specifico di me stessa.
Sicuramente, quando penso di esser cresciuta, poi mi accorgo che come diagnosta sono veramente vergognosa, prendo granchi come se piovesse.
Ho 10 in teoria in un sacco di cose, ma poi nella pratica scivolo con una goffaggine quasi grottesca. E così innesco il mio stesso loop di cogliona cogliona cogliona sei scivolata cogliona cogliona cogliona, ora è peggio cogliona cogliona cogliona.
Come quegli autistici che iniziano a colpirsi in testa da soli ed è dura farli smettere.
A volte penso di esser molto più forte e tosta, mi bullo con me stessa mi sa.
Ma sono sicura di avere un 10 in teoria, su un po' di cose.
Ora devo assolutamente arrivare al 6 nella pratica.
Studiare...basta studiare, potrei scrivere manuali, fumetti e serie tv su alcuni argomenti, e poi non so cavarci i piedi.
Medice cura te ipsum, ahahah che ridere, mi piacerebbe che un po' di medici dovessero proprio curarsi per un paio di cosine, ah che sballo sballoso no che sarebbe?
Ma no, questo non si fa.
Ricominciamo dalla teoria. Ripasso veloce. Schema per punti.
Yeah. So tutto. 'na macchina da guera.
Ora passiamo alla pratica.
Ehm.
Sì.
Ecco.
Ehm.
Ok, ci riprovo!

domenica 18 agosto 2013

Poi dicono "stravedi per lui"



Lotti contro la tua superficialità, la tua faciloneria, per cercare di accostarti alla gente senza aspettative illusorie, senza un carico eccessivo di pregiudizi, di speranze o di arroganza, nel modo meno simile a quello di un carro armato, senza cannoni, mitragliatrici e corazze d'acciaio spesse quindici centimetri; offri alla gente il tuo volto più bonario, camminando in punta di piedi invece di sconvolgere il terreno con i cingoli, e l'affronti con larghezza di vedute, da pari a pari, da uomo a uomo, come si diceva una volta, e tuttavia non manchi mai di capirla male. Tanto varrebbe avere il cervello di un carro armato.

 Philip Roth_ Pastorale americana

Stravedo sì, stravedo

sabato 29 giugno 2013

attese e racconti

Sarebbe bello se quel racconto piccino lo pubblicassero davvero.
mi piacerebbe.
E' stato strano, rimaneggiarlo, usarlo così.
Come se fosse tutto inventato, quando invece, poverino, nasce dalla vita vera, lui.
Dal telefono, dalle presenze e dalle assenze.
non tutto il male...eccetera eccetera, eh?
Insomma, questo sempre se lo pubblicano davvero.
Sarebbe una soddisfazione. Da una faccenda senza troppo senso, ecco che nascerebbe qualcosina di buono.
Dopo che mi hanno detto che forse sì, forse sarà pubblicato, una sera oziosa di insonnia ci ho pensato, mi sono chiesta: chissà se lo legge. E se lo legge, chissà se capisce che parla di lui.
Boh?
Forse pretenderei troppo.
1. che legga quel giornale.
2. che legga il racconto.
3. che dopo anni, ricordi quello che disse al telefono.

3 punti a sfavore, e uno a favore: credo che oltre al racconto, mettano pure il nome di chi l'ha scritto.
E allora...allora magari bastano i punti 1 e 2, che un nome, quello magari uno se lo ricorda...o no???
Forse no, in effetti.
Mumble.
Chissà?
Mi farebbe piacere, che un racconto, in fondo, è sempre un omaggio no?
Lo diceva anche De Andrè, che i fiori nascono dal...
E quel micro raccontino è piaciuto, come un fiorellino.

E' una piccola soddisfazione, in questi mesi che arrancano.

Lunedì altra fatica.
Giovedì un primo verdetto importante, che forse, e solo forse, potrebbe aprire le porte a una serie di fatiche e dolori altri.
Mi sento in perenne attesa, in un limbo fastidioso e appiccicoso.

Non so neanche se lo pubbilcano, il racconto. Attendo, anche qui.

martedì 30 aprile 2013

27,5

Scrivo con la speranza di dimenticare al più presto tutto, soprattutto il significato di quelle cifre, il dolore, le avvisaglie, di nuovo il dolore, le lacrime.
Ci sono cose di cui non ho esperienza.
Non mi sono mai fatta una canna.
non ho mai guidato una moto.
Non ho neanche mai assaggiato una qualsiasi ricetta contenente trippa.
Cazzo, ci sono tante cose di cui non ho esperienza, perchè proprio questa doveva capitarmi?
Perchè?
Lo so, non c'è una risposta.
Lo so, capita a un casino di gente.
Ma non aiuta, saperlo.
Non aiuta perchè non puoi parlarne con nessuno, non aiuta perchè neanche la persona che più di tutte dovrebbe capire...non capisce.
E' un dolore talmente grande...
Forse il dolore più grande è la consapevolezza del momento in cui tutto è cambiato.
Ora che l'ho provato, ora che so com'è, come potrà la mia vita tornare quella di prima?
D'ora in poi io SAPRO' SEMPRE com'è, se dovesse ricapitare lo saprò, non potrò nascondermi dietro nulla e dovrò rivivere tutto questo perchè saprò.
E so che sarò sempre sola, in questo, perchè nessun altro saprà, perchè nessun altro potrà capire, perchè non sentirà e non vedrà nulla.
Odio tutto questo.
vorrei solo, allora, che non fosse accaduto nulla dall'inizio, che non ci fosse stato neanche quel 27,5, che non ci fosse stato nulla se non la solita conclusione.
Mi fa schifo tutto, al momento.
Sto facendo del mio meglio, per fare la parte di quella che reagisce.
Mi sono lavata i capelli, mi sono cambiata da capo a piedi (ho sostituito una orribile tuta con una solo un po' meno orribile), mi sono profumata.
ho anche rassettato un po' casa, solo per far finta che in fondo non è successo niente di grave e che io sono una donna matura, che supera le difficoltà e soprattutto che non le fa pesare sugli altri.
Già. Ora so di vaniglia e olio per capelli, sono linda e pulita e dentro ho solo una voragine di urla e lacrime che vorrebbero uscire e distruggere tutto intorno.
Vorrei solo dimenticare. Dimenticare. Dimenticare.
Ma so che non lo farò.
So che d'ora in poi lo saprò. So che è solo l'inizio di un altro calvario.

domenica 21 aprile 2013

A volte parto con l'idea di scrivere qualcosa, un racconto sensato, finalmente, non gli abbozzi intimi(stici) che qualcuno ha giustamente definito "tipico esemplare di scrittura femminile che non parla di niente se non di emozioni sensazioni sfumature...ma poi non succede un cazzo".
Poi appassisco.
mi sa che non sono proprio in grado di andare oltre il fissare il mio ombelico scrivendo paginette insulse.
E' un po' una delusione, anche se non mai pensato di essere Tolstoj, peccato che non io non sia neanche Lydia Davis, volendo tornare al genere "femminile senza avvenimenti".
Mi sa che sono e resto un'imbrattacarte senza speranza, e senza soluzione di continuità.
Cosa farne, di questi piccoli cosini scritti e mai sistemati?
Di un paio di loro sono persino arrivata ad essere contenta, per un attimo, a dire "ecco guarda qua, l'ho finito", per poi scontrarmi con la realtà: non è un racconto, questo al massimo è la bozza di un inizio di racconto.
Capperi. Credevo meglio.
Probabilmente prima o poi la smetto, di provare a scrivere, e mi dedico finalmente a cose più intelligenti...anche se ancora non so quali: le pulizie le ho fatte, la cena per la sera ce l'ho in mente, a lavorare mi impegno...non ho altro, al momento, che mi faccia pensare "sìììì, ora mi butto in questa cosa".
E dire che vorrei eh? Non si pensi che non vorrei avere, per esempio, UN preciso e determinato impegno costante, giornaliero, perenne. Ma quello non c'è.
E non posso farci molto, al momento.
Sto facendo del mio meglio, e il mio meglio non basta.
Almeno quando scrivo non ci penso. O se ci penso, faccio finta di non accorgemene.
Mi sa che è per questo che continuo a pensare ad abbozzi di racconti.
Mi sa che finchè non cambia LA cosa, continuerò a fingere di voler provare a scrivere davvero.

mercoledì 10 aprile 2013

A volte basta poco

A volte ci vuole davvero niente a rubare le parole di qualcun altro per dire quello che si pensa.
Nel mio caso, aiuta il fatto di avere una gran memoria, di avere letto tanti tanti libri e di avere dimestichezza con internet.
Su internet trovi di tutto.
Anche il brano di un romanzo che ricordi, ma che a scriverlo tutto ci vogliono ore.
E invece in pochi click, eccolo.
E lo puoi inviare, dicendo solo "ecco, vorrei che ci riflettessi sopra".
E che importa se è un libro abusato, citato da tutti e considerato per bambini?
Non importa affatto.
Perchè resta un libro che ha delle cose da dire, se leggi con calma.
E soprattutto, è il libro perfetto, è il paragrafo perfetto per ricordare a qualcuno che a volte bisogna anche fermarsi.


"Buon giorno", disse il piccolo principe.
"Buon giorno", disse il mercante.
Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. 
Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva piu' il bisogno di bere.
"Perche' vendi questa roba?" disse il piccolo principe.
"E' una grossa economia di tempo", disse il mercante.
"Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatre' minuti la settimana".
"E che cosa se ne fa di questi cinquantatre' minuti?"
"Se ne fa quel che si vuole..."
"Io", disse il piccolo principe, "se avessi cinquantatre' minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..."


Mi piacerebbe essere una di quelle persone che hanno sempre le parole giuste al momento giusto, ma non lo sono. E allora, almeno lasciatemi rubare le parole di altri. Almeno così sono riuscita a comunicare quello che volevo.
Non potendo abbracciare davvero, almeno a parole io ci provo.
 

mercoledì 3 aprile 2013

Assurdo

Sentire tanto dolore per qualcosa che non esiste.
Assurdo.

domenica 31 marzo 2013

Come gli assassini

mi capita di tornare qui, sul mio personale luogo del delitto.
delitto incompiuto, visto che qui ci sono solo parole e pensieri ed emozioni. Ombre di fatti accaduti o non accaduti ma solo immaginati.
Torno spesso qui, anche se scrivo poco.
A volte vado a rileggere certe cose precise, vado a cercarle per ritrovare i pensieri di allora, o per capirli.
I tempi cambiano, io cambio, eppure mi riconosco ancora in quello che ho scritto anni fa.
Non in tutto, magari. a volte mi guardo persino con indulgenza, a volte penso che vorrei potermi incontrare com'ero allora, abbracciarmi e dirmi "non sarà così per sempre, passerà".
Perchè certe cose sono passate.
Certe persone, sono passate. Sono passato.
Sono andate via e non ci sono più nemmeno le loro tracce, cancellate dal tempo e dalle pulizie di casa.
Pochi mesi fa si è sbriciolata una piccola saliera a forma di mulino olandese.
Orrendo souvenir, non c'è che dire, ma a modo mio ero affezionata al regalo (eh, sì, mica mi compro saliere-mulino, io).
Regalo di un uomo che è scomparso, per quanto non troppo difficile da rintracciare, se proprio volessi.
Poi c'è un libro nella libreria, quello rimane lì, e chi l'ha regalato è scomparso anche lui, e sarebbe credo più difficile trovarlo anche se, volendo, probabilmente non sarebbe del tutto impossibile conoscendone nome, cognome, età, e sapendone riconoscere l'indirizzo trovandolo scritto.
In realtà nella libreria i libri sono più d'uno.
Sono una lettrice, da sempre. E prima o poi gli uomini passati dalla mia vita hanno lasciato un libro. Che originali. Quasi quasi apprezzo quello del mulino-saliera.
Non che io non ami i libri. Ma i libri...sono una cosa seria. Come si fa a regalarli così? Alcuni persino con la dedica, come se fosse davvero un regalo personale.
Bah.
Comunque sia...i libri restano, le persone passano. Passo di qui e ritrovo tutto, ritrovo gli uomini, ritrovo i dolori, ritrovo la mia famiglia i miei insuccessi le mie speranze.
E' strano a volte. Eppure torno. Torno per capire, o per rassicurarmi che ora non è più così, o anche per scoprire che alcune cose sono ancora tali e quali.
In ogni caso, persino i serial killer hanno i loro trofei. Io ho un blog.

mercoledì 16 gennaio 2013

interrogativi

Mi sa che bisogna proprio farsi delle domande, quando l'idea di vedere persone che una volta apprezzavi, ora ti mette angoscia.
Sei cambiata così tanto?
Sono cambiati loro?
Oppure...entrambi vi state rivelando per quel che siete davvero, dopo tanti anni?
Non sono sicura di voler affrontare questa cosa.
Non ora.

domenica 13 gennaio 2013

2013 eh? Anno nuovo...vita...vita?

Ecco come mi sento.
Sissì.
Ecco proprio come mi sento.
E il prossimo che mi dice "ma sai che hai l'aria un po' sbattuta?" deve correre molto veloce.
O farà fatica a dire altro, non avendo più i denti.

sabato 6 ottobre 2012

Amicizia

Finisce che passo un sacco di tempo da sola. In macchina, in bicicletta, in casa.
Mentre faccio le pulizie, mentre preparo qualcosa per il lavoro, mentre faccio la spesa.
Finisce che essendo sola con me stessa...penso.
Magari penso anche ai rapporti umani, a cosa ci lega agli altri.
E scopro, per esempio, che la parola "amico" "amica" per me è dura, da dire, ormai.
Anni fa ero di manica più larga. Bastava che qualcuno si dimostrasse umano nei miei riguardi, che subito per me assurgeva al livello di amico.
Poi devo essermi inacidita, come lo yogurt.
E ora penso che uno si comporta in modo umano...è umano. Magari è una persona gentile, è disponibile, o magari quella volta si annoiava e gli ha anche fatto piacere, che so, stare a sentire me.
Amico è qualcosa di più. Vuol dire qualcosa di più. E' un legame diverso, fatto di affetto, di comprensione, di presenza, di rispetto.
E quanta roba, eh? Troppa? Per me no.
Ma io sono, ormai è noto ai più, una persona cattiva.
Una persona che nota, con inusitata velocità, quando qualcuno fa qualcosa per sua convenienza.
E mi si dirà: bella forza, tutti facciamo tutto per nostra convenienza.
Sì? Può darsi...ma per me è come se ci fossero dei "livelli".
E a volte mi pare che il livello " mi fa comodo/mi avvantaggia/mi fa sentire figo fare così" sia proprio il principale.
E allora questo mi fa pensare che  amico amica amici amiche non siano le parole migliori.
Certo, non tutti la pensano come me.
C'è chi ritiene un amico qualcuno perchè gli ha prestato un kleenex quando aveva il raffreddore.
E chi ritiene amici quelli che quando si annoiano ti chiamano per uscire con loro.
A ognuno la sua opinione.
Lo so, è giusto così, siamo in democrazia, almeno per quanto riguarda quel che uno pensa dell'amicizia. Lo so.
Ma per fortuna, questo è il mio spazio, lo spazio della tirannide di A. e del suo pensiero assoluto.
E quindi, in questo mio virtuale regno, scuoto fortemente la testa di fronte a certe faccende.